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Legittimazione del PM: chi può impugnare in esecuzione?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro una decisione del giudice dell’esecuzione. La sentenza chiarisce che la legittimazione del PM a impugnare spetta esclusivamente all’ufficio che ha partecipato come parte al procedimento esecutivo, e non ad un altro ufficio del PM.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimazione del PM: La Cassazione chiarisce chi può impugnare le decisioni in fase esecutiva

La legittimazione del PM (Pubblico Ministero) a presentare impugnazione è un pilastro fondamentale della procedura penale, che definisce con precisione i ruoli e le competenze all’interno del processo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 47005/2024, è intervenuta su un aspetto cruciale di questa materia, specificando chi, all’interno dell’ufficio della pubblica accusa, abbia il diritto di contestare le decisioni del giudice dell’esecuzione. La pronuncia ribadisce un principio consolidato, sottolineando che solo il PM che ha effettivamente partecipato al procedimento esecutivo può impugnarne l’esito.

Il Caso in Esame: Una Richiesta di Continuazione e l’Appello

La vicenda ha origine dalla richiesta di un condannato, il quale si era rivolto al Giudice dell’esecuzione per ottenere il riconoscimento della cosiddetta “continuazione” tra reati oggetto di diverse sentenze irrevocabili. Il Giudice, accogliendo la domanda, aveva di fatto ricalcolato la pena complessiva in un’ottica più favorevole al reo, applicando l’istituto previsto per chi commette più reati in esecuzione di un medesimo disegno criminoso.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Napoli proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che il Giudice dell’esecuzione che aveva emesso il provvedimento fosse funzionalmente incompetente.

La Questione sulla Legittimazione del PM a Impugnare

Il nodo centrale su cui la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi non riguardava il merito della competenza del giudice, ma una questione preliminare e dirimente: il Pubblico Ministero che aveva presentato il ricorso aveva il diritto di farlo?

La Suprema Corte ha rilevato una anomalia procedurale: il PM che aveva impugnato la decisione era diverso da quello che aveva partecipato come “parte” al procedimento esecutivo davanti al giudice. Questo dettaglio, apparentemente formale, si è rivelato decisivo per l’esito del ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione: Ricorso Inammissibile

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per difetto di legittimazione del PM ricorrente. La decisione si fonda su un principio procedurale chiaro e rigoroso, già affermato in precedenti pronunce.

le motivazioni

Nelle motivazioni, i giudici di legittimità hanno spiegato che il potere di impugnare i provvedimenti emessi dal giudice dell’esecuzione spetta unicamente al pubblico ministero che ha assunto il ruolo di parte in quel specifico procedimento. Citando un proprio precedente (Sez. I, n. 15853 del 2020), la Corte ha ribadito che la partecipazione al procedimento è il presupposto indispensabile per la legittimazione ad impugnare.

Nel caso di specie, il fatto che il PM ricorrente non fosse lo stesso che aveva preso parte al giudizio di esecuzione ha integrato un “difetto di legittimazione”, un vizio insanabile che impedisce al giudice di esaminare nel merito i motivi del ricorso. In altre parole, l’impugnazione è stata presentata da un soggetto che, secondo la legge, non aveva il titolo per farlo.

le conclusioni

Questa sentenza rafforza il principio della specificità dei ruoli processuali. La legittimazione del PM non è generica e non appartiene indistintamente a qualsiasi ufficio della Procura, ma è strettamente collegata alla partecipazione attiva e formale a una determinata fase del procedimento. Le implicazioni pratiche sono rilevanti: viene garantita la certezza dei rapporti processuali, evitando che decisioni possano essere contestate da uffici del PM non direttamente coinvolti. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia è un monito sull’importanza di verificare scrupolosamente la titolarità del potere di impugnazione, pena la dichiarazione di inammissibilità dell’atto.

Chi ha il diritto di impugnare un provvedimento emesso dal giudice dell’esecuzione?
Secondo la sentenza, il diritto di impugnare spetta esclusivamente al Pubblico Ministero che ha assunto il ruolo di parte nel relativo procedimento esecutivo.

Cosa succede se a presentare ricorso è un ufficio del Pubblico Ministero diverso da quello che ha partecipato al procedimento?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione, in quanto l’ufficio del PM che impugna non ha il titolo per farlo, non essendo stato parte del procedimento originario.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso in questo caso specifico?
La Corte ha dichiarato l’inammissibilità perché il Pubblico Ministero che ha proposto il ricorso per cassazione era un soggetto diverso da quello che aveva preso parte al procedimento di esecuzione, e quindi mancava della necessaria legittimazione ad impugnare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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