LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Lavoratore extracomunitario: la responsabilità penale

La Corte di Cassazione conferma la condanna di una datrice di lavoro per l’impiego di un lavoratore extracomunitario privo di permesso di soggiorno. La sentenza chiarisce che la responsabilità penale sussiste anche se l’assunzione è stata gestita da un intermediario, come un direttore, poiché ciò che rileva è l’effettivo inserimento del lavoratore nell’organizzazione aziendale a vantaggio del datore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Lavoratore Extracomunitario: La Responsabilità del Datore di Lavoro non ammette “schermi”

L’assunzione di un lavoratore extracomunitario privo del permesso di soggiorno costituisce un grave reato, le cui conseguenze ricadono direttamente sul datore di lavoro. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27232 del 2025, ribadisce un principio fondamentale: il datore di lavoro non può eludere la propria responsabilità penale delegando l’assunzione a terzi, come un direttore o un responsabile del personale. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda la legale rappresentante di una società, condannata in primo grado e in appello a quattro mesi di reclusione e 30.000 euro di multa per aver impiegato lavoratrici extracomunitarie senza regolare permesso di soggiorno.

La difesa dell’imputata ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la sua totale inconsapevolezza. Secondo la tesi difensiva, le lavoratrici erano in prova durante la loro prima serata e avevano preso accordi esclusivamente con il direttore del locale. L’imputata, quindi, non avrebbe avuto un ruolo diretto nell’assunzione e non poteva essere considerata responsabile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la condanna. I giudici hanno ritenuto infondate le argomentazioni della difesa, chiarendo in modo inequivocabile i contorni della responsabilità del datore di lavoro in queste fattispecie.

Le Motivazioni: la Responsabilità per l’impiego di un lavoratore extracomunitario

Il cuore della motivazione risiede nella natura del reato contestato (art. 22, comma 12, D.Lgs. 286/1998). La Corte spiega che si tratta di un reato proprio, che può essere commesso solo dal “datore di lavoro”.

I punti chiave della decisione sono:

1. Irrilevanza dell’intermediario: La Corte ha affermato che l’intervento di una terza persona (il direttore) nell’assunzione non può fungere da “schermo” per proteggere il vero datore di lavoro. La norma non punisce solo chi compie l’atto formale dell’assunzione, ma chiunque “occupa alle proprie dipendenze” lavoratori stranieri irregolari. Risponde del reato, quindi, anche colui che, pur non avendo firmato il contratto, si avvale della prestazione lavorativa, inserendola nella propria organizzazione aziendale.

2. Identificazione del Datore di Lavoro: Nel caso di specie, la Corte territoriale aveva correttamente identificato l’imputata come la datrice di lavoro, in quanto legale rappresentante della società che gestiva il locale. Questo ruolo implicava una responsabilità diretta nella gestione.

3. Prova della Consapevolezza: La consapevolezza dell’imputata è stata desunta da elementi concreti. Era emerso che partecipava direttamente alla gestione dell’attività e, soprattutto, che il direttore aveva cercato di contattarla proprio durante il controllo delle forze dell’ordine. Questo comportamento è stato interpretato come un chiaro segnale del suo ruolo decisionale e del suo coinvolgimento nella gestione del personale.

Conclusioni

Questa sentenza invia un messaggio chiaro a tutti gli imprenditori e legali rappresentanti di società. La responsabilità penale per l’impiego di un lavoratore extracomunitario irregolare non può essere semplicemente delegata. La legge guarda alla sostanza: chi trae vantaggio dalla prestazione lavorativa e ha il potere di organizzarla è considerato datore di lavoro e, come tale, è chiamato a rispondere delle violazioni di legge. Affidarsi a un intermediario per la gestione delle assunzioni non è sufficiente a escludere la propria colpevolezza, soprattutto quando si è consapevoli della situazione di irregolarità dei dipendenti.

Il datore di lavoro è responsabile se l’assunzione di un lavoratore extracomunitario irregolare è gestita da un’altra persona, come un direttore?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità penale ricade sul datore di lavoro che si avvale della prestazione lavorativa, anche se non ha provveduto direttamente all’assunzione. L’uso di intermediari non funge da “schermo” per eludere la responsabilità.

Cosa significa che il reato di assunzione di lavoratori irregolari è un “reato proprio”?
Significa che può essere commesso solo da chi riveste la qualifica specifica di “datore di lavoro”. La responsabilità ricade su chi è titolare effettivo del rapporto di lavoro e non su un semplice intermediario.

Come è stata dimostrata la consapevolezza della datrice di lavoro nel caso specifico?
La consapevolezza è stata dedotta dal suo ruolo di legale rappresentante dell’azienda, dalla sua partecipazione diretta alla gestione dell’attività e dal fatto che il direttore del locale ha tentato di contattarla durante il controllo, indicando il suo coinvolgimento decisionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati