LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Istanza reiterativa: quando è ammissibile un riesame

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto di inammissibilità emesso da un Tribunale di Sorveglianza, che aveva qualificato una richiesta di misure alternative come mera istanza reiterativa. La Corte ha chiarito che la presentazione di nuovi elementi, come la richiesta di una misura diversa (semilibertà) o nuove prove che chiariscono i rapporti personali del condannato, impedisce la declaratoria di inammissibilità senza udienza e impone una valutazione nel merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Istanza Reiterativa: Quando una Nuova Richiesta è Ammissibile?

Nel complesso mondo della procedura penale, il principio del ne bis in idem (non due volte per la stessa cosa) trova applicazione anche nella fase esecutiva. Tuttavia, cosa succede quando un condannato, dopo aver visto rigettata la sua richiesta di misure alternative, ne presenta una nuova? La sentenza in esame della Corte di Cassazione chiarisce i confini della cosiddetta istanza reiterativa, stabilendo quando una nuova richiesta non può essere liquidata sbrigativamente come una semplice ripetizione, ma merita un’attenta valutazione nel merito.

Il Contesto del Ricorso

Un condannato si era visto dichiarare inammissibile dal Presidente del Tribunale di Sorveglianza la sua richiesta di affidamento in prova al servizio sociale o, in alternativa, di semilibertà. La ragione? La richiesta era stata considerata una mera riproposizione di una precedente istanza, già respinta circa due mesi prima.

La difesa, tuttavia, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la nuova istanza conteneva elementi di novità sostanziali. In primo luogo, era stata richiesta per la prima volta la misura della semilibertà. In secondo luogo, erano state fornite prove documentali che chiarivano un legame di parentela con persone la cui frequentazione aveva in precedenza generato nei giudici il sospetto di contiguità con ambienti mafiosi. Questo nuovo elemento era cruciale per superare uno dei principali ostacoli alla concessione del beneficio.

I Limiti della Dichiarazione di Inammissibilità per Istanza Reiterativa

La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, cogliendo l’occasione per ribadire i principi che regolano la materia. L’articolo 666, comma 2, del codice di procedura penale consente al giudice di dichiarare inammissibile un’istanza de plano (cioè senza udienza) quando questa costituisce una ‘mera riproposizione di una richiesta già rigettata, basata sui medesimi elementi’.

Questa norma, spiegano i giudici, introduce una ‘preclusione allo stato degli atti’ (rebus sic stantibus). Ciò significa che la decisione precedente impedisce una nuova pronuncia solo se i fatti e le questioni giuridiche rimangono invariati. Se, al contrario, vengono introdotti ‘nuovi elementi’, la preclusione non opera e l’istanza deve essere esaminata.

Per ‘nuovi elementi’ non si intendono solo i fatti accaduti dopo la precedente decisione, ma anche quelli preesistenti di cui però non si era tenuto conto in precedenza.

Le Motivazioni della Cassazione

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha ritenuto che il Presidente del Tribunale di Sorveglianza non avrebbe potuto dichiarare l’inammissibilità della richiesta. Gli elementi di novità introdotti dal condannato erano due e di rilevante importanza. Da un lato, la richiesta di semilibertà, mai formulata prima, rappresentava un petitum (oggetto della domanda) diverso e autonomo. Dall’altro, la prova del rapporto di parentela con soggetti precedentemente ritenuti semplici frequentazioni sospette era un elemento di giustificazione fondamentale, capace di mutare radicalmente il quadro valutativo a disposizione del giudice.

La Cassazione sottolinea che il potere di dichiarare l’inammissibilità de plano è strettamente limitato ai casi in cui l’infondatezza o la natura ripetitiva dell’istanza appaiono con immediata evidenza (ictu oculi). Quando, invece, la richiesta introduce elementi che necessitano di un approfondimento e di una valutazione, la decisione non può che essere riservata al Collegio, nel pieno contraddittorio tra le parti, attraverso l’udienza in camera di consiglio. In questo modo si garantisce il diritto di difesa e si assicura che ogni aspetto rilevante venga adeguatamente ponderato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato il decreto impugnato. La decisione non significa che il condannato otterrà automaticamente le misure richieste, ma stabilisce un principio fondamentale: una richiesta non è una mera istanza reiterativa se introduce elementi di novità sostanziali, sia nella domanda che negli elementi a suo supporto. In questi casi, il giudice ha il dovere di procedere a una nuova e completa valutazione nel merito, garantendo il contraddittorio. Gli atti sono stati quindi trasmessi nuovamente al Tribunale di Sorveglianza di Catania, che dovrà celebrare un’udienza per decidere sulla richiesta del condannato.

Quando una richiesta di misura alternativa può essere considerata una semplice ‘istanza reiterativa’ e quindi inammissibile senza udienza?
Una richiesta è considerata una ‘mera riproposizione’ e può essere dichiarata inammissibile quando è identica a una precedente già rigettata, sia per l’oggetto (il petitum) sia per gli elementi giustificativi (la causa petendi).

Quali elementi sono considerati ‘nuovi’ da poter giustificare la presentazione di una nuova istanza dopo un precedente rigetto?
Sono considerati ‘nuovi’ non solo gli elementi sopravvenuti alla precedente decisione, ma anche quelli preesistenti che non erano stati considerati dal giudice. Nel caso specifico, sia la richiesta di una misura alternativa diversa (la semilibertà), sia la presentazione di prove su un rapporto di parentela prima sconosciuto, sono stati ritenuti elementi di novità.

Il Presidente del Tribunale di Sorveglianza può sempre dichiarare inammissibile un’istanza senza un’udienza?
No. Il potere di dichiarare l’inammissibilità de plano (senza udienza) è limitato ai soli casi in cui i presupposti per la concessione del beneficio appaiono manifestamente insussistenti ictu oculi o quando l’istanza è una mera riproposizione. Se vengono introdotti nuovi elementi che richiedono una valutazione, la decisione deve essere riservata al Collegio dopo un’udienza in contraddittorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati