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Istanza di rimessione: notifica e inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un’istanza di rimessione del processo a causa della mancata notifica della stessa alle altre parti processuali entro i termini di legge. L’ordinanza sottolinea che tale adempimento è una condizione indefettibile di ammissibilità e ha condannato il richiedente al pagamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, escludendo però la condanna alle spese processuali.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Istanza di Rimessione: La Notifica alle Parti è un Passo Obbligatorio

L’istanza di rimessione rappresenta uno strumento eccezionale nel processo penale, volto a garantire l’imparzialità del giudizio. Tuttavia, il suo corretto utilizzo è subordinato al rispetto di precise regole procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza di uno di questi adempimenti: la notifica della richiesta a tutte le altre parti del processo. La mancata osservanza di questa regola, come vedremo, porta a una conseguenza drastica: l’inammissibilità della richiesta.

Il Caso in Esame: una Richiesta Proceduralmente Viziata

Un imputato in un processo penale pendente presso il Tribunale di Napoli, sezione distaccata di Ischia, ha presentato personalmente un’istanza di rimessione. Con questa richiesta, mirava a trasferire il proprio processo ad un’altra sede giudiziaria, presumibilmente per motivi legati a un presunto difetto di serenità e imparzialità del giudice locale. Il giudice procedente, ricevuta l’istanza corredata di allegati, l’ha doverosamente trasmessa alla Corte di Cassazione, l’organo competente a decidere.

La Decisione della Cassazione sull’Istanza di Rimessione

La Suprema Corte, esaminati gli atti, ha tagliato corto, dichiarando l’istanza di rimessione inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle ragioni addotte dal richiedente, ma si è fermata a un vizio procedurale preliminare e insuperabile. La Corte ha rilevato che l’istanza non era stata notificata alle altre parti del processo, comprese le parti civili costituite. Questo passaggio, come vedremo, non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale imposto dal codice di procedura penale.

Le Motivazioni: la Notifica Come Condizione Indefettibile

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 46 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo chiaro che la richiesta di rimessione, a pena di inammissibilità, deve essere notificata a cura del richiedente a tutte le altre parti processuali entro sette giorni dal suo deposito. La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: la notifica è una “condizione indefettibile di ammissibilità”.

La sua omissione rende la richiesta irricevibile, impedendo alla Corte di valutarne il contenuto. Non è sufficiente depositare l’atto in cancelleria; è onere di chi presenta l’istanza assicurarsi che tutte le altre parti ne vengano a conoscenza formalmente e tempestivamente. Questa regola garantisce il principio del contraddittorio, permettendo a tutte le parti di presentare le proprie memorie e difese in relazione alla richiesta di spostamento del processo.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Sanzioni

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze per il richiedente. Ai sensi dell’articolo 48 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato l’imputato al pagamento di una somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di istanze prive dei requisiti di legge.

Un aspetto interessante chiarito dall’ordinanza è che, nonostante la sanzione, non vi è condanna al pagamento delle spese del procedimento. La Corte ha specificato che l’istanza di rimessione non ha natura di “mezzo di impugnazione” (come un appello o un ricorso). Pertanto, non si applica l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede la condanna alle spese in caso di rigetto o inammissibilità delle impugnazioni. Questa pronuncia, dunque, non solo riafferma un requisito procedurale cruciale ma delinea anche con precisione le conseguenze sanzionatorie derivanti dalla sua violazione.

Perché l’istanza di rimessione è stata dichiarata inammissibile?
L’istanza è stata dichiarata inammissibile perché il richiedente non l’ha notificata alle altre parti del processo entro il termine di sette giorni previsto dalla legge, un adempimento considerato una condizione essenziale per la sua validità.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un’istanza di rimessione inammissibile?
La persona che presenta un’istanza inammissibile viene condannata al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la sanzione è stata di 3.000,00 Euro.

La dichiarazione di inammissibilità comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali?
No. La Corte ha chiarito che l’istanza di rimessione non è un mezzo di impugnazione. Di conseguenza, alla sua inammissibilità non si applica la norma che prevede la condanna alle spese del procedimento, prevista invece per le impugnazioni respinte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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