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Istanza di ricusazione: quando è considerata tardiva?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante la tardività di un’istanza di ricusazione. La sentenza chiarisce che, nei procedimenti camerali, il termine ultimo per presentare tale istanza coincide con il primo adempimento che concretizza il contraddittorio tra le parti, successivo alla conoscenza della causa di incompatibilità. La richiesta di rinvio da parte del difensore, dopo essere venuto a conoscenza della composizione del collegio, è stata considerata un’attività processuale che fa scattare il termine, rendendo tardiva l’istanza presentata in un’udienza successiva.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Istanza di Ricusazione: Quando Scade il Termine per Presentarla?

L’istanza di ricusazione è uno strumento fondamentale a garanzia dell’imparzialità del giudice. Tuttavia, il suo esercizio è vincolato a precise scadenze procedurali, la cui violazione ne comporta l’inammissibilità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 30415/2025) offre un importante chiarimento su quale sia il momento esatto entro cui presentare tale istanza nei procedimenti camerali, come quelli di prevenzione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un procedimento di prevenzione patrimoniale. Un soggetto, tramite il suo difensore, presentava un’istanza di ricusazione nei confronti di un magistrato componente del collegio giudicante. La Corte d’Appello, chiamata a decidere, dichiarava l’istanza inammissibile per tardività. Secondo i giudici di merito, il ricorrente era a conoscenza della causa di incompatibilità del magistrato (avendo già in precedenza sollecitato, senza successo, la sua astensione) molto prima di depositare l’istanza.

Il ricorrente si rivolgeva quindi alla Corte di Cassazione, sostenendo che il termine non fosse ancora scaduto. A suo avviso, le udienze precedenti si erano risolte in meri rinvii, senza lo svolgimento di alcuna attività processuale che potesse segnare l’inizio del contraddittorio e, di conseguenza, il termine perentorio per la ricusazione.

L’Istanza di Ricusazione nei Procedimenti Camerali

Il cuore della questione giuridica risiede nell’individuazione del cosiddetto “compimento dell’atto” (ex art. 38, comma 1, c.p.p.), superato il quale l’istanza di ricusazione è preclusa. La giurisprudenza ha stabilito che, nei procedimenti camerali (caratterizzati da una maggiore snellezza formale rispetto al dibattimento), questo momento coincide con “qualunque adempimento attraverso il quale si concretizzi, per la prima volta, il contraddittorio tra le parti”.

Il punto non è quindi legato a una fase processuale rigida, ma a un’attività concreta. Non basta la semplice costituzione delle parti; occorre un momento in cui il confronto processuale prende effettivamente avvio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione di inammissibilità. I giudici supremi hanno sottolineato che il ricorrente era pienamente consapevole della presenza del giudice nel collegio e dei motivi di presunta incompatibilità già mesi prima della presentazione dell’istanza. Infatti, aveva già richiesto l’astensione del magistrato, richiesta respinta dal Presidente del Tribunale.

Il momento cruciale, secondo la Corte, è stata l’udienza del 22 novembre 2022. In quella data, il ricorrente avrebbe potuto e dovuto presentare la dichiarazione di ricusazione. Invece, il suo difensore ha chiesto e ottenuto un rinvio per altre ragioni (l’attesa di una decisione in un altro grado di giudizio). Questa richiesta, accolta dal Tribunale, ha costituito un’attività processuale che ha instaurato il contraddittorio. Non si è trattato di un mero rinvio d’ufficio, ma di un’interlocuzione tra le parti e il giudice che ha segnato il superamento del termine utile per la ricusazione.

La Corte ha specificato che la situazione sarebbe stata diversa solo se i rinvii fossero stati disposti proprio per consentire la formalizzazione dell’istanza, cosa che non è avvenuta in questo caso. Pertanto, aver atteso fino a un’udienza successiva, nel marzo 2023, per presentare l’istanza, l’ha resa irrimediabilmente tardiva.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale in tema di istanza di ricusazione: la tempestività è un requisito non derogabile. Nei procedimenti camerali, il termine ultimo non è un’entità astratta, ma si ancora al primo atto concreto che attiva il confronto processuale dopo che la parte è venuta a conoscenza della causa di ricusazione. Una richiesta di rinvio, se discussa e accolta, integra pienamente tale atto. La decisione serve da monito per i difensori: una volta nota la potenziale causa di incompatibilità di un giudice, l’istanza di ricusazione deve essere presentata senza indugio, alla prima occasione utile di interlocuzione con il collegio, per non incorrere in una declaratoria di inammissibilità che vanificherebbe lo strumento di garanzia.

Qual è il termine ultimo per presentare un’istanza di ricusazione in un procedimento camerale?
Il termine coincide con qualunque adempimento processuale attraverso il quale si concretizza per la prima volta il contraddittorio tra le parti, successivo al momento in cui la parte è venuta a conoscenza della causa di ricusazione.

Una richiesta di rinvio dell’udienza può far scadere il termine per la ricusazione?
Sì. Se il difensore, già a conoscenza della causa di ricusazione, partecipa a un’udienza e chiede un rinvio per motivi diversi dalla formalizzazione della ricusazione stessa, tale attività è considerata un’instaurazione del contraddittorio che fa decorrere e superare il termine per presentare l’istanza.

Cosa succede se un’istanza di ricusazione viene presentata in ritardo?
L’istanza viene dichiarata inammissibile. Ciò significa che i giudici non ne esamineranno il merito (cioè le ragioni della presunta incompatibilità del giudice), ma la respingeranno per la violazione di un requisito procedurale, ovvero la tardività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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