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Irreperibilità testimone: i controlli del giudice

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna poiché basata su dichiarazioni di un testimone la cui irreperibilità non era stata accertata con ricerche recenti e approfondite. La Corte ha stabilito che le verifiche sulla irreperibilità del testimone devono essere attuali e rigorose. A causa del tempo trascorso, il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Irreperibilità testimone: quando le ricerche non bastano?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’irreperibilità testimone non può essere data per scontata. Per poter utilizzare in un processo le dichiarazioni rese da un testimone prima del dibattimento, non è sufficiente che le ricerche abbiano avuto esito negativo; è necessario che il giudice compia accertamenti approfonditi, rigorosi e, soprattutto, attuali. Vediamo nel dettaglio il caso e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato contro una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. Il punto cruciale del processo di merito era stata l’acquisizione e l’utilizzo delle dichiarazioni predibattimentali rese dalla persona offesa, la quale era risultata irreperibile al momento del dibattimento. La difesa dell’imputato ha contestato tale decisione, sostenendo che l’accertamento dell’irreperibilità non fosse stato condotto correttamente.

La questione dell’irreperibilità testimone e il controllo del giudice

Il motivo del ricorso si è rivelato fondato. La Corte di Cassazione ha evidenziato una falla procedurale significativa: l’ordinanza con cui il giudice di merito aveva dichiarato l’irreperibilità della persona offesa si basava su ricerche effettuate nel 2021. Tuttavia, la decisione di acquisire le sue precedenti dichiarazioni era stata presa in un’udienza del marzo 2023. Questo lasso di tempo di quasi due anni è stato ritenuto eccessivo.

La Suprema Corte ha richiamato un suo precedente orientamento (sentenza n. 14243 del 2016), secondo cui l’infruttuoso espletamento delle ricerche previste dal codice di procedura penale non è di per sé sufficiente. Il giudice ha il dovere di compiere ‘tutti gli accertamenti sulla causa dell’irreperibilità, attraverso rigorose e accurate verifiche’, da effettuarsi se necessario anche in campo internazionale. Le ricerche datate non possono quindi giustificare la compressione del diritto dell’imputato al contraddittorio, ovvero il diritto di confrontarsi con chi lo accusa.

La Decisione della Cassazione: Annullamento per Prescrizione

L’accoglimento del motivo di ricorso ha portato all’annullamento della sentenza impugnata. Tuttavia, la Corte di Cassazione non ha rinviato il caso a un nuovo giudizio. Nel corso dell’analisi, i giudici hanno constatato che il termine di prescrizione per il reato contestato (commesso nel novembre 2016) era ormai decorso. Calcolando il tempo necessario per la prescrizione, pari a sette anni e sei mesi, si è arrivati alla data del 4 maggio 2024.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è chiara e si fonda sul rispetto delle garanzie processuali. La dichiarazione di irreperibilità è un atto delicato che permette di derogare al principio fondamentale del contraddittorio. Proprio per questo, i presupposti per la sua adozione devono essere verificati con il massimo rigore e con dati aggiornati. Basare una decisione così importante su ricerche vecchie di anni equivale a una mancata verifica, rendendo illegittima l’acquisizione delle dichiarazioni predibattimentali. L’errore procedurale, dunque, ha invalidato una prova potenzialmente decisiva.

Le Conclusioni

La sentenza in esame ha un’importante implicazione pratica: sottolinea la necessità di un controllo giudiziale attivo e costante sulle condizioni che permettono l’utilizzo di prove formate fuori dal dibattimento. Un semplice atto burocratico di ricerca non è sufficiente. Questa pronuncia serve da monito per i tribunali affinché le verifiche sull’irreperibilità siano sempre scrupolose e temporalmente vicine alla decisione di utilizzare le dichiarazioni. In caso contrario, come avvenuto in questa vicenda, un errore procedurale può portare non solo all’annullamento di una condanna, ma anche all’estinzione del reato per prescrizione, con conseguenze definitive sull’esito del giudizio.

Cosa deve fare un giudice prima di dichiarare un testimone irreperibile?
Non è sufficiente constatare il fallimento delle ricerche formali. Il giudice deve compiere personalmente tutti gli accertamenti necessari per verificare la causa dell’irreperibilità, attraverso controlli rigorosi, accurati e attuali, estendendoli anche a livello internazionale se necessario.

Perché le ricerche del testimone in questo caso non sono state considerate valide?
Le ricerche erano state effettuate nel 2021, ma la decisione di utilizzare le dichiarazioni del testimone assente è stata presa in un’udienza del 2023. La Corte di Cassazione ha ritenuto che questo intervallo di tempo rendesse le ricerche datate e, quindi, inidonee a fondare una corretta dichiarazione di irreperibilità.

Qual è stata la conseguenza finale della decisione della Corte di Cassazione?
La Corte ha annullato la sentenza di condanna senza rinviare il caso a un nuovo processo. Questo perché, nel frattempo, era maturato il termine di prescrizione del reato, che è stato quindi dichiarato estinto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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