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Interrogatorio preventivo: quando è nullo l’arresto?

La Corte di Cassazione analizza la nuova disciplina dell’interrogatorio preventivo, introdotta dalla legge 114/2024. In un caso di presunta associazione per delinquere, la Corte ha rigettato il ricorso contro un’ordinanza di arresti domiciliari, chiarendo che, sebbene l’omissione dell’interrogatorio generi una nullità, questa può essere superata in presenza di un concreto pericolo di inquinamento probatorio. La sentenza stabilisce inoltre che l’eccezione di nullità va sollevata nel giudizio di riesame e non necessariamente durante l’interrogatorio di garanzia.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio Preventivo e Misure Cautelari: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un’analisi fondamentale sulla nuova disciplina dell’interrogatorio preventivo, introdotta nel codice di procedura penale dalla legge 114/2024. Questa pronuncia chiarisce la natura della nullità derivante dalla sua omissione e i limiti entro cui può essere eccepita, bilanciando le nuove garanzie difensive con le esigenze investigative.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’indagine complessa che ha portato all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un individuo, accusato di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica Amministrazione e la fede pubblica. In particolare, le accuse riguardavano episodi di corruzione e falso in atto pubblico legati al rilascio di certificazioni mediche.

Il Tribunale di Napoli, in sede di riesame, aveva riformato un precedente provvedimento del GIP, sostituendo la misura cautelare applicata con quella degli arresti domiciliari.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni procedurali. I motivi principali del ricorso erano:

1. Motivazione apparente: Si lamentava che l’ordinanza del GIP fosse una mera riproduzione della richiesta del Pubblico Ministero, senza un’autonoma valutazione critica.
2. Omissione dell’interrogatorio preventivo: Il punto cruciale del ricorso. La difesa sosteneva la violazione dell’art. 291 cod. proc. pen., come modificato dalla recente riforma, per non aver proceduto all’interrogatorio dell’indagato prima di applicare la misura cautelare. Si contestava inoltre la decisione del Tribunale del riesame, che aveva ritenuto tardiva l’eccezione di nullità perché non sollevata durante l’interrogatorio di garanzia.
3. Inutilizzabilità delle videoriprese: Si eccepiva l’inutilizzabilità delle immagini captate da videocamere, asserendo la violazione delle norme sulle intercettazioni.
4. Carenza di gravi indizi: Infine, si contestava la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato associativo.

L’analisi della Corte sull’interrogatorio preventivo

La Corte di Cassazione dedica la parte più significativa della sua analisi proprio alla questione dell’interrogatorio preventivo. La sentenza chiarisce diversi punti fondamentali della nuova normativa:

* Natura della nullità: L’omissione dell’interrogatorio, quando dovuto, costituisce un vizio genetico del titolo cautelare. Si tratta di una nullità a regime intermedio, come previsto dall’art. 178, lett. c), cod. proc. pen., poiché incide sull’intervento e l’assistenza dell’indagato.
* Sede per l’eccezione: La Corte afferma un principio di grande importanza pratica. Contrariamente a quanto ritenuto dal Tribunale del riesame, l’eccezione di nullità per omesso interrogatorio non deve essere necessariamente sollevata durante l’interrogatorio di garanzia (svolto dopo l’arresto). La sede naturale per far valere questo vizio è il giudizio di riesame, che rappresenta il rimedio tipico per il controllo dei presupposti legittimanti il provvedimento cautelare. Imporre all’indagato di eccepire la nullità in sede di interrogatorio di garanzia, a poche ore dall’esecuzione della misura, limiterebbe eccessivamente il diritto di difesa.
* Le deroghe all’obbligo: La legge prevede specifiche deroghe all’obbligo di procedere all’interrogatorio preventivo. Il giudice può omettere tale adempimento se sussiste il pericolo di fuga (art. 274, lett. b) o, come nel caso di specie, il pericolo di inquinamento delle prove (art. 274, lett. a).

Le Motivazioni della Decisione

Nonostante l’importante chiarimento procedurale a favore della difesa, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. La decisione si fonda sulla valutazione della deroga prevista dalla legge. Il Tribunale del riesame, pur avendo errato nel dichiarare tardiva l’eccezione, aveva comunque correttamente evidenziato la sussistenza di un concreto e attuale pericolo di inquinamento probatorio.

La Corte ha ritenuto che le circostanze emerse dalle indagini (come la manomissione di una telecamera, la scoperta da parte degli indagati di essere sotto inchiesta e la loro intenzione di adottare contromisure) giustificassero pienamente la decisione del GIP di omettere l’interrogatorio preventivo. Lo svolgimento di un interrogatorio in quel contesto avrebbe, secondo la Corte, facilitato ulteriori tentativi di depistaggio e distruzione di prove.

Gli altri motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili: quello sull’inutilizzabilità delle videoriprese per mancanza di specificità e decisività, e quello sulla carenza di indizi per il reato associativo perché sollevato per la prima volta in Cassazione.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un punto di riferimento essenziale per l’applicazione della nuova disciplina dell’interrogatorio preventivo. Si possono trarre le seguenti conclusioni pratiche:

1. L’omissione dell’interrogatorio preventivo, fuori dai casi consentiti, genera una nullità a regime intermedio del provvedimento cautelare.
2. La sede processuale corretta per eccepire tale nullità è il ricorso al Tribunale del Riesame.
3. Il giudice può legittimamente omettere l’interrogatorio se motiva in modo concreto e specifico sulla sussistenza del pericolo di fuga o, soprattutto, di inquinamento delle prove. La valutazione di tale pericolo deve basarsi su elementi oggettivi emersi dalle indagini.

Questa pronuncia bilancia in modo efficace le nuove garanzie difensive con le irrinunciabili esigenze di tutela della genuinità della prova, fornendo agli operatori del diritto criteri chiari per navigare le complessità della recente riforma processuale.

L’omissione dell’interrogatorio preventivo rende sempre nulla la misura cautelare?
No. L’omissione dell’interrogatorio preventivo non rende nulla la misura cautelare se il giudice motiva la sussistenza di specifiche esigenze cautelari che ne giustificano la deroga, come il pericolo di fuga o, come nel caso di specie, il concreto pericolo di inquinamento delle prove (art. 274, comma 1, lettere a) e b) cod. proc. pen.).

Quando va sollevata l’eccezione di nullità per l’omesso interrogatorio preventivo?
Secondo la Corte, la sede propria per sollevare l’eccezione di nullità è la richiesta di riesame. Non è necessario eccepirla durante l’interrogatorio di garanzia postumo, poiché il riesame è il rimedio specificamente previsto per verificare tutti i presupposti di validità del titolo cautelare.

In quali casi il giudice può omettere l’interrogatorio preventivo senza che la misura sia nulla?
Il giudice può omettere l’interrogatorio preventivo quando sussiste il pericolo di inquinamento probatorio o il pericolo di fuga. Inoltre, l’obbligo non sussiste per l’esigenza di tutela della collettività (art. 274, comma 1, lettera c) se si procede per reati di particolare gravità, come quelli indicati nell’art. 407, comma 2, lett. a) cod. proc. pen.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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