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Interrogatorio preventivo: nullità senza pericolo fuga

La Cassazione ha stabilito che l’omissione dell’interrogatorio preventivo rende nulla l’ordinanza di custodia cautelare se il Tribunale del Riesame accerta l’insussistenza del pericolo di fuga, anche se il GIP lo aveva inizialmente motivato. La valutazione del Riesame ha effetto retroattivo, invalidando l’atto genetico per violazione del contraddittorio.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio Preventivo e Misure Cautelari: la Cassazione Conferma la Nullità

Con la recente sentenza n. 5548/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione cruciale sulla nuova disciplina dell’interrogatorio preventivo, introdotta dalla legge n. 114/2024. Questa pronuncia stabilisce un principio fondamentale: l’ordinanza di custodia cautelare emessa senza aver prima sentito l’indagato è affetta da nullità insanabile se, in sede di riesame, viene accertata l’insussistenza del pericolo di fuga che ne aveva giustificato l’omissione. Si tratta di una decisione che rafforza le garanzie difensive e il principio del contraddittorio nella fase delicata delle misure cautelari.

Il Caso: Custodia Cautelare basata solo sul Pericolo di Fuga

Il procedimento ha origine da un’ordinanza di custodia in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) nei confronti di un soggetto indagato per associazione a delinquere finalizzata a furti, ricettazioni ed estorsioni. Il GIP aveva disposto la misura restrittiva senza procedere all’interrogatorio preventivo dell’indagato, motivando tale scelta sulla base della sussistenza di un concreto e attuale pericolo di fuga.

L’indagato proponeva ricorso al Tribunale del Riesame, il quale, riesaminando gli atti, giungeva a una conclusione opposta. Il Tribunale riteneva che gli elementi a sostegno del pericolo di fuga fossero generici e privi di pregnanza, annullando di conseguenza l’ordinanza cautelare. La ragione dell’annullamento non risiedeva solo nella mancanza di un’esigenza cautelare, ma in un vizio procedurale a monte: venendo meno l’unica ragione che consentiva di derogare alla regola del contraddittorio anticipato, l’ordinanza stessa doveva considerarsi nulla per la mancata celebrazione dell’interrogatorio.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ricorreva in Cassazione, sostenendo che la valutazione del GIP, seppur non condivisa in seguito, fosse sufficiente a rendere legittima la procedura adottata, senza che il riesame potesse dichiarare una nullità retroattiva.

La Decisione della Cassazione e l’Importanza dell’Interrogatorio Preventivo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura, confermando in toto la decisione del Tribunale del Riesame. I giudici di legittimità hanno chiarito che la nuova normativa ha reso l’interrogatorio preventivo un elemento strutturale del procedimento di applicazione delle misure cautelari. La sua omissione è consentita solo in casi eccezionali e tassativamente previsti, come il pericolo di fuga (art. 274, lett. b, c.p.p.) o il pericolo di inquinamento probatorio (art. 274, lett. a, c.p.p.).

Il fulcro della decisione risiede nella natura e nei poteri del Tribunale del Riesame. Quest’ultimo non si limita a un controllo formale della motivazione del GIP, ma procede a una verifica piena, nel merito, di tutti i presupposti applicativi della misura, comprese le esigenze cautelari. Questo controllo ha un effetto pienamente devolutivo e una portata retroattiva (ex tunc).

Le Motivazioni della Sentenza: il Ruolo del Riesame

La Corte ha spiegato che se il Tribunale del Riesame, nell’esercizio dei suoi poteri, accerta che il pericolo di fuga non sussisteva fin dall’origine, viene meno il fondamento giuridico che legittimava la deroga al contraddittorio. Di conseguenza, l’omissione dell’interrogatorio si configura come una violazione di legge che determina la nullità dell’ordinanza, come espressamente previsto dal nuovo art. 292, comma 3-bis, del codice di procedura penale.

Secondo la Cassazione, non si tratta di un’applicazione analogica di una norma sulla nullità, ma della diretta conseguenza del dettato normativo. Sostenere il contrario, ovvero che una motivazione purchessia del GIP possa ‘salvare’ la procedura, significherebbe sterilizzare il controllo del riesame e vanificare la garanzia difensiva introdotta dal legislatore. La valutazione del giudice del riesame non è una mera opinione divergente, ma un accertamento che demolisce il presupposto stesso della procedura d’urgenza, rivelandone l’illegittimità originaria.

Inoltre, la Corte ha specificato che la circostanza che l’indagato si sia avvalso della facoltà di non rispondere nel successivo interrogatorio di garanzia è del tutto irrilevante. Il diritto violato è quello di essere sentiti prima dell’applicazione della misura, e tale violazione non può essere sanata da eventi successivi.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza consolida la portata garantista della recente riforma. Le sue implicazioni sono notevoli:
1. Onere Motivazionale Rafforzato per il GIP: I giudici dovranno motivare in modo particolarmente stringente e concreto la sussistenza delle esigenze cautelari che consentono di omettere l’interrogatorio preventivo, consapevoli che una valutazione superficiale potrà essere demolita in sede di riesame, con conseguente nullità del provvedimento.
2. Centralità del Tribunale del Riesame: Viene confermato il ruolo del riesame come strumento di controllo effettivo e sostanziale sulla legittimità delle misure restrittive della libertà personale.
3. Tutela del Contraddittorio: Il principio del contraddittorio anticipato diventa la regola nel procedimento cautelare. La procedura ‘a sorpresa’ deve essere limitata a casi di comprovata e inderogabile urgenza, la cui sussistenza è soggetta a un rigoroso scrutinio giurisdizionale.

Se il Tribunale del Riesame ritiene insussistente il pericolo di fuga, l’ordinanza di custodia cautelare emessa senza interrogatorio preventivo è valida?
No, non è valida. La Corte di Cassazione ha stabilito che se il riesame accerta l’originaria insussistenza del pericolo di fuga, l’ordinanza è affetta da nullità strutturale per la mancata celebrazione dell’interrogatorio preventivo, che in quel caso era obbligatorio.

La valutazione del GIP sull’urgenza di emettere una misura cautelare è sufficiente a sanare la mancata audizione dell’indagato?
No. La sola affermazione da parte del GIP della sussistenza di un’esigenza cautelare, come il pericolo di fuga, non è sufficiente se tale affermazione viene poi smentita nel merito dal Tribunale del Riesame. La verifica del riesame ha effetto retroattivo e può determinare la nullità dell’atto genetico.

Il diritto dell’indagato di avvalersi della facoltà di non rispondere durante il successivo interrogatorio di garanzia sana la nullità derivante dalla mancanza dell’interrogatorio preventivo?
No. La possibilità per l’indagato di rimanere in silenzio nell’interrogatorio successivo all’arresto è irrilevante. La nullità deriva dalla violazione del diritto di essere sentiti e di difendersi prima dell’emissione della misura restrittiva, e questa violazione procedurale non può essere sanata dal comportamento successivo dell’indagato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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