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Interrogatorio preventivo: nullità se omesso

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di arresti domiciliari per un dipendente pubblico accusato di corruzione. La decisione si fonda sulla violazione delle nuove norme sull’interrogatorio preventivo, introdotto dalla L. 114/2024. Il giudice aveva omesso l’interrogatorio, obbligatorio in assenza di specifiche esigenze cautelari come il pericolo di inquinamento probatorio. La Corte ha stabilito che tale omissione causa la nullità insanabile del provvedimento, che non può essere sanata dal Tribunale del Riesame.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio Preventivo: La Cassazione Annulla la Misura Cautelare se Omesso

L’introduzione dell’interrogatorio preventivo nel nostro ordinamento processuale penale, con la legge n. 114 del 2024, ha segnato una svolta fondamentale per la tutela dei diritti di difesa. Questa nuova disposizione impone al giudice di sentire l’indagato prima di applicare una misura cautelare, salvo specifiche e tassative eccezioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 17003 del 2025, ha chiarito con forza le conseguenze della sua omissione: la nullità dell’ordinanza cautelare. Analizziamo insieme questo importante provvedimento.

I Fatti del Caso: Dalla Misura Cautelare al Ricorso in Cassazione

Il caso riguarda un dipendente della Camera di Commercio, accusato di reati contro la pubblica amministrazione. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Latina aveva disposto nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari. Contro tale decisione, l’indagato proponeva richiesta di riesame al Tribunale di Roma, che però la respingeva.

Il nodo centrale del successivo ricorso in Cassazione era proprio la violazione del nuovo art. 291, comma 1-quater, del codice di procedura penale. La difesa sosteneva che il GIP avesse emesso l’ordinanza senza procedere al necessario interrogatorio preventivo, pur basando la misura unicamente sul pericolo di reiterazione del reato (art. 274, lett. c), cod. proc. pen.), un’ipotesi per la quale la nuova legge non prevede deroghe all’obbligo di sentire l’indagato.

L’Obbligatorietà dell’Interrogatorio Preventivo nella Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le ragioni della difesa, offrendo una lettura rigorosa della nuova disciplina. Il GIP, nell’adottare il provvedimento il 25 ottobre 2024, ovvero dopo l’entrata in vigore della riforma, era tenuto ad applicare le nuove regole.

La legge prevede che l’interrogatorio preventivo possa essere omesso solo in presenza di esigenze cautelari quali il pericolo di inquinamento probatorio (lett. a), il pericolo di fuga (lett. b), o il pericolo di reiterazione di reati di particolare gravità (elencati nell’art. 407, comma 2, lett. a), c.p.p.). Nel caso di specie, il GIP aveva motivato la misura solo con il pericolo di reiterazione di reati di corruzione, non rientranti nelle eccezioni. Di conseguenza, l’interrogatorio era un passaggio obbligato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha stabilito un principio cruciale: il Tribunale del Riesame non può sanare la nullità derivante dall’omissione dell’interrogatorio. I giudici del riesame avevano tentato di giustificare la decisione del GIP sostenendo che, implicitamente, sussistesse anche un pericolo di inquinamento probatorio. La Cassazione ha respinto questa impostazione, affermando che il riesame non può integrare la motivazione del primo giudice con esigenze cautelari non valutate in origine, soprattutto quando da tale valutazione dipende un presupposto procedurale fondamentale come l’interrogatorio.

L’omissione dell’interrogatorio preventivo non è una mera irregolarità, ma integra una nullità di ordine generale a regime intermedio (art. 178, lett. c), c.p.p.), poiché lede il diritto dell’indagato a intervenire e difendersi prima che la sua libertà venga limitata. Questo vizio, ha precisato la Corte, non può essere sanato nemmeno dal successivo interrogatorio di garanzia, che ha finalità e collocazione temporale diverse.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio sia l’ordinanza del Tribunale del Riesame sia l’originaria ordinanza di applicazione della misura cautelare, disponendo l’immediata liberazione dell’indagato. Questa sentenza rafforza in modo significativo la portata della riforma, confermando che l’interrogatorio preventivo è un presidio invalicabile del contraddittorio e del diritto di difesa. Il giudice non ha discrezionalità: se le condizioni di legge lo impongono, l’indagato deve essere sentito. In caso contrario, il provvedimento restrittivo è nullo. Un monito chiaro per garantire che le decisioni sulla libertà personale siano sempre precedute da un effettivo confronto tra accusa e difesa.

L’interrogatorio preventivo è sempre obbligatorio prima di applicare una misura cautelare?
No, non è sempre obbligatorio. Può essere omesso se sussiste il pericolo di inquinamento delle prove, il pericolo di fuga, oppure il pericolo di reiterazione per reati di particolare gravità, come quelli indicati nell’art. 407, comma 2, lett. a) del codice di procedura penale.

Cosa succede se il giudice omette l’interrogatorio preventivo quando è obbligatorio per legge?
L’omissione dell’interrogatorio preventivo, quando richiesto, determina la nullità dell’ordinanza che applica la misura cautelare. Si tratta di un vizio che incide sulla validità stessa del provvedimento.

Il Tribunale del Riesame può ‘correggere’ la decisione del primo giudice per giustificare la mancanza dell’interrogatorio?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il Tribunale del Riesame non può integrare la motivazione del provvedimento impugnato, adducendo esigenze cautelari non considerate dal primo giudice, al fine di sanare la nullità derivante dall’omissione dell’interrogatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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