LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Interrogatorio di garanzia: validità e competenza

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’interrogatorio di garanzia è pienamente valido anche se condotto da un giudice che, pur avendo ricevuto gli atti da un collega dichiaratosi incompetente, solleva a sua volta un conflitto di competenza. L’elemento cruciale, secondo la Corte, è che l’atto sia compiuto entro i termini di legge dal giudice che in quel momento ha la disponibilità materiale e giuridica del procedimento, garantendo così la continuità della misura cautelare. La richiesta di annullamento della misura per vizio procedurale è stata quindi respinta.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio di garanzia: la Cassazione chiarisce la validità dell’atto del giudice incompetente

L’interrogatorio di garanzia rappresenta un momento fondamentale per la tutela dei diritti della persona sottoposta a misura cautelare. Ma cosa accade se l’atto viene compiuto da un giudice che, pur avendo ricevuto il fascicolo, si dichiara a sua volta territorialmente incompetente? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio questa complessa questione procedurale, offrendo chiarimenti cruciali sulla validità degli atti e sulla continuità delle misure restrittive.

I Fatti del Caso

Un indagato veniva sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) di Roma. Nello stesso provvedimento, il Gip romano si dichiarava territorialmente incompetente, indicando come competente il Tribunale di Civitavecchia e trasmettendo a quest’ultimo gli atti del procedimento.

Il Gip di Civitavecchia, ricevuto il fascicolo, procedeva a effettuare l’interrogatorio di garanzia dell’indagato entro i dieci giorni previsti dalla legge. Subito dopo, però, anche il Gip di Civitavecchia si dichiarava incompetente, sollevando un conflitto negativo di competenza davanti alla Corte di Cassazione.

La difesa dell’indagato ha impugnato l’ordinanza, sostenendo che la misura cautelare avesse perso efficacia. Secondo la tesi difensiva, l’interrogatorio avrebbe dovuto essere condotto dal giudice che aveva originariamente emesso la misura (il Gip di Roma) e non da quello che, pur avendo ricevuto gli atti, si era a sua volta spogliato del caso.

La questione dell’interrogatorio di garanzia e la competenza del giudice

Il nodo centrale della controversia riguardava la validità dell’interrogatorio di garanzia condotto da un giudice che si riconosceva non competente. L’articolo 294 del codice di procedura penale stabilisce che l’interrogatorio debba essere svolto dal “giudice che ha deciso in ordine all’applicazione della misura cautelare”. La difesa interpretava questa norma in senso restrittivo, identificando tale figura esclusivamente con l’autorità giudiziaria che aveva firmato l’ordinanza iniziale.

Di conseguenza, si sosteneva che l’atto compiuto dal Gip di Civitavecchia fosse viziato e che, essendo scaduti i termini, la misura degli arresti domiciliari dovesse essere immediatamente revocata per inefficacia, come previsto dall’articolo 302 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una lettura chiara e funzionale delle norme procedurali. I giudici hanno chiarito che, ai fini della validità dell’interrogatorio di garanzia, ciò che rileva non è l’identità fisica del giudice che ha emesso la misura, ma la funzione giurisdizionale esercitata dal magistrato che, in un dato momento, è investito del procedimento.

Quando il Gip di Roma ha emesso la misura e contestualmente si è dichiarato incompetente, ha attivato il meccanismo previsto dall’articolo 27 del codice di procedura penale. In questo scenario, la misura cautelare mantiene la sua efficacia e il giudice designato come competente (in questo caso, il Gip di Civitavecchia) diventa il dominus del procedimento, con il dovere di compiere tutti gli atti necessari e urgenti.

Tra questi atti rientra, appunto, l’interrogatorio di garanzia. Il Gip di Civitavecchia era l’unico giudice nella posizione materiale e giuridica di poterlo espletare nei termini di legge, evitando così la caducazione della misura. Il fatto che anch’egli si sia successivamente dichiarato incompetente non invalida l’atto compiuto, poiché al momento dell’interrogatorio era l’autorità giudiziaria formalmente incaricata del caso. La giurisprudenza, hanno ricordato i giudici, è pacifica nel ritenere che l’essenziale è che l’atto venga compiuto dall’ufficio giudiziario che dispone del fascicolo, impedendo così la perdita di efficacia della misura.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio di pragmatismo e garanzia procedurale. La validità dell’interrogatorio di garanzia non dipende dalla persona fisica del giudice che ha emesso la misura, ma dall’ufficio giudiziario che in quel preciso momento ha la responsabilità del procedimento. Questa interpretazione assicura che le esigenze cautelari non vengano frustrate da questioni di competenza territoriale, garantendo al contempo che il diritto di difesa dell’indagato sia esercitato tempestivamente davanti all’autorità giudiziaria proceduralmente investita.

L’interrogatorio di garanzia è valido se svolto da un giudice diverso da quello che ha emesso la misura cautelare?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’atto è valido. L’elemento fondamentale è che l’interrogatorio sia condotto, entro i termini di legge, dal giudice che in quel momento è formalmente investito della procedura e ha la disponibilità degli atti, a prescindere dal fatto che sia lo stesso che ha emesso l’ordinanza iniziale.

Cosa succede all’efficacia di una misura cautelare se il giudice che la emette si dichiara incompetente?
La misura cautelare mantiene la sua piena efficacia. Secondo l’art. 27 del codice di procedura penale, il giudice che emette la misura e si dichiara incompetente deve trasmettere gli atti al giudice ritenuto competente, il quale ha l’onere di proseguire con gli adempimenti procedurali, come l’interrogatorio.

La misura cautelare perde efficacia se l’interrogatorio viene svolto da un giudice che poi, a sua volta, solleva un conflitto di competenza?
No, la misura non perde efficacia. La Corte ha chiarito che, finché l’interrogatorio è stato effettuato nei termini previsti dalla legge dal giudice che in quel momento era responsabile del procedimento, l’atto è valido e la misura resta efficace, anche se successivamente quel giudice solleva un conflitto di competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati