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Interrogatorio di garanzia: quando è valido l’avviso?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un avviso per l’interrogatorio di garanzia notificato al difensore il giorno prima dell’atto non ne causa automaticamente la nullità. Se il difensore, pur con difficoltà, riesce a presenziare all’interrogatorio (anche con un lieve ritardo concordato) e non solleva eccezioni formali né chiede un rinvio, il suo diritto di difesa si considera garantito. La valutazione, pertanto, deve essere fatta caso per caso, analizzando il comportamento concreto della difesa.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio di Garanzia con Breve Preavviso: Diritti a Rischio?

L’interrogatorio di garanzia rappresenta un momento cruciale per la tutela dei diritti della persona sottoposta a misura cautelare. Ma cosa succede quando l’avviso al difensore arriva con un preavviso minimo, quasi a ridosso dell’atto? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio questo delicato tema, chiarendo che la ristrettezza del termine non comporta, di per sé, la nullità dell’atto, se la difesa ha avuto la concreta possibilità di partecipare.

Il caso in esame: notifica tardiva e difesa a distanza

Il caso riguardava un individuo sottoposto a custodia cautelare in carcere per gravi reati. Il suo difensore, con studio legale in Calabria, riceveva la notifica per l’interrogatorio, fissato per le 9:00 del giorno successivo nel carcere di Cremona, solamente alle 14:20 del pomeriggio precedente.

La difesa lamentava una palese violazione del diritto di difesa, sostenendo l’impossibilità materiale di:
1. Ottenere copia degli atti, depositati presso la cancelleria del G.I.P. di Lodi che apriva al pubblico alla stessa ora dell’interrogatorio.
2. Approntare un’adeguata strategia difensiva.
3. Raggiungere in tempo utile il luogo dell’interrogatorio.

Il Tribunale del riesame, tuttavia, confermava la validità della misura, una decisione poi impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione del termine per l’interrogatorio di garanzia

Il ricorrente ha basato il suo ricorso su un unico, ma sostanziale, motivo: la violazione delle norme procedurali che garantiscono il diritto di difesa. Secondo la tesi difensiva, il termine estremamente risicato tra la notifica e l’atto stesso avrebbe di fatto impedito un’assistenza legale efficace, rendendo l’interrogatorio di garanzia una mera formalità priva di contenuto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, fornendo importanti chiarimenti sulla valutazione della lesione del diritto di difesa in queste circostanze. Il ragionamento dei giudici si è sviluppato su due punti principali.

In primo luogo, la Corte ha distinto tra l’omesso deposito degli atti (che costituirebbe una nullità) e la semplice omessa notifica dell’avviso di deposito. Nel caso di specie, il ricorrente lamentava solo la seconda circostanza che, secondo un consolidato orientamento, non inficia la validità dell’interrogatorio, ma incide solo sulla decorrenza del termine per impugnare il provvedimento cautelare.

In secondo luogo, e questo è il cuore della decisione, la Corte ha valutato la situazione ‘in concreto’. I giudici hanno osservato che il difensore, pur lamentando il poco tempo, non aveva chiesto un rinvio formale dell’atto. Al contrario, aveva inviato una comunicazione via PEC chiedendo semplicemente ‘la cortesia di poter attendere il tempo necessario’ per raggiungere il carcere dall’aeroporto. Tale richiesta è stata interpretata come una domanda di leggero differimento dell’orario, non di rinvio.

Infatti, l’interrogatorio è iniziato con un lieve ritardo, alle 10:08, e, fatto decisivo, alla presenza del difensore, il quale non ha sollevato alcuna eccezione in quella sede. La lesione del diritto di difesa, spiega la Corte, deve essere effettiva e va verificata caso per caso, considerando se il difensore abbia avuto la possibilità di esercitare il suo mandato, anche tramite un sostituto, o di chiedere un rinvio motivato.

Le conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di concretezza: la ristrettezza del termine tra l’avviso e l’interrogatorio di garanzia non è una causa automatica di nullità. La validità dell’atto dipende dalla possibilità effettiva, e non solo teorica, del difensore di partecipare. Se il legale, pur tra le difficoltà, presenzia all’atto senza eccepire la violazione e senza chiedere formalmente un rinvio, si presume che il diritto di difesa sia stato, in ultima analisi, salvaguardato. La condotta processuale del difensore diventa, quindi, un elemento determinante per la valutazione della validità dell’atto.

Una notifica per l’interrogatorio di garanzia ricevuta il giorno prima rende l’atto nullo?
No, non automaticamente. La Corte di Cassazione chiarisce che la validità deve essere valutata ‘in concreto’, verificando se il difensore abbia avuto la possibilità effettiva di partecipare o di chiedere un rinvio. La sola ristrettezza del termine non è sufficiente a determinare la nullità.

Cosa deve fare il difensore se ritiene il termine per comparire troppo breve?
Il difensore deve presentare una motivata istanza di differimento dell’atto. Deve dimostrare la comprovata difficoltà a presenziare personalmente e l’impossibilità di nominare un sostituto, chiedendo formalmente che l’interrogatorio venga posticipato per il tempo strettamente necessario a garantire la sua presenza.

La mancata notifica dell’avviso di deposito degli atti invalida l’interrogatorio di garanzia?
No. Secondo la giurisprudenza citata nella sentenza, la notifica dell’avviso di avvenuto deposito degli atti non condiziona la validità dell’interrogatorio, ma serve a far decorrere il termine per l’eventuale impugnazione del provvedimento cautelare. L’atto che non può mancare è il deposito stesso degli atti in cancelleria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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