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Interrogatorio di garanzia: omesso, detenzione nulla

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’omissione dell’interrogatorio di garanzia, anche se dovuta a un impedimento come l’indisponibilità di un interprete, comporta l’inefficacia della misura della custodia cautelare. Nel caso di specie, un cittadino straniero, non interrogato entro i cinque giorni previsti dalla legge, è stato immediatamente liberato. La sentenza sottolinea che l’impossibilità di svolgere l’interrogatorio durante l’udienza di convalida non esime il giudice dal garantirlo successivamente nei termini perentori di legge.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio di Garanzia Omesso: la Cassazione Ordina la Liberazione

L’interrogatorio di garanzia rappresenta uno dei pilastri fondamentali a tutela della libertà personale nel nostro ordinamento processuale penale. Si tratta del primo e cruciale momento di confronto tra la persona arrestata e il giudice, un’occasione imprescindibile per l’indagato di esporre le proprie ragioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza l’inderogabilità di questo adempimento, chiarendo che la sua omissione, anche se causata da impedimenti oggettivi come la mancanza di un interprete, determina l’immediata perdita di efficacia della custodia cautelare in carcere.

I Fatti del Caso: L’arresto e la Mancanza dell’Interprete

La vicenda riguarda un cittadino di nazionalità turca, arrestato dalla polizia di frontiera a Palermo perché trovato in possesso di un passaporto bulgaro contraffatto. L’uomo, non conoscendo la lingua italiana, necessitava dell’assistenza di un interprete per poter partecipare attivamente al procedimento a suo carico.

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), durante l’udienza di convalida dell’arresto, si trovava di fronte a un problema: l’unico interprete di lingua turca disponibile poteva essere presente solo nel pomeriggio, quando sarebbero scaduti i termini perentori di 48 ore per la convalida. Il GIP, invocando una causa di “forza maggiore”, procedeva comunque a convalidare l’arresto e ad applicare la misura della custodia cautelare in carcere, senza però interrogare l’indagato. Crucialmente, anche nei giorni successivi, l’interrogatorio non veniva mai effettuato.

Il Percorso Giudiziario e l’Importanza dell’Interrogatorio di Garanzia

La difesa presentava un’istanza per la revoca della misura cautelare, lamentando la nullità della convalida per la mancata audizione dell’arrestato. Tuttavia, sia il Tribunale di Palermo in prima istanza, sia il Tribunale del riesame in appello, respingevano la richiesta. I giudici di merito si concentravano sulla validità della convalida dell’arresto, sostenendo che la nullità non si estendeva automaticamente alla successiva misura cautelare.

La difesa, però, ricorreva in Cassazione, portando la questione su un piano diverso e decisivo: il problema non era solo la nullità dell’udienza di convalida, ma la radicale omissione dell’interrogatorio di garanzia previsto dall’articolo 294 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva, spostando il focus dalla convalida dell’arresto all’obbligo inderogabile dell’interrogatorio. I giudici hanno chiarito un principio fondamentale: se l’interrogatorio non può essere svolto durante l’udienza di convalida per una causa di forza maggiore (come la temporanea indisponibilità di un interprete), il giudice ha il dovere di effettuarlo “immediatamente e comunque non oltre cinque giorni dall’inizio dell’esecuzione della custodia”.

Questo termine non è un semplice adempimento formale, ma una garanzia sostanziale per la persona detenuta. La sua violazione comporta una conseguenza drastica: la misura cautelare perde efficacia automaticamente, ai sensi dell’art. 302 del codice di procedura penale. La Corte ha specificato che la successiva traduzione dell’ordinanza cautelare nella lingua dell’indagato non può in alcun modo sanare o sostituire il mancato interrogatorio, poiché assolve solo all’obbligo di contestazione dei fatti, ma non a quello di ascoltare le difese dell’interessato.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito sull’assoluta centralità delle garanzie difensive nel sistema processuale. L’interrogatorio di garanzia non è un passaggio burocratico che può essere sacrificato sull’altare delle difficoltà organizzative. La Corte ha stabilito che, cessata la causa di forza maggiore (nel caso di specie, già nel pomeriggio dello stesso giorno con la disponibilità dell’interprete), il termine di cinque giorni per l’interrogatorio iniziava a decorrere.

Poiché l’interrogatorio non è mai stato espletato, la custodia cautelare è divenuta inefficace con effetto retroattivo (ex tunc), come se non fosse mai stata legittimamente disposta. Per questo motivo, la Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha ordinato l’immediata liberazione dell’imputato, se non detenuto per altra causa. La decisione riafferma che il diritto alla difesa e al contraddittorio prevale su qualsiasi esigenza pratica, specialmente quando è in gioco la libertà personale.

La mancanza di un interprete giustifica la definitiva omissione dell’interrogatorio di garanzia?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’indisponibilità temporanea di un interprete può costituire una causa di forza maggiore che giustifica il rinvio dell’interrogatorio durante l’udienza di convalida, ma non esime il giudice dall’obbligo di effettuarlo entro il termine perentorio di cinque giorni dall’inizio della detenzione.

Cosa succede se l’interrogatorio di garanzia non viene effettuato entro i termini di legge?
Se l’interrogatorio di garanzia non viene svolto entro cinque giorni dall’inizio dell’esecuzione della custodia, la misura cautelare perde immediatamente ed automaticamente efficacia, come previsto dall’art. 302 del codice di procedura penale. Ciò comporta l’obbligo di immediata liberazione della persona detenuta.

La traduzione dell’ordinanza cautelare nella lingua dell’indagato può sostituire l’interrogatorio di garanzia?
No. La traduzione dell’ordinanza assolve all’obbligo di informare l’indagato sui motivi del provvedimento restrittivo (contestazione), ma non può sostituire l’interrogatorio, che ha la funzione fondamentale di permettere all’indagato di esporre le proprie difese direttamente al giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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