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Interrogatorio di garanzia: obbligo e giudice incompetente

La Corte di Cassazione ha stabilito che non è necessario un nuovo interrogatorio di garanzia quando un giudice, riconosciuto competente, emette una nuova ordinanza cautelare basata su un quadro indiziario sostanzialmente invariato rispetto a quello del precedente giudice incompetente. L’aggiunta di elementi meramente confermativi non costituisce ‘fatto nuovo’ tale da imporre la rinnovazione dell’atto. Di conseguenza, il ricorso dell’indagato è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio di garanzia: non sempre necessario dopo la dichiarazione di incompetenza

L’applicazione di una misura cautelare personale rappresenta uno dei momenti più delicati del procedimento penale, e l’interrogatorio di garanzia ne costituisce un presidio difensivo fondamentale. Ma cosa accade quando il giudice che ha emesso la misura viene dichiarato incompetente per territorio? È sempre necessario che il nuovo giudice, quello competente, proceda a un nuovo interrogatorio? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un importante chiarimento su questo punto, stabilendo che la rinnovazione dell’atto non è automatica, ma dipende dalla natura degli elementi posti a fondamento della nuova ordinanza.

I Fatti del Caso Processuale

La vicenda trae origine dall’arresto di un soggetto nel novembre 2021, seguito dall’applicazione della custodia in carcere disposta dal G.I.P. del luogo di arresto. Successivamente, il giudice si dichiarava incompetente per territorio, trasmettendo gli atti a un’altra autorità giudiziaria. Quest’ultima emetteva una nuova ordinanza cautelare in rinnovazione, ai sensi dell’art. 27 del codice di procedura penale. Nel corso del procedimento, l’indagato sollevava un’eccezione di incompetenza territoriale, che veniva accolta, portando alla trasmissione degli atti a una terza autorità giudiziaria, quella di Bologna.

Il G.I.P. di Bologna, nel gennaio 2023, provvedeva a sua volta a emettere una nuova ordinanza cautelare. La difesa dell’indagato, tuttavia, chiedeva la declaratoria di perdita di efficacia della misura, lamentando il mancato espletamento di un nuovo interrogatorio di garanzia. Secondo la difesa, il giudice competente aveva utilizzato elementi probatori nuovi, emersi dopo la prima ordinanza, in particolare le dichiarazioni accusatorie rese da altri co-indagati. Questa circostanza, a dire della difesa, avrebbe modificato il quadro indiziario, rendendo necessario un nuovo confronto per garantire il diritto di difesa. Sia il G.I.P. che il Tribunale del riesame rigettavano l’istanza, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione dell’obbligo del nuovo interrogatorio di garanzia

Il nucleo del ricorso si concentrava sulla violazione di legge derivante dal mancato espletamento di un nuovo interrogatorio di garanzia. La tesi difensiva sosteneva che l’utilizzo di nuove dichiarazioni accusatorie da parte del giudice competente non si limitava a una mera rivalutazione di elementi già noti, ma introduceva un ‘novum’ probatorio che alterava l’essenza del quadro accusatorio. Di conseguenza, si imponeva la necessità di un nuovo interrogatorio per permettere all’indagato di difendersi da queste nuove accuse e circostanze.

L’interpretazione delle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, nel decidere il caso, ha richiamato i principi consolidati espressi dalle Sezioni Unite. Secondo la giurisprudenza di legittimità, una misura cautelare disposta da un giudice incompetente non perde efficacia se il giudice competente emette una propria ordinanza entro i termini, a condizione che non vengano contestati fatti nuovi o che il provvedimento non si fondi su indizi o esigenze cautelari diverse da quelle originarie. Il punto cruciale diventa quindi definire cosa si intenda per ‘fatti nuovi’.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha specificato che per ‘fatti nuovi’ devono intendersi quelli idonei a incidere in modo significativo sulla conformazione dell’episodio addebitato, rendendolo diverso o ulteriore. Non rientrano in questa categoria le dichiarazioni rese da altri soggetti, indagati o imputati, che si limitano a confermare il quadro indiziario già delineato nella prima ordinanza. Tali elementi, pur essendo successivi, non modificano l’essenza della contestazione e, pertanto, non rendono necessario un nuovo interrogatorio di garanzia.

Nel caso di specie, i giudici di legittimità hanno ritenuto che le dichiarazioni dei co-indagati utilizzate dal G.I.P. di Bologna fossero meramente confermative di dati già acquisiti e contestati. Non introducevano elementi di fatto capaci di alterare la struttura dell’accusa originaria. L’ordinanza del giudice competente, pur menzionando questi nuovi apporti, si basava sul medesimo impianto accusatorio della precedente. Pertanto, la Corte ha concluso che il ricorso era inammissibile, in quanto le censure sollevate erano generiche e non riuscivano a scalfire il fondamento logico della decisione impugnata, la quale aveva correttamente escluso la presenza di ‘fatti nuovi’.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio di fondamentale importanza pratica: il trasferimento di un procedimento per incompetenza territoriale non comporta un automatico ‘reset’ delle garanzie difensive già espletate. L’obbligo di un nuovo interrogatorio di garanzia sorge solo quando il giudice competente non si limita a una semplice rivalutazione del materiale esistente, ma fonda la sua decisione su un quadro fattuale o probatorio sostanzialmente diverso. L’acquisizione di elementi meramente confermativi, come le dichiarazioni di co-indagati che non alterano l’accusa, non è sufficiente a far scattare tale obbligo. Questa interpretazione bilancia l’efficienza processuale con la tutela del diritto di difesa, evitando duplicazioni di atti non necessarie quando la sostanza dell’accusa rimane invariata.

Quando un giudice competente rinnova una misura cautelare emessa da un giudice incompetente, è sempre obbligatorio un nuovo interrogatorio di garanzia?
No, non è sempre obbligatorio. Secondo la Corte, non è necessario se la nuova ordinanza non contesta fatti nuovi o non si fonda su indizi o esigenze cautelari in tutto o in parte diversi da quelli posti a fondamento del primo provvedimento.

Cosa si intende per ‘fatti nuovi’ che possono rendere necessario un nuovo interrogatorio?
Per ‘fatti nuovi’ si intendono elementi che sono idonei a incidere significativamente sulla conformazione dell’episodio addebitato, rendendolo diverso o ulteriore. Non rientrano in questa categoria le semplici dichiarazioni che confermano un quadro indiziario già delineato.

Le dichiarazioni di altri indagati, successive alla prima ordinanza, sono considerate ‘fatti nuovi’?
No. La Corte ha chiarito che le dichiarazioni rese da altri soggetti, se sono meramente confermative del quadro indiziario già chiaramente delineato nella prima ordinanza, non modificano nella sua essenza la misura cautelare e quindi non costituiscono ‘fatti nuovi’ tali da imporre un nuovo interrogatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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