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Interrogatorio di garanzia: nullità e rimedi

La Corte di Cassazione ha stabilito che la nullità dell’interrogatorio di garanzia, dovuta al mancato avviso al difensore di fiducia durante l’udienza di convalida, non invalida automaticamente l’ordinanza di custodia cautelare. Tale vizio, tuttavia, fa scattare l’obbligo di un nuovo interrogatorio entro i termini di legge. Se ciò non avviene, la misura diventa inefficace. La Corte ha precisato che tale inefficacia non può essere eccepita in sede di riesame, che valuta solo la legittimità originaria del provvedimento, ma deve essere fatta valere con un’apposita istanza al Giudice per le Indagini Preliminari.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio di Garanzia Nullo: la Cassazione Spiega i Rimedi Corretti

Un recente intervento della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale della procedura penale: quali sono le conseguenze di un interrogatorio di garanzia nullo e quali strumenti ha a disposizione la difesa? La sentenza analizza il caso di un indagato il cui difensore di fiducia non era stato avvisato per l’udienza di convalida dell’arresto, un vizio che ha innescato una catena di eventi procedurali. La decisione sottolinea la netta distinzione tra la nullità di un atto e l’inefficacia della misura cautelare, indicando il percorso corretto per far valere i propri diritti.

I Fatti del Caso

La vicenda ha inizio con l’arresto di un uomo il 18 aprile 2025. Il giorno seguente, nomina il suo avvocato di fiducia. Tuttavia, all’udienza di convalida, tenutasi il 21 aprile, l’avvocato non viene convocato. Durante questa udienza, il giudice convalida l’arresto, dispone la custodia in carcere ed effettua un interrogatorio.

Successivamente, il giudice si dichiara incompetente e trasmette gli atti a un altro tribunale. Il nuovo Giudice per le Indagini Preliminari, il 6 maggio, conferma la misura cautelare senza procedere a un nuovo interrogatorio, ritenendo valido quello già svolto.

La difesa presenta istanza al Tribunale del Riesame, sostenendo che l’omesso avviso al difensore ha causato una nullità assoluta e insanabile dell’udienza di convalida e, di conseguenza, dell’interrogatorio. Poiché non era stato svolto un interrogatorio di garanzia valido, la misura cautelare avrebbe dovuto perdere efficacia. Il Tribunale del Riesame, pur riconoscendo la nullità, rigetta l’istanza, affermando che il vizio non incide sull’efficacia della misura e andava contestato con un diverso strumento.

L’importanza dell’Interrogatorio di garanzia e la tesi difensiva

La difesa ha basato il suo ricorso in Cassazione su un principio fondamentale: la violazione del diritto di difesa. L’omesso avviso al difensore di fiducia per un atto cruciale come l’udienza di convalida dell’arresto costituisce, secondo l’art. 179 c.p.p., una nullità di carattere assoluto. Questa nullità, secondo la tesi difensiva, si estende a tutti gli atti conseguenti, compreso l’interrogatorio di garanzia svolto in quella sede.

Di conseguenza, non essendo mai stato compiuto un interrogatorio valido entro i termini previsti dalla legge (art. 294 c.p.p.), la misura della custodia in carcere avrebbe dovuto essere dichiarata inefficace, con conseguente liberazione dell’indagato.

La Decisione della Cassazione: Autonomia dei Procedimenti e Rimedio Corretto

La Corte di Cassazione, pur concordando con le premesse della difesa sulla nullità dell’interrogatorio, ha rigettato il ricorso perché proposto con lo strumento sbagliato. I giudici hanno chiarito che la nullità dell’interrogatorio di garanzia non determina la nullità automatica dell’ordinanza che dispone la custodia cautelare. Si tratta di due provvedimenti distinti e autonomi.

L’ordinanza cautelare rimane valida, ma la nullità dell’interrogatorio fa sorgere l’obbligo per il giudice competente di effettuarne uno nuovo entro i termini di legge. Se questo non avviene, la misura cautelare perde efficacia. Tuttavia, questo vizio non riguarda la legittimità genetica della misura (cioè i presupposti per la sua emissione), ma la sua persistenza nel tempo.

Le motivazioni

La motivazione centrale della sentenza risiede nella distinzione dei rimedi processuali. Il Tribunale del Riesame ha il compito di verificare la legittimità originaria dell’ordinanza cautelare (i cosiddetti vizi genetici). Le questioni che sorgono dopo l’emissione del provvedimento, come la mancata o invalida esecuzione dell’interrogatorio di garanzia, non rientrano nella sua competenza. Questi vizi, che portano all’inefficacia della misura, devono essere fatti valere attraverso un’istanza specifica rivolta al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), ai sensi dell’art. 306 c.p.p. La decisione del GIP su tale istanza è poi appellabile secondo le regole ordinarie (art. 310 c.p.p.). Sollevare la questione in sede di riesame è, pertanto, un errore procedurale che rende la doglianza inammissibile.

Le conclusioni

La sentenza offre un’importante lezione pratica: la scelta del corretto strumento processuale è fondamentale per la tutela dei diritti. Anche in presenza di una palese violazione, come il mancato avviso al difensore, l’utilizzo di un rimedio non previsto dalla legge per quella specifica situazione porta al rigetto della richiesta. La Corte ha ribadito che la nullità dell’interrogatorio di garanzia non travolge l’ordinanza cautelare, ma apre la strada a un diverso percorso: la richiesta di declaratoria di inefficacia della misura al GIP per il mancato rispetto dei termini procedurali successivi. Una distinzione tecnica ma decisiva per le sorti della libertà personale dell’indagato.

La nullità dell’interrogatorio di garanzia svolto in sede di convalida rende nulla anche la misura cautelare?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che l’ordinanza che dispone la misura è un atto autonomo e distinto. La sua validità originaria non è direttamente inficiata dalla nullità dell’interrogatorio, che è un atto successivo.

Cosa succede se l’interrogatorio di garanzia è nullo o non viene effettuato nei termini di legge?
La misura cautelare diventa inefficace. Questo significa che perde la sua validità e il giudice deve disporre l’immediata liberazione della persona. Tuttavia, tale inefficacia non è automatica ma deve essere richiesta dalla difesa.

È possibile sollevare la questione dell’inefficacia della misura per mancato interrogatorio davanti al Tribunale del Riesame?
No. Il Tribunale del Riesame ha il compito di valutare solo la legittimità dei presupposti iniziali che hanno portato all’emissione della misura cautelare. L’inefficacia dovuta a vizi successivi, come il mancato interrogatorio, deve essere eccepita con un’apposita istanza al Giudice per le Indagini Preliminari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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