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Interrogatorio di garanzia: no rinvio con nuovo legale

La Corte di Cassazione ha stabilito che la nomina di un nuovo difensore di fiducia il giorno prima dell’interrogatorio di garanzia non conferisce un diritto automatico al rinvio. La Corte ha rigettato il ricorso di un indagato, confermando la validità dell’atto svolto con un sostituto. Il principio chiave è che il difensore rinunciante ha l’obbligo di garantire l’assistenza fino a quando il nuovo legale non sia effettivamente operativo, assicurando così la continuità della difesa e impedendo manovre dilatorie.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio di Garanzia: Nomina di un Nuovo Legale e Diritto al Rinvio

L’interrogatorio di garanzia rappresenta un momento fondamentale nel procedimento penale, costituendo la prima occasione per l’indagato di confrontarsi con l’autorità giudiziaria dopo l’applicazione di una misura cautelare. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 10942/2024) ha affrontato una questione cruciale: la nomina di un nuovo avvocato a ridosso dell’interrogatorio giustifica un rinvio dell’atto? La risposta della Suprema Corte fornisce importanti chiarimenti sul bilanciamento tra diritto di difesa e corretta amministrazione della giustizia.

I Fatti di Causa

Nel caso esaminato, un individuo era stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa per i reati di tentata estorsione e lesioni personali. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) fissava l’interrogatorio di garanzia per la mattina del 31 marzo 2023. Tuttavia, solo nel pomeriggio del giorno precedente (30 marzo), l’indagato nominava un nuovo difensore di fiducia, a seguito della rinuncia del precedente legale. Il nuovo avvocato chiedeva immediatamente un rinvio dell’interrogatorio per poter studiare gli atti e preparare la difesa.

Il GIP rigettava l’istanza di differimento e l’interrogatorio si svolgeva regolarmente alla presenza di un sostituto del difensore. L’indagato impugnava questa decisione, sostenendo che il mancato rinvio avesse leso il suo diritto di difesa e chiedendo la declaratoria di inefficacia della misura cautelare. Sia il GIP che, in seguito, il Tribunale di Bari rigettavano le sue richieste, ritenendo legittimo il diniego del rinvio.

Il Principio di Continuità della Difesa nell’Interrogatorio di Garanzia

Il ricorrente si rivolgeva quindi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione dell’articolo 108 del codice di procedura penale. A suo avviso, la nomina di un nuovo legale a così breve distanza dall’atto avrebbe dovuto comportare la concessione di un termine a difesa e, di conseguenza, il rinvio dell’interrogatorio.

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo infondato e cogliendo l’occasione per ribadire un principio fondamentale del diritto processuale penale.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sul principio di continuità dell’assistenza difensiva, come disciplinato dall’art. 108 c.p.p. Secondo tale norma, la rinuncia o la revoca del mandato da parte del difensore non produce effetti immediati. Il legale uscente, infatti, ha l’obbligo di continuare a prestare la propria assistenza fino a quando l’imputato non sia effettivamente assistito da un nuovo difensore (di fiducia o d’ufficio) e non sia decorso l’eventuale termine a difesa concesso a quest’ultimo.

Questo meccanismo è posto a garanzia dell’indagato, per evitare che rimanga privo di difesa in momenti cruciali del procedimento. Applicando questo principio al caso di specie, la Corte ha concluso che non vi è stata alcuna violazione di legge. Anche se il giudice avesse concesso un termine a difesa al nuovo avvocato, l’indagato avrebbe comunque dovuto essere assistito dal difensore rinunciante, il quale era già a piena conoscenza degli atti processuali. Pertanto, la celebrazione dell’interrogatorio di garanzia era pienamente legittima, poiché la difesa tecnica era comunque assicurata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza n. 10942/2024 rafforza un orientamento giurisprudenziale consolidato, volto a bilanciare il sacrosanto diritto di difesa con l’esigenza di celerità ed efficienza del processo penale. La decisione chiarisce che la nomina di un nuovo legale non può essere utilizzata come uno strumento per ottenere rinvii automatici e potenzialmente dilatori. La continuità della difesa è garantita dall’obbligo del precedente avvocato di proseguire nel suo incarico fino al subentro effettivo del nuovo collega. Questa pronuncia serve da monito: la scelta di cambiare difensore deve essere pianificata con attenzione, poiché non costituisce un lasciapassare per la posticipazione di atti processuali indifferibili come l’interrogatorio di garanzia.

La nomina di un nuovo avvocato il giorno prima dell’interrogatorio di garanzia dà diritto a un rinvio?
No, secondo la Corte di Cassazione non esiste un diritto automatico al rinvio. La decisione è discrezionale del giudice, che deve valutare le circostanze del caso concreto, tenendo conto del principio di continuità della difesa.

Chi deve assistere l’indagato se il suo avvocato rinuncia all’incarico poco prima di un atto importante?
L’articolo 108 del codice di procedura penale stabilisce che il difensore rinunciante o revocato ha l’obbligo di continuare a garantire l’assistenza difensiva fino a quando il suo assistito non sia effettivamente difeso da un nuovo legale e sia scaduto l’eventuale termine a difesa concesso.

Il mancato rinvio dell’interrogatorio in queste circostanze rende la misura cautelare inefficace?
No. Se l’interrogatorio si svolge validamente, con la presenza di un difensore (anche un sostituto o il legale rinunciante), non si verifica alcuna nullità o violazione del diritto di difesa che possa causare l’inefficacia della misura cautelare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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