LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Interesse ad impugnare: ricorso PM inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro l’annullamento di un sequestro preventivo. La decisione si fonda sulla carenza di interesse ad impugnare, poiché il PM ha contestato solo il ‘fumus commissi delicti’ senza affrontare il ‘periculum in mora’, requisito essenziale per l’adozione della misura cautelare.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interesse ad Impugnare: Perché il Ricorso del PM è Inammissibile se Manca il Periculum in Mora

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: la necessità di un concreto interesse ad impugnare da parte del Pubblico Ministero. Nel caso di specie, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato contro l’annullamento di un sequestro preventivo, poiché l’accusa si era limitata a contestare la valutazione sul fumus commissi delicti, tralasciando completamente di argomentare sul periculum in mora, ovvero il pericolo nel ritardo. Analizziamo i dettagli della decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa: Sequestro su Cripto-valute e Annullamento del Tribunale

Il procedimento trae origine da un’indagine per reati tributari a carico di un soggetto. Il Giudice per le indagini preliminari, ravvisando sufficienti indizi del reato di dichiarazione infedele (art. 4 d.lgs. 74/2000), aveva disposto un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, sia diretta che per equivalente, per un valore di oltre 900.000 euro, colpendo beni, conti correnti e anche monete virtuali.

In seguito all’istanza di riesame presentata dalla difesa dell’indagato, il Tribunale della Libertà annullava il provvedimento di sequestro, ritenendo insussistente il fumus commissi delicti. Contro questa ordinanza, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per cassazione, lamentando l’errata applicazione della normativa fiscale relativa alle plusvalenze derivanti da operazioni su cripto-valute.

La Decisione della Cassazione e l’Interesse ad Impugnare

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso del Pubblico Ministero inammissibile per carenza di interesse. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale che interpreta l’interesse ad impugnare in una prospettiva puramente utilitaristica.

Il Principio Utilitaristico dell’Impugnazione Penale

A differenza del processo civile, dove l’impugnazione si basa sul concetto di ‘soccombenza’, nel processo penale l’interesse ad impugnare è legato alla possibilità di ottenere un risultato pratico favorevole. Chi impugna deve dimostrare che l’accoglimento del suo ricorso può portare a una decisione più vantaggiosa e coerente con il sistema normativo. Un’impugnazione meramente teorica, che non produce effetti concreti, è considerata inammissibile.

L’Indispensabilità del ‘Periculum in Mora’ nel Sequestro Preventivo

Il sequestro preventivo, anche quando finalizzato a una confisca obbligatoria, richiede la compresenza di due requisiti fondamentali:
1. Fumus commissi delicti: la sussistenza di concreti indizi di reato.
2. Periculum in mora: il pericolo concreto e attuale che la libera disponibilità dei beni possa disperdere le garanzie patrimoniali per la futura confisca.

Il Tribunale del riesame aveva annullato il sequestro basandosi esclusivamente sulla ritenuta assenza del primo requisito (il fumus), senza pronunciarsi sul secondo (il periculum). Il Pubblico Ministero, nel suo ricorso, ha contestato solo la valutazione sul fumus, senza allegare alcun elemento a sostegno dell’esistenza attuale e concreta del periculum.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha spiegato che, anche se avesse accolto il motivo di ricorso del PM relativo al fumus commissi delicti, non avrebbe potuto comunque ripristinare la misura cautelare. L’eventuale annullamento con rinvio avrebbe restituito gli atti al Tribunale, che avrebbe comunque dovuto valutare la sussistenza del periculum in mora. Poiché il PM non ha fornito alcun argomento su questo punto essenziale, l’impugnazione si è rivelata priva di qualsiasi utilità pratica. In assenza di una prospettazione sul pericolo di dispersione dei beni, il ricorso è stato giudicato inidoneo a conseguire una decisione favorevole all’impugnante. Di conseguenza, è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio cardine della procedura penale: l’impugnazione non è un mero esercizio dialettico, ma uno strumento finalizzato a ottenere un risultato concreto. Per il Pubblico Ministero che intende opporsi all’annullamento di un sequestro preventivo, non è sufficiente contestare la valutazione del giudice sul profilo del reato (fumus). È indispensabile e strategico argomentare in modo specifico anche sull’attualità e concretezza delle esigenze cautelari (periculum), dimostrando che esiste un rischio reale che i beni vengano dispersi. In caso contrario, come dimostra questo caso, il ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile per mancanza di un effettivo interesse ad agire.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse ad impugnare, poiché il PM ha contestato solo l’insussistenza del ‘fumus commissi delicti’ (indizi di reato) senza allegare alcun elemento a sostegno del ‘periculum in mora’ (pericolo di dispersione dei beni), rendendo l’impugnazione priva di utilità pratica.

Cosa si intende per ‘interesse ad impugnare’ nel processo penale?
Nel processo penale, l’interesse ad impugnare ha una natura utilitaristica: la parte che impugna deve poter ottenere un risultato concreto e più vantaggioso dalla riforma della decisione. Non è sufficiente la semplice ‘soccombenza’ teorica, ma serve la prospettiva di un’utilità reale.

Per disporre un sequestro preventivo è sufficiente la sussistenza di indizi di reato?
No. Secondo la sentenza, per la validità di un sequestro preventivo sono necessari entrambi i presupposti: il ‘fumus commissi delicti’ (indizi di reato) e il ‘periculum in mora’ (il pericolo concreto e attuale che la libera disponibilità del bene possa pregiudicare la futura confisca). La mancanza di uno dei due requisiti rende la misura illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati