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Interesse a impugnare sequestro: quando è ammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro un decreto di sequestro preventivo, ribadendo un principio fondamentale: l’interesse a impugnare un sequestro sorge solo nel momento in cui il provvedimento viene materialmente eseguito, rendendo i beni indisponibili. Il caso riguardava il sequestro di un immobile e di conti correnti. L’indagato aveva presentato ricorso sostenendo che i suoi conti fossero già di fatto bloccati, ma non ha fornito alcuna prova a sostegno di tale affermazione. La Corte ha concluso che, in assenza di esecuzione o della prova di un’indisponibilità di fatto, manca l’interesse concreto e attuale che giustifica l’impugnazione.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interesse a Impugnare Sequestro: Quando Scatta il Diritto al Ricorso?

Il sequestro preventivo è uno degli strumenti più incisivi a disposizione dell’autorità giudiziaria, in grado di bloccare beni e patrimoni prima ancora di una condanna definitiva. Ma da quale momento esatto una persona può opporsi a tale misura? Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale: l’interesse a impugnare sequestro non nasce dalla semplice emissione del decreto, ma dalla sua concreta esecuzione. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso analizzato dalla Suprema Corte riguarda un individuo sottoposto a indagini, i cui beni, un immobile e diversi conti correnti, erano stati oggetto di un decreto di sequestro preventivo. L’indagato, tramite il suo difensore, aveva prontamente presentato una richiesta di riesame al Tribunale competente, chiedendo l’annullamento del provvedimento.

Tuttavia, il Tribunale aveva dichiarato l’impugnazione inammissibile per una ragione puramente procedurale: la mancanza di un “concreto interesse” alla restituzione. Secondo i giudici, non risultava che il sequestro fosse già stato materialmente eseguito. Contro questa decisione, l’indagato ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che, sebbene non formalizzato, il blocco dei suoi conti correnti era già di fatto operativo, ledendo così il suo diritto a disporne.

Quando Sorge l’Interesse a Impugnare un Sequestro Preventivo

Il cuore della questione giuridica ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 324 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che il termine per presentare richiesta di riesame decorre “dalla data di esecuzione del provvedimento” o “dalla diversa data in cui l’interessato ha avuto conoscenza dell’avvenuto sequestro”.

La Corte di Cassazione, aderendo all’orientamento giurisprudenziale dominante, ha ribadito che il legislatore ha voluto legare la possibilità di ricorrere a un evento fattuale: l’effettiva apprensione del bene. L’impugnazione non serve a ottenere una mera dichiarazione di illegittimità di un atto, ma a rimuovere un vincolo reale sulla cosa e a ottenerne la restituzione. Pertanto, finché il bene rimane nella piena disponibilità dell’interessato, non esiste un interesse concreto e attuale che giustifichi un ricorso.

Il Caso Particolare dei Conti Correnti

La sentenza prende in esame anche un orientamento giurisprudenziale diverso, particolarmente rilevante per il sequestro di somme di denaro su conti bancari. A volte, un istituto di credito, informato dalla polizia giudiziaria dell’imminente sequestro, potrebbe procedere autonomamente al “blocco” preventivo del conto, rendendo le somme indisponibili ancora prima dell’esecuzione formale del decreto del giudice.

In queste circostanze, si crea una situazione di indisponibilità di fatto che è del tutto assimilabile agli effetti del sequestro vero e proprio. Di conseguenza, secondo questo filone interpretativo, l’interesse a ricorrere sorgerebbe già dal momento del blocco bancario, in quanto è da quel preciso istante che il titolare del conto subisce un pregiudizio concreto.

Le Motivazioni della Cassazione

Nonostante l’apertura a considerare l’indisponibilità di fatto come presupposto per il ricorso, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso nel caso specifico. La ragione è netta: il ricorrente si è limitato ad affermare che i suoi conti erano stati bloccati, senza però fornire alcuna prova documentale a sostegno.

La Corte sottolinea che l’onere di dimostrare l’avvenuta esecuzione del sequestro o una situazione di fatto equivalente (come il blocco del conto) ricade su chi impugna il provvedimento. In assenza di tale allegazione documentale, la richiesta di riesame risulta priva del suo presupposto fondamentale: l’interesse a impugnare sequestro, che deve essere, appunto, concreto e attuale.

Conclusioni

La decisione in esame offre un’importante lezione pratica: non basta essere destinatari di un decreto di sequestro per poterlo impugnare. È necessario che il vincolo sul bene sia diventato effettivo. Chi intende presentare ricorso per riesame deve essere in grado di dimostrare che il sequestro è stato eseguito o che, come nel caso di un conto corrente, i beni sono già stati resi indisponibili di fatto. Un’affermazione generica, non supportata da prove documentali (come una comunicazione della banca), non è sufficiente a fondare l’interesse ad agire e porterà, come in questo caso, a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile impugnare un decreto di sequestro preventivo prima che sia stato materialmente eseguito?
No, secondo l’orientamento maggioritario ribadito dalla Corte di Cassazione, la richiesta di riesame è inammissibile se il sequestro non è stato ancora eseguito, poiché manca un interesse concreto e attuale alla restituzione del bene, che è ancora nella disponibilità dell’interessato.

Cosa si intende per “concreto interesse” a impugnare un sequestro?
Per “concreto interesse” si intende il vantaggio pratico che deriverebbe dall’accoglimento del ricorso, ovvero la rimozione del vincolo reale sul bene e la sua restituzione. Tale interesse sorge solo quando il bene non è più nella disponibilità del suo titolare a causa dell’esecuzione del sequestro.

In caso di sequestro di un conto corrente, da quando si può presentare ricorso?
Il ricorso può essere presentato dal momento dell’esecuzione formale del sequestro o, anche prima, dal momento in cui l’istituto bancario comunica il cosiddetto “blocco” del conto, rendendo di fatto le somme indisponibili. Tuttavia, è onere del ricorrente fornire la prova documentale di tale blocco per dimostrare la sussistenza del suo interesse ad agire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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