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Incompetenza territoriale MAE: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro la sentenza della Corte d’Appello che aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale a decidere su un Mandato di Arresto Europeo (MAE). La Suprema Corte ha chiarito che, in base al principio di tassatività dei mezzi di gravame, tale tipo di sentenza non è direttamente impugnabile, essendo il conflitto di competenza l’unico rimedio esperibile. L’analisi si concentra sulla non impugnabilità delle sentenze che declinano la competenza per l’incompetenza territoriale MAE.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incompetenza territoriale MAE: la Cassazione chiarisce i limiti dell’impugnazione

La gestione delle procedure legate al Mandato di Arresto Europeo (MAE) solleva spesso complesse questioni procedurali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 47705 del 2024, offre un importante chiarimento sui rimedi esperibili contro una decisione di incompetenza territoriale MAE. Questo pronunciamento ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: la tassatività dei mezzi di impugnazione, stabilendo che una sentenza che declina la competenza territoriale non è direttamente ricorribile per cassazione.

I fatti del caso

Il caso trae origine dalla richiesta di consegna di un cittadino rumeno, destinatario di un Mandato di Arresto Europeo emesso dalla Romania a seguito di una condanna definitiva per riciclaggio. La Corte di Appello di Milano, investita della questione, aveva dichiarato la propria incompetenza a decidere, trasmettendo gli atti alla Corte di Appello di Venezia. La decisione si basava sul fatto che l’interessato aveva dichiarato di risiedere in una località rientrante nella giurisdizione veneta, ritenendo irrilevante che si fosse spontaneamente presentato presso la Questura di Milano.

Contro questa sentenza, il difensore dell’uomo proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che la competenza dovesse radicarsi a Milano, poiché il suo assistito, essendo ricercato tramite MAE e inserito nella banca dati S.I.S., avrebbe dovuto essere arrestato, rendendo così determinante il luogo di presentazione.

La decisione della Corte di Cassazione: il ricorso è inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa delle norme che regolano le impugnazioni in materia di MAE, contenute nella legge n. 69 del 2005.

Gli Ermellini hanno evidenziato che l’articolo 22 di tale legge permette il ricorso per cassazione esclusivamente contro la sentenza che decide nel merito della consegna, ovvero quella che valuta la sussistenza delle condizioni per accogliere o respingere la richiesta dello Stato estero. Una sentenza che, come quella emessa dalla Corte di Appello di Milano, si limita a dichiarare la propria incompetenza per territorio non rientra in questa categoria.

Le motivazioni: il principio di tassatività e l’incompetenza territoriale MAE

Il cuore della motivazione risiede nel principio di tassatività dei mezzi di gravame. Questo principio stabilisce che un provvedimento giurisdizionale può essere contestato solo attraverso gli strumenti specificamente previsti dalla legge. Nel nostro sistema processuale, non è contemplato un ricorso immediato alla Cassazione per le pronunce che si limitano a decidere sulla competenza.

La Corte ha precisato che tale regola si applica pienamente anche alle procedure di consegna basate su un MAE. La sentenza che dichiara l’incompetenza territoriale, quindi, non è impugnabile. L’unico rimedio che l’ordinamento processuale appresta per risolvere un potenziale disaccordo tra giudici sulla competenza è il conflitto di competenza, disciplinato dall’articolo 28 del codice di procedura penale. Questo meccanismo si attiva se il secondo giudice, ricevuti gli atti, si ritiene a sua volta incompetente, rimettendo la decisione finale alla Corte di Cassazione.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: le questioni di competenza territoriale nelle procedure di MAE devono essere risolte all’interno dei meccanismi previsti dal codice di procedura penale, e non attraverso un’impugnazione diretta della parte interessata. Questo approccio garantisce l’ordine e la certezza del procedimento, evitando che la fase preliminare sulla competenza si trasformi in un’autonoma sede di ricorso che ritarderebbe la decisione finale sulla consegna.

Per i difensori e gli operatori del diritto, questa pronuncia ribadisce l’importanza di individuare correttamente lo strumento processuale adeguato. Tentare di impugnare una declaratoria di incompetenza territoriale con un ricorso per cassazione si traduce in una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile impugnare con ricorso per cassazione una sentenza che dichiara l’incompetenza territoriale in materia di Mandato di Arresto Europeo (MAE)?
No, secondo la sentenza in esame, una pronuncia che si limita a dichiarare l’incompetenza per territorio non è direttamente impugnabile con ricorso per cassazione, in base al principio di tassatività dei mezzi di gravame.

Qual è lo strumento corretto per risolvere un disaccordo sulla competenza territoriale tra due Corti d’Appello in un caso di MAE?
L’unico rimedio previsto dall’ordinamento è il conflitto di competenza. Se il giudice a cui sono stati trasmessi gli atti si ritiene a sua volta incompetente, solleverà un conflitto la cui risoluzione è demandata alla Corte di Cassazione.

Perché il ricorso dell’interessato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la legge (art. 22 della legge n. 69/2005) consente l’impugnazione solo contro le sentenze che decidono nel merito sulla sussistenza o meno delle condizioni per la consegna, non contro quelle che, come nel caso di specie, si limitano a declinare la competenza territoriale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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