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Incompatibilità difensiva: quando è sanabile?

Un imputato in custodia cautelare ha contestato la validità degli atti a causa di una presunta incompatibilità difensiva, poiché il suo legale assisteva anche un coimputato con una versione dei fatti contrastante. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che tale vizio costituisce una nullità a regime intermedio e non assoluta. Di conseguenza, non essendo stata eccepita tempestivamente, la nullità deve considerarsi sanata, confermando la validità della misura cautelare.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incompatibilità Difensiva: Quando un Vizio Processuale Diventa Sanabile

Nel processo penale, il diritto alla difesa è un pilastro fondamentale. Ma cosa accade quando lo stesso avvocato difende due coimputati con versioni dei fatti contrastanti? Questa situazione, nota come incompatibilità difensiva, è stata al centro di una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha chiarito la natura del vizio che ne deriva e, soprattutto, i limiti temporali per farlo valere.

I Fatti del Caso: Un Conflitto di Interessi tra Coimputati

Il caso trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per reati di omicidio volontario e rapina aggravata. Durante l’udienza di convalida del fermo, due dei principali indagati erano assistiti dagli stessi difensori. Le loro posizioni, però, apparvero subito divergenti: uno negava la propria partecipazione all’aggressione mortale, sostenendo di essere intervenuto solo per fermare un altro complice; l’altro, invece, ne affermava il pieno coinvolgimento.

Nonostante questo palese conflitto, la difesa non sollevò alcuna eccezione in quella sede. Successivamente, la richiesta di revoca della misura cautelare fu respinta e il Tribunale del Riesame confermò la decisione. L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando proprio la violazione del diritto di difesa a causa dell’originaria incompatibilità dei difensori.

La Questione Giuridica: Nullità Assoluta o Intermedia?

Il ricorrente sosteneva che l’incompatibilità difensiva avesse generato una nullità assoluta e insanabile, equiparabile alla totale assenza del difensore, come previsto dall’art. 179 del codice di procedura penale. Secondo questa tesi, il vizio avrebbe inficiato tutti gli atti successivi, compresa l’ordinanza che disponeva la custodia in carcere.

Il Tribunale del Riesame, tuttavia, aveva qualificato il vizio come una nullità a regime intermedio (art. 178 c.p.p.), ritenendola sanata a causa della mancata e tempestiva contestazione da parte della difesa.

La Decisione della Cassazione e l’incompatibilità difensiva

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l’interpretazione del Tribunale del Riesame. Gli Ermellini hanno stabilito un principio cruciale: la situazione di incompatibilità difensiva, pur rientrando tra le violazioni concernenti l’assistenza dell’imputato, non può essere assimilata alla sua ‘assenza’. Di conseguenza, essa non integra una nullità assoluta, bensì una nullità a regime intermedio.

Questo significa che, a differenza delle nullità assolute che possono essere rilevate in ogni stato e grado del procedimento, quelle intermedie devono essere eccepite entro termini di decadenza ben precisi.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi su una lettura sistematica delle norme processuali. Le nullità verificatesi prima dell’udienza di convalida devono essere dedotte prima che il giudice emetta i provvedimenti conclusivi di quell’udienza. Le nullità successive, invece, devono essere sollevate con l’impugnazione dell’atto viziato, in questo caso con il ricorso al Tribunale del Riesame.

Nel caso specifico, la difesa non aveva sollevato l’eccezione di incompatibilità né durante l’udienza di convalida né nel successivo riesame. Questa inerzia ha prodotto l’effetto della ‘sanatoria’ del vizio, rendendo la doglianza tardiva e inammissibile in sede di legittimità. La mancata impugnazione tempestiva ha, di fatto, consolidato la validità dell’ordinanza cautelare, precludendo ogni successiva contestazione sul punto.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale per la pratica forense: la vigilanza e la tempestività sono essenziali per la tutela dei diritti processuali. Un’eventuale incompatibilità difensiva, per quanto potenzialmente lesiva, non è un vizio che travolge automaticamente il procedimento. Deve essere eccepita nelle sedi e nei tempi corretti. In mancanza, il diritto a far valere tale nullità viene meno. Questa decisione serve da monito per i difensori sull’importanza di valutare attentamente l’assenza di conflitti di interesse e, qualora ne ravvisino l’esistenza, di attivarsi immediatamente per garantire la piena effettività del diritto di difesa del proprio assistito.

L’incompatibilità del difensore che assiste più coimputati con posizioni contrastanti è sempre causa di nullità assoluta?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che si tratta di una nullità a regime intermedio (art. 178 c.p.p.), non di una nullità assoluta e insanabile (art. 179 c.p.p.), in quanto non equivale alla totale ‘assenza’ del difensore.

Cosa succede se l’eccezione di incompatibilità difensiva non viene sollevata tempestivamente?
Secondo la sentenza, se la nullità a regime intermedio non viene eccepita nei termini previsti dalla legge (ad esempio, in sede di impugnazione della decisione del GIP), essa si considera ‘sanata’. Di conseguenza, il vizio processuale non può più essere fatto valere nelle fasi successive del procedimento.

Una nullità per incompatibilità si configura anche senza un danno concreto alla difesa?
No, la giurisprudenza concorda nel ritenere che la nullità si concretizza solo quando il conflitto di interessi tra coimputati risulta effettivo, attuale e abbia causato un concreto pregiudizio alla difesa del singolo soggetto, rendendo di fatto impossibile o inefficiente la comune strategia difensiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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