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Incompatibilità del giudice: la soluzione della Cassazione

Con l’ordinanza n. 12677/2024, la Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di correzione di una propria sentenza, chiarendo che il problema della potenziale incompatibilità del giudice d’appello, a seguito di annullamento per vizi procedurali, deve essere risolto dalla stessa corte di merito. Quest’ultima ha il dovere di comporre un nuovo collegio con magistrati diversi, in applicazione dell’art. 34 c.p.p., senza che sia necessario un rinvio a un diverso ufficio giudiziario.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incompatibilità del giudice: come risolvere dopo l’annullamento della Cassazione

Quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza d’appello, a quale giudice spetta celebrare il nuovo processo? E cosa succede se la corte competente ha una sola sezione, sollevando dubbi sulla incompatibilità del giudice che si è già espresso? Con l’ordinanza n. 12677 del 2024, la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione fornisce un’importante chiarimento procedurale, definendo le responsabilità della corte di merito nel garantire un giudizio imparziale.

I Fatti del Caso Processuale

La vicenda trae origine da una precedente sentenza della Corte di Cassazione (n. 46716/2023), con la quale era stata annullata senza rinvio una decisione della Corte di appello di Salerno. L’annullamento non riguardava il merito della questione, ma era stato disposto per ragioni puramente processuali, in particolare per la violazione del diritto di difesa dell’imputato. Di conseguenza, la Cassazione aveva ordinato la trasmissione degli atti alla stessa Corte di appello di Salerno per la celebrazione di un nuovo giudizio di secondo grado.

Successivamente, il presidente della sezione penale della Corte di appello di Salerno, evidenziando che il suo ufficio è composto da un’unica sezione penale, ha inviato una nota alla Cassazione per una “eventuale correzione” della sentenza. Il dubbio sotteso era che i giudici che avevano emesso la sentenza annullata potessero essere considerati incompatibili a celebrare il nuovo processo, e si chiedeva implicitamente l’indicazione di un’altra autorità giudiziaria.

La gestione dell’incompatibilità del giudice secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, ha rigettato la richiesta. Gli Ermellini hanno chiarito che non sussisteva alcun errore materiale da correggere. La decisione si fonda su una netta distinzione tra le diverse tipologie di annullamento e le relative conseguenze procedurali.

La Suprema Corte ha sottolineato che il precedente annullamento era avvenuto per motivi esclusivamente processuali. Pertanto, non si rientrava nelle ipotesi previste dall’art. 623, lett. d), del codice di procedura penale, che disciplina il rinvio a un’altra sezione della stessa corte o a una corte diversa. Tali ipotesi sono circoscritte a specifici casi che non ricorrevano nella fattispecie.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore del ragionamento della Cassazione risiede nell’interpretazione dell’art. 34, comma 1, del codice di procedura penale, che disciplina appunto l’incompatibilità del giudice. Secondo la Corte, la potenziale incompatibilità dei magistrati che avevano composto il precedente collegio non è un ostacolo insormontabile, né un errore della Cassazione. È, invece, una questione che la stessa Corte di appello di Salerno ha il dovere e la capacità di risolvere autonomamente.

La soluzione, come indicato dai giudici di legittimità, consiste nella “costituzione di un collegio formato da magistrati differenti da quelli che hanno concorso ad adottare la sentenza annullata”. In altre parole, spetta alla corte di merito organizzarsi internamente per garantire che il nuovo giudizio sia affidato a un pannello di giudici diverso e, quindi, imparziale. La presenza di un’unica sezione penale non impedisce questa riorganizzazione interna.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale di organizzazione giudiziaria e di procedura penale. La responsabilità di garantire la corretta composizione del collegio giudicante, nel rispetto delle norme sull’imparzialità e sull’incompatibilità del giudice, spetta primariamente alla corte cui il processo viene restituito. La Cassazione non interviene per correggere un presunto errore materiale quando la soluzione è già prevista dalla legge e rientra nell’autonomia organizzativa dell’ufficio giudiziario di merito. La decisione chiarisce quindi che, dopo un annullamento per vizi procedurali, la corte d’appello deve attivarsi per formare un nuovo collegio, assicurando così il pieno rispetto del diritto a un giusto processo.

Quando una sentenza d’appello viene annullata per vizi processuali, a quale giudice viene rinviato il processo?
In base alla decisione, il processo viene trasmesso alla stessa Corte d’appello che ha emesso la sentenza annullata, affinché celebri un nuovo giudizio di secondo grado (ex novo).

Come si risolve il problema dell’incompatibilità del giudice se la Corte d’Appello ha una sola sezione penale?
La Corte d’appello deve risolvere la questione autonomamente, costituendo un nuovo collegio giudicante formato da magistrati diversi da quelli che avevano partecipato alla stesura della sentenza annullata, in applicazione dell’art. 34, comma 1, del codice di procedura penale.

La Corte di Cassazione può correggere la propria sentenza per indicare un giudice diverso in caso di potenziale incompatibilità?
No, in questo caso la Corte ha stabilito che non si tratta di un errore materiale da correggere. La gestione dell’incompatibilità è un compito che spetta alla corte di merito, la quale deve applicare le norme procedurali esistenti per garantire l’imparzialità del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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