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Incompatibilità del giudice: appello non immediato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni imputati che contestavano l’incompatibilità del giudice del dibattimento. Gli imputati sostenevano che il giudice, per decidere su una richiesta di patteggiamento, avesse visionato l’intero fascicolo del PM, esprimendo una valutazione di merito. La Suprema Corte ha chiarito che l’ordinanza che rigetta l’eccezione di incompatibilità non è immediatamente impugnabile, ma deve essere contestata solo insieme alla sentenza finale. Il ricorso è stato quindi respinto per un vizio procedurale.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incompatibilità del Giudice: Quando l’Appello è Inammissibile

Il principio di terzietà e imparzialità del giudice è un pilastro fondamentale del giusto processo. Ma cosa succede quando la difesa ritiene che tale imparzialità sia venuta meno? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 10426/2025) offre un chiarimento cruciale sui tempi e i modi per sollevare la questione della incompatibilità del giudice, sottolineando come un errore procedurale possa precludere l’esame della doglianza.

I Fatti del Caso Processuale

Nel corso di un procedimento penale per reati legati agli stupefacenti, alcuni imputati avevano avanzato una richiesta di patteggiamento (tecnicamente, applicazione della pena su richiesta delle parti) per uno dei capi di imputazione. Tale richiesta era stata presentata prima al giudice dell’udienza preliminare, che non l’aveva accolta per il dissenso del Pubblico Ministero, e poi riproposta in fase dibattimentale.

Il giudice del dibattimento, per valutare la richiesta e la possibile insussistenza del più grave reato associativo, decideva di acquisire l’intero fascicolo delle indagini del Pubblico Ministero. Dopo aver esaminato gli atti e aver ricevuto parere contrario dal PM, il giudice rigettava l’istanza di patteggiamento, ritenendo non evidente la possibilità di un proscioglimento immediato per il reato associativo.

La Questione di Incompatibilità del Giudice Sollevata dalla Difesa

A questo punto, i difensori degli imputati sollevavano un’eccezione, sostenendo che il giudice fosse diventato incompatibile a proseguire nel giudizio. Secondo la difesa, avendo visionato l’intero compendio investigativo per decidere sul patteggiamento, il magistrato aveva di fatto compiuto una valutazione di merito anticipata, compromettendo la sua necessaria terzietà. L’ordinanza con cui il Tribunale rigettava questa eccezione veniva immediatamente impugnata con ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso per l’Incompatibilità del Giudice

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito della questione. Ha invece dichiarato i ricorsi inammissibili per una ragione puramente procedurale. La decisione si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale: la regola della non immediata impugnabilità delle ordinanze emesse nel corso del dibattimento.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha basato la sua decisione sull’articolo 586 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che le ordinanze emesse nel corso del processo (definite ‘endoprocessuali’) possono essere impugnate, di regola, soltanto ‘congiuntamente’ all’impugnazione della sentenza finale. In altre parole, la parte che si ritiene lesa da una tale ordinanza deve attendere la conclusione del grado di giudizio e, solo se deciderà di appellare la sentenza, potrà contestare anche l’ordinanza interlocutoria.

Il provvedimento che rigetta un’eccezione di incompatibilità rientra pienamente in questa categoria. Non è un atto che definisce il processo, ma che ne regola lo svolgimento. Impugnarlo immediatamente, come hanno fatto i ricorrenti, costituisce un errore procedurale che rende il ricorso inammissibile. La Corte ha quindi sanzionato questa scelta, condannando gli imputati al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

La sentenza in esame offre un’importante lezione pratica: nel processo penale, la strategia difensiva non può prescindere da una rigorosa osservanza delle regole procedurali. La questione dell’incompatibilità del giudice, per quanto fondata possa apparire, non può essere fatta valere in qualsiasi momento. La legge prevede un percorso specifico per queste doglianze, che ne posticipa la discussione al momento dell’eventuale impugnazione della sentenza. Tentare di ‘bruciare le tappe’ si traduce in una declaratoria di inammissibilità che, oltre a non risolvere il problema, comporta un aggravio di spese per l’imputato. La battaglia per l’imparzialità del giudice, dunque, si vince non solo con valide argomentazioni di merito, ma anche e soprattutto con il rispetto dei tempi e delle forme processuali.

È possibile impugnare immediatamente un’ordinanza che rigetta un’eccezione di incompatibilità del giudice?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che tale ordinanza, essendo ‘endoprocessuale’, non è autonomamente impugnabile ma va contestata insieme alla sentenza.

Quando si può contestare la decisione del giudice sull’incompatibilità?
La contestazione deve essere presentata congiuntamente all’impugnazione della sentenza finale, come previsto dall’art. 586 del codice di procedura penale.

Cosa succede se si presenta un ricorso contro un’ordinanza non impugnabile separatamente?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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