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Incidente di esecuzione: quando è inammissibile?

Un individuo ha proposto un’istanza volta a far dichiarare la non esecutività di una sentenza, attraverso un incidente di esecuzione. Il Tribunale ha dichiarato la richiesta inammissibile. La Corte di Cassazione, investita del ricorso, ha riesaminato la questione alla luce dei principi che regolano il procedimento, sottolineando le garanzie difensive.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente di Esecuzione: Requisiti di Ammissibilità e Garanzie Difensive

L’incidente di esecuzione rappresenta una fase cruciale e delicata del procedimento penale, intervenendo quando la sentenza di condanna è già divenuta definitiva. Attraverso questo strumento, si possono sollevare questioni che impediscono o modificano l’esecuzione della pena. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ci offre l’opportunità di approfondire i requisiti di ammissibilità di tali istanze e il ruolo fondamentale delle garanzie difensive.

Il Caso in Esame: Dalla Richiesta al Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine dalla richiesta di un condannato, il quale si è rivolto al Tribunale competente per ottenere, in via principale, la declaratoria di non esecutività di una sentenza emessa a suo carico. In subordine, l’interessato chiedeva la restituzione nel termine per poter impugnare la stessa sentenza, ai sensi dell’art. 175 del codice di procedura penale.

Il Tribunale, tuttavia, con un provvedimento emesso in data 28 gennaio 2025, ha chiuso la questione dichiarando ‘non luogo a provvedere, perché inammissibile’ l’istanza. Contro questa decisione, è stato proposto ricorso per Cassazione.

L’incidente di esecuzione e la sua disciplina procedurale

L’incidente di esecuzione è regolato da norme precise che ne definiscono l’ambito e le modalità di svolgimento. L’articolo 670 del codice di procedura penale, invocato dal ricorrente, permette di sollevare questioni sulla validità del titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto penale di condanna.

Quando un’istanza di questo tipo viene presentata, il giudice dell’esecuzione fissa un’udienza in camera di consiglio. Le regole per questa udienza sono stabilite dall’articolo 666 del codice di procedura penale, che la Corte di Cassazione richiama nel suo provvedimento.

Le Motivazioni

Nel suo esame, la Suprema Corte pone l’accento su un principio cardine del giusto processo: il rispetto del contraddittorio e dei diritti della difesa. In particolare, viene evidenziato il contenuto dell’art. 666, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’udienza in camera di consiglio, fissata per la trattazione di un incidente di esecuzione, deve svolgersi con la ‘partecipazione necessaria’ del difensore e del pubblico ministero.

Il termine ‘necessaria’ sottolinea l’inderogabilità di tale presenza. L’assenza del difensore, se non dovuta a una sua legittima rinuncia a comparire, costituisce un vizio procedurale che può inficiare la validità della decisione presa. La Corte, richiamando questa norma, ribadisce che il diritto di difesa deve essere pienamente garantito non solo nella fase di cognizione del processo, ma anche in quella esecutiva, dove si decide della libertà personale del condannato. La decisione del Tribunale che dichiara l’inammissibilità dell’istanza deve quindi essere attentamente vagliata anche sotto il profilo del corretto svolgimento dell’udienza preliminare.

Le Conclusioni

La pronuncia in esame, pur nella sua sinteticità, offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, sottolinea come le istanze presentate in sede di esecuzione debbano essere formulate in modo chiaro e fondate su presupposti giuridici solidi per superare il vaglio di ammissibilità. In secondo luogo, e con maggior forza, riafferma che le garanzie procedurali non sono meri formalismi. La partecipazione del difensore all’udienza in camera di consiglio è un requisito essenziale per la legittimità della decisione, a tutela del diritto fondamentale alla difesa in ogni stato e grado del procedimento, inclusa la fase di esecuzione della pena.

Che cos’è un incidente di esecuzione?
È un procedimento attivato dopo una condanna definitiva per risolvere questioni relative all’esecuzione della pena, come la richiesta di dichiarare una sentenza non esecutiva, basandosi sull’art. 670 del codice di procedura penale.

Per quale motivo un’istanza in un incidente di esecuzione può essere dichiarata inammissibile?
Secondo il provvedimento, un’istanza può essere dichiarata inammissibile dal giudice. Sebbene le ragioni specifiche non siano dettagliate nel testo, l’inammissibilità deriva generalmente da vizi di forma, dalla mancanza dei presupposti di legge o dalla manifesta infondatezza della richiesta.

È necessaria la presenza del difensore durante l’udienza per l’incidente di esecuzione?
Sì, la sua partecipazione è obbligatoria. Il provvedimento richiama l’art. 666, comma 4, del codice di procedura penale, che definisce ‘necessaria’ la partecipazione del difensore e del pubblico ministero all’udienza in camera di consiglio, a pena di nullità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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