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Incidente di esecuzione: no all’annullamento di atti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cittadina che, tramite un incidente di esecuzione, chiedeva l’annullamento di un provvedimento comunale per la demolizione di un immobile abusivo. La Corte ha stabilito che l’incidente di esecuzione non è lo strumento corretto per impugnare la validità di un atto amministrativo, anche se questo è finalizzato all’esecuzione di una condanna penale. La procedura corretta avrebbe richiesto un’impugnazione autonoma secondo le forme previste dal codice di procedura penale o un ricorso in sede amministrativa.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente di esecuzione: quando è inammissibile?

L’incidente di esecuzione rappresenta uno strumento fondamentale per risolvere le controversie che possono sorgere dopo una condanna penale definitiva. Tuttavia, il suo ambito di applicazione è ben definito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 28538/2024) ha ribadito un principio cruciale: questo strumento non può essere utilizzato per chiedere l’annullamento di un provvedimento amministrativo, anche quando tale atto è direttamente collegato all’esecuzione di una pena, come un ordine di demolizione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna del 2007 che ordinava la demolizione di alcune opere edilizie abusive. Anni dopo, nel 2016, il Comune competente ha emesso una determinazione per accedere a un fondo statale destinato a finanziare proprio tali demolizioni.

La proprietaria dell’immobile ha impugnato questo atto comunale, prima davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), che ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, indicando come competente il giudice ordinario. Successivamente, la signora ha presentato un’istanza al Tribunale penale, chiedendo l’annullamento del provvedimento comunale. Il Tribunale ha dichiarato l’istanza inammissibile, ritenendo che l’atto impugnato avesse natura puramente amministrativa e che mancasse un titolo esecutivo di natura giurisdizionale da contestare.

Contro questa decisione, la proprietaria ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’uso corretto dell’incidente di esecuzione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, definendolo “manifestamente infondato”. Gli Ermellini hanno confermato la correttezza della decisione del Tribunale, chiarendo i confini e le modalità di utilizzo dell’incidente di esecuzione.

Secondo la Corte, l’errore della ricorrente è stato duplice:

1. Oggetto dell’istanza: La richiesta era volta a ottenere l’annullamento di un provvedimento amministrativo. L’incidente di esecuzione, tuttavia, non è una procedura di impugnazione di atti della Pubblica Amministrazione. Il suo scopo è risolvere questioni attinenti al titolo esecutivo penale (la sentenza di condanna) e alle modalità con cui esso viene eseguito, non sindacare la legittimità di atti amministrativi presupposti.
2. Forma della procedura: La ricorrente, dopo la pronuncia del TAR, ha presentato una “irrituale istanza di riassunzione”, limitandosi a riproporre le stesse argomentazioni già avanzate in sede amministrativa. La via corretta, invece, sarebbe stata quella di promuovere un autonomo e specifico incidente di esecuzione ai sensi dell’art. 665 e seguenti del codice di procedura penale, oppure impugnare la sentenza del TAR dinanzi al Consiglio di Stato.

Le Motivazioni

La Corte ha sottolineato che, una volta che il giudice amministrativo ha declinato la propria giurisdizione, la parte interessata avrebbe dovuto avviare un procedimento ex novo davanti al giudice dell’esecuzione penale. Questo nuovo procedimento, però, avrebbe dovuto concentrarsi sulle “modalità con le quali è condotto ad esecuzione l’ordine susseguente alla sentenza penale di condanna”, e non sulla richiesta di annullamento di un atto amministrativo, che rimane di competenza del giudice amministrativo.

In sostanza, la richiesta di annullare la determinazione comunale era estranea all’oggetto tipico dell’incidente di esecuzione. Tale procedura serve a verificare la corretta applicazione della sentenza penale, non a invalidare gli atti amministrativi che ne costituiscono l’attuazione. Il Tribunale ha quindi agito correttamente nel dichiarare inammissibile un’istanza che, pur presentata in sede penale, manteneva la struttura e l’obiettivo di un ricorso amministrativo.

Conclusioni

Questa sentenza offre un importante chiarimento sui rimedi esperibili dal cittadino che si trova a fronteggiare atti amministrativi emessi in esecuzione di una condanna penale. È fondamentale distinguere tra la contestazione della legittimità dell’atto amministrativo in sé (di competenza della giustizia amministrativa) e la contestazione delle modalità di esecuzione della pena (di competenza del giudice dell’esecuzione penale).

Scegliere la procedura sbagliata, come in questo caso, porta a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente spreco di tempo e risorse. La decisione della Cassazione ribadisce la necessità di una corretta qualificazione giuridica della domanda e della scelta dello strumento processuale più adeguato, un principio cardine per la tutela efficace dei propri diritti.

È possibile usare l’incidente di esecuzione per chiedere l’annullamento di un atto amministrativo?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’incidente di esecuzione non è lo strumento processuale idoneo a ottenere l’annullamento di un provvedimento amministrativo, anche se quest’ultimo è stato emesso per dare attuazione a una sentenza penale di condanna.

Quale errore procedurale ha commesso la ricorrente nel caso di specie?
La ricorrente ha presentato una “irrituale istanza di riassunzione”, riproponendo le stesse domande già formulate al giudice amministrativo. Avrebbe invece dovuto, alternativamente, impugnare la decisione del TAR dinanzi al Consiglio di Stato oppure avviare un nuovo e autonomo incidente di esecuzione davanti al giudice penale, rispettando le forme previste dal codice.

Cosa si può contestare attraverso un incidente di esecuzione penale?
Attraverso l’incidente di esecuzione si possono sollevare questioni relative al titolo esecutivo penale (es. l’esatta portata di una condanna) e alle modalità con cui l’ordine del giudice viene eseguito, ma non si può sindacare la legittimità e validità degli atti amministrativi che ne costituiscono il presupposto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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