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Incidente di esecuzione: no al rigetto senza udienza

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di un Giudice dell’esecuzione che aveva rigettato un’istanza senza fissare l’udienza, ritenendola incomprensibile. La Suprema Corte ha ribadito che un’istanza nell’ambito di un incidente di esecuzione può essere respinta ‘de plano’ (senza udienza) solo in casi eccezionali e specifici, come la manifesta infondatezza. In tutti gli altri casi, per garantire il diritto di difesa e il contraddittorio, il giudice deve convocare le parti in udienza prima di decidere.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente di esecuzione: il Giudice non può rigettare l’istanza senza udienza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38184 del 2024, ha riaffermato un principio cardine del diritto processuale penale: nell’ambito di un incidente di esecuzione, il rigetto di un’istanza senza la previa fissazione di un’udienza è una misura eccezionale, applicabile solo in casi tassativamente previsti dalla legge. La decisione chiarisce che la presunta ‘incomprensibilità’ di una richiesta non rientra tra queste eccezioni e impone al giudice di instaurare il contraddittorio tra le parti.

I Fatti di Causa

Un soggetto condannato presentava personalmente un’istanza al Giudice dell’esecuzione del Tribunale, sollevando questioni relative al titolo esecutivo. Il Giudice, tuttavia, rigettava la richiesta de plano, ovvero senza indire alcuna udienza, motivando la decisione sulla base di una ritenuta ‘incomprensibilità’ del contenuto dell’atto. In sostanza, la richiesta veniva scartata a priori, senza dare al proponente la possibilità di spiegarla o supportarla.

Il Ricorso per Cassazione e il corretto svolgimento dell’incidente di esecuzione

Contro questa decisione, il condannato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione. La difesa lamentava la violazione degli articoli 666 e 670 del codice di procedura penale. Secondo il ricorrente, il Giudice dell’esecuzione aveva agito al di fuori dei casi specifici di inammissibilità che consentono un rigetto de plano. In particolare, la decisione del giudice aveva impedito al condannato di contestare la firma apposta su una relata di notifica e di produrre documentazione a sostegno delle proprie tesi, violando palesemente il principio del contraddittorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo le argomentazioni della difesa. I giudici di legittimità hanno richiamato la giurisprudenza consolidata secondo cui il decreto di inammissibilità de plano, ai sensi dell’art. 666, comma 2, del codice di procedura penale, è uno strumento utilizzabile esclusivamente in due ipotesi: quando la richiesta appare manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge, oppure quando costituisce una mera riproposizione di un’istanza già rigettata.

Nel caso in esame, nessuna di queste condizioni era presente. Il Giudice dell’esecuzione, di fronte a un’istanza che avviava un incidente di esecuzione, avrebbe dovuto dare seguito alla richiesta fissando un’udienza e notificandola a tutte le parti coinvolte. Solo all’esito di tale udienza, dopo aver garantito il pieno contraddittorio, avrebbe potuto assumere la propria decisione.

Il rigetto basato sulla mera ‘incomprensibilità’ dell’atto non è previsto dalla legge come causa di inammissibilità da dichiarare senza udienza. Al contrario, proprio l’udienza serve a chiarire i punti oscuri e a permettere alle parti di esporre compiutamente le proprie ragioni. Di conseguenza, la Corte ha annullato l’ordinanza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Palmi per procedere secondo le corrette modalità procedurali, ovvero instaurando il contraddittorio.

Conclusioni

Questa sentenza rafforza la centralità del diritto di difesa e del principio del contraddittorio nella fase esecutiva del processo penale. Stabilisce in modo inequivocabile che un giudice non può sottrarsi al dovere di fissare un’udienza di fronte a un incidente di esecuzione, a meno che non ricorrano le specifiche e restrittive ipotesi di inammissibilità previste dalla legge. La ‘non chiarezza’ di un’istanza non giustifica una scorciatoia processuale, ma, al contrario, rende ancora più necessario il confronto dialettico tra le parti in un’aula di giustizia.

Un giudice può rigettare un’istanza in un incidente di esecuzione senza fissare un’udienza?
No, di regola non può. Un rigetto senza udienza (de plano) è consentito solo in casi eccezionali e tassativamente previsti dall’art. 666, comma 2, c.p.p., ovvero se la richiesta è manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge o è una mera riproposizione di una già rigettata.

Perché il principio del contraddittorio è fondamentale nell’incidente di esecuzione?
Perché garantisce il diritto delle parti di essere ascoltate, presentare le proprie argomentazioni e produrre documenti prima che il giudice decida. Questo assicura che la decisione sia presa sulla base di una piena conoscenza dei fatti e delle posizioni, tutelando il giusto processo.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso specifico?
La Cassazione ha annullato l’ordinanza del giudice dell’esecuzione, stabilendo che questi avrebbe dovuto fissare un’udienza per discutere la richiesta, invece di rigettarla immediatamente perché ritenuta ‘incomprensibile’. Gli atti sono stati quindi rinviati al Tribunale per procedere correttamente nel rispetto del contraddittorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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