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Incidente di esecuzione: no a decisione senza udienza

La Corte di Cassazione ha annullato due ordinanze del Tribunale di Trento, stabilendo che un’istanza di rideterminazione della pena non può essere respinta ‘de plano’ (senza udienza). La Corte ha ribadito che la regola generale per l’incidente di esecuzione è l’udienza camerale, garantendo il contraddittorio. Una decisione senza udienza, al di fuori dei casi eccezionali previsti dalla legge, è nulla.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente di esecuzione: La Cassazione Sancisce l’Obbligo dell’Udienza

Nel complesso panorama del diritto processuale penale, la fase esecutiva rappresenta un momento cruciale in cui i diritti del condannato devono essere tutelati attraverso procedure chiare e garantiste. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13040/2024) ha riaffermato un principio fondamentale: la regola, in materia di incidente di esecuzione, è la celebrazione di un’udienza in contraddittorio, mentre la decisione de plano (senza udienza) costituisce una rara eccezione. Analizziamo questa importante pronuncia.

Il Caso: Richiesta di Rideterminazione della Pena Respinta “De Plano”

La vicenda trae origine dall’istanza di un condannato che chiedeva la rideterminazione della pena da scontare. Tale richiesta era motivata dal riconoscimento, avvenuto in fase esecutiva, del vincolo della continuazione tra diversi reati. Il Tribunale di Trento, in funzione di giudice dell’esecuzione, rigettava l’istanza con un’ordinanza emessa de plano, ovvero senza indire alcuna udienza e senza sentire le parti.

Successivamente, il condannato presentava opposizione avverso tale provvedimento. Il Tribunale, però, dichiarava l’opposizione inammissibile, sostenendo erroneamente che tale rimedio fosse previsto solo per risolvere dubbi sull’identità fisica della persona condannata. A fronte di questa doppia decisione negativa, il difensore proponeva ricorso in Cassazione, lamentando una palese violazione di legge.

L’Errore Procedurale nell’incidente di esecuzione

Il ricorso si concentrava sulla violazione delle norme procedurali. La difesa sosteneva che il giudice dell’esecuzione non avrebbe potuto decidere nel merito della richiesta senza fissare un’udienza camerale, come previsto dall’art. 666 del codice di procedura penale. Inoltre, contestava la limitata interpretazione data dal Tribunale alla procedura di opposizione, sostenendo che essa fosse il rimedio generale contro le decisioni assunte senza le dovute formalità.

La Procedura Corretta per l’incidente di esecuzione: Regole ed Eccezioni

La Suprema Corte, nell’accogliere il ricorso, ha colto l’occasione per fare chiarezza sulle regole che governano l’incidente di esecuzione. La norma generale (art. 666, comma 3, c.p.p.) stabilisce che il giudice deve decidere dopo un’udienza camerale, assicurando così il diritto di difesa e il contraddittorio tra le parti (difesa e Pubblico Ministero).

Le eccezioni a questa regola sono tassative:
1. Decisione de plano con decreto motivato (art. 666, comma 2, c.p.p.): ammessa solo se l’istanza è manifestamente infondata per ragioni evidenti o se costituisce una mera riproposizione di una richiesta già respinta.
2. Procedura semplificata senza formalità (art. 667, comma 4, c.p.p.): prevista per specifiche materie, come quelle indicate nell’art. 676 c.p.p., che non includevano il caso in esame.

Nel caso di specie, il giudice aveva rigettato l’istanza nel merito, non l’aveva dichiarata inammissibile per manifesta infondatezza. Pertanto, non poteva avvalersi della prima eccezione. Né la materia del contendere rientrava tra quelle per cui è prevista la procedura semplificata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha stabilito che l’ordinanza emessa de plano dal Tribunale di Trento era affetta da nullità assoluta. Il giudice, anziché decidere nel contraddittorio camerale, ha pronunciato un provvedimento di rigetto senza rispettare le formalità procedurali essenziali. La giurisprudenza di legittimità è costante nel ritenere che una decisione di questo tipo, al di fuori delle ipotesi eccezionali, sia radicalmente nulla.

Inoltre, la Corte ha corretto l’errore del giudice di merito riguardo all’opposizione. Ha chiarito che l’opposizione ex art. 667, comma 4, c.p.p. non è affatto limitata al solo caso del dubbio sull’identità fisica del condannato. Al contrario, essa rappresenta il rimedio generale esperibile ogni qualvolta il giudice dell’esecuzione decida, pur se indebitamente, senza le formalità di rito. Pertanto, anche la seconda ordinanza, che dichiarava inammissibile l’opposizione, era viziata da un errore di diritto.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato entrambe le ordinanze impugnate e ha rinviato gli atti al Tribunale di Trento per un nuovo giudizio. Questo nuovo giudizio dovrà necessariamente svolgersi nel rispetto delle regole procedurali, e quindi attraverso la celebrazione di un’udienza camerale. La sentenza riafferma con forza il principio secondo cui le garanzie difensive e il principio del contraddittorio sono pilastri fondamentali anche nella fase di esecuzione della pena, e la loro violazione comporta la nullità insanabile del provvedimento emesso.

Un giudice dell’esecuzione può decidere su un’istanza di rideterminazione della pena senza fissare un’udienza?
No, di regola non può. La procedura standard per un incidente di esecuzione prevede la celebrazione di un’udienza camerale per garantire il contraddittorio tra le parti, come stabilito dall’art. 666, comma 3, cod. proc. pen. Una decisione ‘de plano’ è un’eccezione ammessa solo in casi tassativi, come istanze manifestamente infondate, che non ricorrevano nella fattispecie.

Qual è il rimedio corretto se un giudice decide un incidente di esecuzione senza rispettare le formalità previste?
Il rimedio è l’opposizione ai sensi dell’art. 667, comma 4, cod. proc. pen. La Corte di Cassazione ha chiarito che questa procedura non è limitata al solo dubbio sull’identità del condannato, ma costituisce il rimedio generale per contestare tutte le decisioni emesse indebitamente senza le formalità di procedura.

Cosa comporta un’ordinanza emessa ‘de plano’ quando invece era richiesta l’udienza?
Un’ordinanza emessa in violazione della regola del contraddittorio è affetta da nullità assoluta. Come specificato dalla Corte, tale nullità è talmente grave da poter essere rilevata d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento e comporta l’annullamento del provvedimento viziato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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