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Incidente di esecuzione: Inammissibile il ricorso generico

La Corte di Cassazione, con la sentenza 44496/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato avverso un’ordinanza del Tribunale di Milano. L’ordinanza aveva respinto un incidente di esecuzione volto a correggere un cumulo di pene. La Corte ha ritenuto il ricorso generico e manifestamente infondato, poiché non specificava gli errori di calcolo e tentava impropriamente di rimettere in discussione decisioni già passate in giudicato, ribadendo l’importanza della specificità in tale procedura.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente di Esecuzione: Perché un Ricorso Generico è Destinato all’Inammissibilità

L’incidente di esecuzione rappresenta uno strumento cruciale nella fase successiva alla condanna definitiva, permettendo di risolvere questioni relative all’applicazione della pena. Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla precisione con cui viene utilizzato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 44496/2024) offre un chiaro monito sull’importanza della specificità, dichiarando inammissibile un ricorso ritenuto vago e non circostanziato. Analizziamo insieme la vicenda e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un condannato, tramite i suoi difensori, presentava un incidente di esecuzione dinanzi al Tribunale di Milano. L’obiettivo era ottenere la correzione di un provvedimento di cumulo pene emesso dal Pubblico Ministero, sostenendo che non tenesse conto del vincolo della continuazione tra vari reati, già riconosciuto da altri giudici in precedenza. In sostanza, si chiedeva una “rideterminazione della pena complessiva in termini di minor rigore”.

Il Tribunale di Milano, in qualità di giudice dell’esecuzione, dichiarava inammissibile l’istanza. Secondo il Tribunale, la richiesta era generica e mirava a una rivalutazione di provvedimenti già emessi da altre autorità giudiziarie, un’operazione non consentita in quella sede. Avverso tale decisione, il condannato proponeva ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e una motivazione carente o solo apparente.

La Decisione della Corte di Cassazione: la Necessità di un Chiaro petitum

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale di Milano. La Suprema Corte ha qualificato l’impugnazione come inammissibile per “genericità, aspecificità e manifesta infondatezza”.

I giudici di legittimità hanno sottolineato come le istanze difensive originarie fossero sostanzialmente identiche e si limitassero a ripercorrere una serie di precedenti pronunce senza però individuare in modo chiaro e specifico un eventuale errore di calcolo commesso dal Pubblico Ministero nel provvedimento di cumulo. La richiesta di una generica “rideterminazione” non è sufficiente a fondare un valido incidente di esecuzione.

Le Motivazioni della Sentenza: l’Importanza della Specificità nell’incidente di esecuzione

La sentenza si fonda su principi procedurali solidi e chiari. Vediamo i punti chiave della motivazione della Corte:

1. Divieto di Riesame del Merito: La Corte ha ribadito che non è possibile, tramite un incidente di esecuzione, riesaminare e modificare il contenuto di provvedimenti emessi da altri giudici dell’esecuzione. Tali decisioni, se ritenute errate, devono essere impugnate attraverso gli strumenti specifici previsti dalla legge, come il ricorso per cassazione avverso il singolo provvedimento, e non possono essere rimesse in discussione in un’altra sede esecutiva.

2. Genericità dell’Istanza: Le richieste del condannato sono state considerate indeterminate. Non è stato individuato alcun errore materiale o di calcolo specifico. Una doglianza che non chiarisce quale sia l’originario petitum (l’oggetto specifico della richiesta) e si limita a lamentele generiche non può essere accolta.

3. Onere della Specificità: Il ricorso per cassazione deve confrontarsi specificamente con le argomentazioni contenute nel provvedimento impugnato. Nel caso di specie, la difesa non ha contestato puntualmente le ragioni del Tribunale di Milano (ad esempio, il fatto che le censure andavano mosse tramite ricorso per cassazione avverso le precedenti ordinanze), ma ha insistito nel riproporre gli stessi generici rilievi già presentati in sede esecutiva. Questo comportamento processuale porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Conclusioni: Lezioni Pratiche per la Difesa

Questa pronuncia della Corte di Cassazione offre importanti indicazioni operative. Chi intende avviare un incidente di esecuzione deve formulare istanze precise, dettagliate e autosufficienti. È fondamentale non solo lamentare un’ingiustizia, ma anche e soprattutto individuare l’errore specifico (di calcolo, di interpretazione, etc.) e indicare come correggerlo. Inoltre, la sentenza ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: ogni provvedimento ha il suo specifico mezzo di impugnazione. Tentare di aggirare le vie procedurali corrette, riproponendo questioni già decise in sedi diverse, è una strategia destinata al fallimento e comporta, come in questo caso, la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile utilizzare un incidente di esecuzione per contestare in modo generico un provvedimento di cumulo pene?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’istanza deve essere specifica e individuare un errore di calcolo preciso. Non può limitarsi a chiedere una generica “rideterminazione della pena in termini di minor rigore” senza indicare dove risieda l’errore.

Si possono rimettere in discussione, tramite un nuovo incidente di esecuzione, decisioni già prese da altri giudici dell’esecuzione?
No. La Corte chiarisce che le decisioni dei giudici dell’esecuzione, se ritenute errate, devono essere impugnate con gli specifici mezzi previsti dalla legge (come il ricorso per cassazione) avverso i singoli provvedimenti, e non possono essere riesaminate in un nuovo e distinto procedimento di esecuzione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso per cassazione dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza e genericità?
L’inammissibilità del ricorso, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata determinata in euro tremila.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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