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Inammissibilità ricorso tardivo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso tardivo presentato contro un’ordinanza della Corte d’Appello. La decisione si basa sul mancato rispetto dei termini di legge per l’impugnazione, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Tardivo: Guida Pratica ai Termini Processuali

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. Il rispetto dei termini perentori stabiliti dalla legge non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale per la validità degli atti processuali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti da un ritardo, dichiarando l’inammissibilità di un ricorso tardivo e ribadendo principi cardine della procedura penale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un individuo avverso un’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Milano. Tale ordinanza era stata regolarmente notificata sia al ricorrente sia al suo difensore in data 16 gennaio 2025. Tuttavia, l’atto di impugnazione, ovvero il ricorso per Cassazione, è stato depositato solo in data 11 febbraio 2025.

Questo scarto temporale tra la notifica del provvedimento da impugnare e il deposito del ricorso è il punto nevralgico su cui si è concentrata l’analisi della Suprema Corte.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso “senza formalità”, ai sensi dell’articolo 610, comma 5, del codice di procedura penale. Questa formula indica una decisione presa de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza di discussione, data l’evidenza della causa di inammissibilità.

La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata duplice per il ricorrente:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, non ravvisando la Corte alcuna ragione di esonero.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base della decisione è tanto semplice quanto ferrea: il ricorso è stato proposto “oltre il termine di legge”. I giudici hanno constatato in modo oggettivo che, a fronte di una notifica avvenuta il 16 gennaio, il deposito del ricorso l’11 febbraio era palesemente tardivo rispetto ai termini stabiliti dal codice di rito penale per l’impugnazione.

La Corte non è nemmeno entrata nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente, poiché il vizio procedurale del mancato rispetto dei termini ha impedito a monte qualsiasi valutazione sul contenuto dell’impugnazione. Questo principio, noto come “pregiudizialità delle questioni di rito rispetto a quelle di merito”, è un pilastro del nostro ordinamento processuale. Il giudice, prima di valutare se una parte ha ragione, deve verificare se la sua domanda è stata presentata nel modo e nei tempi corretti.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza, pur nella sua concisione, lancia un messaggio inequivocabile sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali. Per i cittadini e, soprattutto, per i loro difensori, la gestione delle scadenze è un’attività che non ammette distrazioni o ritardi. Un errore su questo fronte può vanificare anche le migliori ragioni di merito, precludendo l’accesso alla giustizia e comportando significative sanzioni economiche.

La decisione sottolinea come la declaratoria di inammissibilità di un ricorso tardivo non sia una sanzione discrezionale, ma un’applicazione doverosa della legge. Essa serve a garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata dei processi, evitando che le decisioni giudiziarie possano essere messe in discussione a tempo indeterminato. Pertanto, un’attenta e scrupolosa vigilanza sui termini è il primo e indispensabile passo per la tutela efficace dei propri diritti in un procedimento giudiziario.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato depositato oltre il termine perentorio stabilito dalla legge. La Corte ha verificato che tra la data di notifica dell’ordinanza impugnata (16 gennaio 2025) e la data di deposito del ricorso (11 febbraio 2025) era trascorso un tempo superiore a quello consentito.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.

La Corte ha esaminato le ragioni del ricorso nel merito?
No, la Corte non ha esaminato le ragioni o i motivi del ricorso. L’aver riscontrato il vizio procedurale della tardività ha assorbito ogni altra valutazione, impedendo l’analisi del merito della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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