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Inammissibilità ricorso: spese e sanzione pecuniaria

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 47006/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso in materia penale. Questa decisione ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze procedurali per le impugnazioni che non superano il vaglio preliminare della Corte.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso in Cassazione: le Conseguenze della Sentenza 47006/2024

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non tutti i ricorsi vengono esaminati nel merito. La recente sentenza della Suprema Corte n. 47006 del 20 novembre 2024 ci offre uno spunto per analizzare il concetto di inammissibilità ricorso e le sue pesanti conseguenze economiche e procedurali per l’appellante. Questo provvedimento, pur nella sua sinteticità, è emblematico di una prassi consolidata volta a sanzionare le impugnazioni che non rispettano i rigorosi requisiti previsti dalla legge.

Il Caso in Esame: Una Decisione Lapidaria

La vicenda processuale analizzata dalla Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione si conclude con una decisione netta: il ricorso presentato viene dichiarato inammissibile. La Corte non entra nel cuore della questione, ma si ferma a un controllo preliminare. La conseguenza di questa statuizione è duplice e particolarmente gravosa per il soggetto che ha proposto l’impugnazione:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: i costi relativi al giudizio di legittimità vengono posti interamente a suo carico.
2. Condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria: il ricorrente deve versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa decisione sottolinea come l’accesso alla Corte di Cassazione sia un rimedio eccezionale, riservato a casi in cui si lamenta una violazione di legge e non un riesame dei fatti.

L’importanza del vaglio di ammissibilità

Il filtro di ammissibilità è un meccanismo cruciale per garantire l’efficienza della Corte di Cassazione, la quale ha il compito di assicurare l’uniforme interpretazione della legge. Un’impugnazione che non supera questo vaglio non viene neppure discussa nel merito, rendendo definitiva la sentenza impugnata. L’inammissibilità ricorso agisce quindi come un presidio di legalità e funzionalità del sistema giudiziario.

Le Motivazioni

Il testo della sentenza in esame non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. Tuttavia, possiamo delineare le cause più comuni che, nella prassi, conducono a una simile decisione nel processo penale. Generalmente, un ricorso in Cassazione è inammissibile quando:

* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso è generico e non indica con precisione le violazioni di legge o i vizi logici della motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di censure di fatto: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione delle prove o una ricostruzione dei fatti diversa da quella operata dai giudici di merito, compito che esula dalle funzioni della Suprema Corte.
* Violazione di termini o forme: Il ricorso è presentato oltre i termini di legge o senza rispettare le formalità prescritte dal codice di procedura penale.
* Mancanza di interesse: L’impugnazione è proposta da un soggetto non legittimato o per motivi che non produrrebbero alcun vantaggio pratico per il ricorrente.

La sanzione pecuniaria, come quella di 3.000 euro applicata nel caso di specie, ha una funzione dissuasiva, per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono inutilmente il lavoro della Corte.

Le Conclusioni

La sentenza n. 47006/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’impugnazione di legittimità è uno strumento tecnico che richiede rigore e specificità. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma una decisione che chiude definitivamente il processo e comporta conseguenze economiche significative. Per il cittadino e il suo difensore, ciò significa che la scelta di adire la Suprema Corte deve essere attentamente ponderata, basandosi su solide argomentazioni in diritto e non su una speranza di revisione del fatto. La condanna alle spese e alla sanzione a favore della Cassa delle ammende serve da monito: il sistema giudiziario deve essere utilizzato in modo responsabile.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questa sentenza?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza esaminare il merito della questione.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La dichiarazione di inammissibilità significa che la Corte ha dato torto al ricorrente nel merito?
No, la dichiarazione di inammissibilità impedisce alla Corte di esaminare il merito del ricorso. La decisione si basa su un difetto preliminare dell’atto di impugnazione (es. motivi generici, presentazione fuori termine), rendendo definitiva la sentenza precedente senza valutarne il contenuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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