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Inammissibilità ricorso: spese e sanzione pecuniaria

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro, in applicazione dell’art. 610, comma 5-bis, c.p.p., per colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Settima Penale, emessa il 17 aprile 2025, offre un chiaro monito sulle conseguenze derivanti dalla presentazione di un’impugnazione priva dei requisiti di legge. La pronuncia di inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma attiva precise sanzioni economiche a carico della parte che ha agito in giudizio senza successo e con colpa. Analizziamo questo caso per comprendere meglio la dinamica processuale e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un soggetto avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli in data 18 dicembre 2024. Il ricorrente ha impugnato tale provvedimento dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, cercando di ottenerne la riforma. La Corte è stata quindi chiamata a valutare, in via preliminare, la sussistenza dei presupposti di ammissibilità dell’impugnazione.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha concluso per la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questa decisione impedisce ai giudici di entrare nel merito della questione, ovvero di valutare se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. La pronuncia si basa su una valutazione puramente procedurale: il ricorso non rispettava i requisiti previsti dalla legge per poter essere esaminato.

Di conseguenza, la Corte ha applicato le disposizioni previste dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta con la legge n. 103 del 2017 (nota come Riforma Orlando), stabilisce precise conseguenze economiche in caso di inammissibilità.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è diretta e si fonda sull’applicazione automatica della normativa vigente. Una volta accertata l’inammissibilità dell’impugnazione, scattano due obblighi per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: Si tratta di una conseguenza standard, che pone a carico della parte la cui azione è risultata vana i costi del procedimento da essa stessa avviato.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: Questa è la sanzione più afflittiva. La legge presume la colpa del ricorrente nella determinazione della causa di inammissibilità. Pertanto, oltre alle spese, il ricorrente viene condannato a versare una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende. Tale sanzione può essere evitata solo se emergono elementi concreti capaci di escludere la colpa, ma nel caso di specie, la Corte non ha ravvisato tali elementi.

La logica del legislatore è quella di scoraggiare ricorsi presentati in modo avventato, superficiale o per scopi meramente dilatori, garantendo che l’accesso alla giustizia di ultima istanza sia riservato a questioni serie e correttamente formulate.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’impugnazione è un diritto da esercitare con perizia e responsabilità. La declaratoria di inammissibilità del ricorso non è un esito neutro, ma comporta conseguenze economiche significative. Per i cittadini e i loro difensori, ciò sottolinea l’importanza cruciale di una meticolosa preparazione dell’atto di ricorso, verificando scrupolosamente il rispetto di tutti i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche una pesante sanzione pecuniaria.

Cosa succede quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento giudiziario.

Oltre alle spese, ci sono altre sanzioni economiche?
Sì, il ricorrente è condannato anche a versare una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. Questa sanzione viene applicata perché si presume la colpa del ricorrente nel causare l’inammissibilità.

Su quale base legale si fonda questa decisione?
La decisione si basa sull’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, una norma introdotta dalla legge n. 103 del 2017 per sanzionare i ricorsi inammissibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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