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Inammissibilità ricorso: spese e sanzione pecuniaria

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si fonda sull’art. 610, comma 5-bis, c.p.p. e comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro alla Cassa delle ammende, a causa della colpa nella determinazione dell’inammissibilità.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: la Cassazione Condanna a Spese e Sanzione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce le severe conseguenze legate all’inammissibilità del ricorso, un tema cruciale nella procedura penale. Quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, il ricorrente non solo vede la sua richiesta respinta senza un esame nel merito, ma può anche incorrere in sanzioni economiche significative. Analizziamo la decisione per comprendere meglio i meccanismi legali e le implicazioni pratiche.

Il Caso in Esame

La vicenda nasce dal ricorso presentato da un soggetto contro un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Perugia in data 19 dicembre 2024. Il ricorrente ha impugnato tale provvedimento, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 17 aprile 2025, ha interrotto bruscamente l’iter processuale. I giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso, senza entrare nel merito delle questioni sollevate. Questa decisione si fonda su una norma specifica, l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Tale disposizione, introdotta con la legge n. 103 del 2017 (nota come Riforma Orlando), ha rafforzato i filtri di accesso al giudizio di legittimità, prevedendo conseguenze dirette e automatiche in caso di rigetto preliminare.

Le Motivazioni Giuridiche della Pronuncia

La motivazione della Corte è netta e si basa sull’applicazione diretta della legge. I giudici hanno ritenuto che il ricorso dovesse essere dichiarato inammissibile ai sensi della norma citata. La conseguenza di tale declaratoria non è solo la fine del procedimento. La legge prevede, infatti, che il ricorrente sia condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, e questo è l’aspetto più rilevante, in assenza di elementi che possano escludere una colpa da parte del ricorrente nel causare l’inammissibilità, scatta un’ulteriore condanna. Nello specifico, il ricorrente è stato obbligato a versare una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione deterrente, mirando a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, dilatori o privi dei requisiti formali richiesti dalla legge.

Le Conclusioni

La pronuncia in esame è un chiaro monito sull’importanza di valutare attentamente i presupposti per un ricorso in Cassazione. L’inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma un esito processuale con implicazioni economiche rilevanti per chi lo propone. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria sottolinea la responsabilità del ricorrente e del suo difensore nel presentare impugnazioni che siano non solo fondate nel merito, ma anche formalmente corrette. La decisione conferma quindi una linea rigorosa della giurisprudenza, volta a garantire l’efficienza del sistema giudiziario e a sanzionare l’abuso dello strumento processuale.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se si ravvisa una sua colpa nel determinare la causa di inammissibilità, anche al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria stabilita in questo caso?
Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Qual è la norma di riferimento applicata dalla Corte per questa decisione?
La norma applicata è l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla legge n. 103 del 2017, che disciplina le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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