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Inammissibilità ricorso: sanzione economica inevitabile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 18 marzo 2025, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano. La decisione sottolinea che, in base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a prescindere dalle specifiche cause che hanno determinato l’inammissibilità stessa.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: la Sanzione Economica è Sempre Dovuta

Quando si decide di impugnare un provvedimento giudiziario, è fondamentale rispettare precise regole procedurali. L’inosservanza di tali norme può portare a una declaratoria di inammissibilità del ricorso, una decisione che non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi ha proposto l’impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la sanzione pecuniaria è una conseguenza automatica, indipendentemente dal motivo specifico dell’inammissibilità.

I Fatti del Caso: un’Impugnazione Davanti alla Cassazione

Il caso analizzato trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano. La parte ricorrente ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze davanti alla Suprema Corte. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato.

La Decisione della Corte e le Conseguenze dell’Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 18 marzo 2025, ha posto fine al percorso giudiziario dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo delle ragioni esposte dalla parte ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, constatando la mancanza dei presupposti necessari affinché il ricorso potesse essere giudicato.

La conseguenza diretta di questa pronuncia è stata duplice: la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. I giudici hanno chiarito che questa norma impone una sanzione pecuniaria in tutti i casi in cui un ricorso viene dichiarato inammissibile. Il punto cruciale, evidenziato dalla Corte, è che la legge non opera alcuna distinzione tra le varie cause che possono portare a tale esito. Che si tratti di un errore nella presentazione, del superamento dei termini o di motivi non consentiti dalla legge, il risultato non cambia: la sanzione è dovuta.

A sostegno di questa interpretazione, la Corte ha richiamato un precedente consolidato (Cass. Pen., Sez. 5, n. 28691/2016), ribadendo che la condanna al pagamento della somma non è una valutazione discrezionale del giudice basata sulla gravità della causa di inammissibilità, ma un’applicazione diretta e obbligatoria della legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Sottolinea che l’impugnazione non è un atto da compiere con leggerezza, ma richiede un’attenta valutazione dei presupposti di ammissibilità. La declaratoria di inammissibilità del ricorso non è un esito neutro, ma comporta una condanna certa al pagamento di una sanzione, che ha lo scopo di disincentivare ricorsi dilatori o palesemente infondati, tutelando così le risorse del sistema giudiziario. Pertanto, prima di intraprendere la via del ricorso, è essenziale un’analisi rigorosa per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un significativo esborso economico.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione. Inoltre, comporta la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La sanzione economica viene applicata per ogni tipo di inammissibilità?
Sì. Secondo la Corte, l’articolo 616 del codice di procedura penale non distingue tra le diverse cause di inammissibilità. La sanzione è quindi una conseguenza automatica, a prescindere dal motivo specifico che ha reso il ricorso inammissibile.

A quanto ammontava la sanzione nel caso di specie?
Nel caso esaminato, la Corte ha condannato la ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro, ritenuta equa, da versare in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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