Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze Economiche di un Appello Fallito
L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione il 10 gennaio 2025 offre uno spunto cruciale per comprendere le conseguenze di un’ inammissibilità ricorso. Questo provvedimento, sebbene sintetico, illustra perfettamente come un’impugnazione che non rispetta i rigidi canoni procedurali non solo non viene esaminata nel merito, ma comporta anche significative sanzioni economiche per chi la propone. Analizziamo insieme questo caso per capire cosa significa e quali sono le implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale nasce dall’impugnazione di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina in data 19 giugno 2024. Un individuo, ritenendo ingiusta tale decisione, ha presentato ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte, che ha fissato l’udienza per il 10 gennaio 2025.
La Decisione della Corte di Cassazione sull’Inammissibilità Ricorso
All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito della questione. Non ha valutato se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. Al contrario, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso “inammissibile”.
Questa decisione ha avuto due conseguenze dirette e gravose per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento di tutte le spese processuali sostenute.
2. La condanna al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, nella prassi della Corte di Cassazione, specialmente della Sezione Settima che svolge una funzione di “filtro”, l’ inammissibilità ricorso viene solitamente dichiarata per vizi che possono riguardare:
* Vizi di Forma: Il ricorso non è stato redatto secondo le modalità prescritte dalla legge (ad esempio, mancanza di motivi specifici, assenza di sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato).
* Manifesta Infondatezza: I motivi addotti sono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico, al punto da non richiedere un’analisi approfondita.
* Motivi non Consentiti: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione, infatti, è giudice di legittimità, non di merito.
* Tardività: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
In questo caso, la Corte ha ritenuto che l’atto di impugnazione rientrasse in una di queste categorie, impedendo così qualsiasi discussione sul contenuto della sentenza impugnata.
Le Conclusioni
La decisione della Suprema Corte è un monito importante sull’importanza di preparare un ricorso per Cassazione con la massima diligenza e perizia tecnica. La dichiarazione di inammissibilità ricorso non è una semplice sconfitta processuale, ma un esito che comporta conseguenze economiche severe. La condanna al pagamento di una somma, come i 3.000 euro in questo caso, non ha natura risarcitoria, ma sanzionatoria, e serve a scoraggiare la presentazione di appelli temerari o dilatori che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario. Per il cittadino, ciò significa che la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva e non più modificabile, con l’aggiunta di un significativo onere economico.
Cosa significa quando un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito dei motivi presentati perché l’atto di impugnazione presentava vizi procedurali o di forma tali da non poter essere preso in considerazione, come ad esempio la mancanza di motivi specifici o la manifesta infondatezza.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento di tutte le spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la sanzione è stata quantificata in 3.000 euro.
La Corte di Cassazione ha valutato se la sentenza d’appello fosse giusta o sbagliata?
No. La dichiarazione di inammissibilità ha impedito alla Corte di Cassazione di entrare nel merito della questione. La decisione si è fermata a un livello puramente procedurale, senza valutare la fondatezza delle accuse o delle difese.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18300 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18300 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ARDORE il 04/02/1976
avverso la sentenza del 19/06/2024 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 29197/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 336 cod. p
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al giudizio di responsabilità e al mancato riconoscim delle circostanze attenuanti generiche;
Ritenuti i motivi inammissibili perché, da una parte, meramente riproduttivi di censure g adeguatamente valutate dai Giudici di merito e sostanzialmente volte a sollecitare una divers
valutazione delle prova e, sostanzialmente, una diversa ricostruzione dei fatti, e, dall’a obiettivamente generici rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale non si
confrontano (pagg. 3 e ss. sentenza impugnata);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 10 gennaio 2025.