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Inammissibilità ricorso: quando l’appello è bocciato

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da due imputati contro una sentenza della Corte d’Appello. I motivi sono stati ritenuti mere ripetizioni di censure già valutate e respinte, confermando la condanna e aggiungendo il pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Perché la Cassazione Può Respingere un Appello

L’accesso alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, è soggetto a regole precise. Non basta essere insoddisfatti di una sentenza per ottenere un nuovo esame del caso. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di quando e perché si verifica l’inammissibilità del ricorso, un concetto fondamentale che ogni cittadino dovrebbe comprendere. Analizziamo insieme questa decisione per capire i limiti del diritto di impugnazione.

I Fatti del Caso

Due soggetti, precedentemente condannati dalla Corte d’Appello di Roma con una sentenza del 10 maggio 2024, decidevano di presentare ricorso per Cassazione. Attraverso i loro legali, hanno sollevato una serie di motivi di censura, sperando di ottenere un annullamento della pronuncia a loro sfavorevole. Il loro ricorso mirava a contestare sia la valutazione della loro responsabilità penale sia il trattamento sanzionatorio applicato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 21 febbraio 2025, ha messo un punto fermo alla vicenda. La Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello precedente, stabilendo che i ricorsi non possedevano i requisiti formali e sostanziali per essere esaminati. Di conseguenza, non solo la condanna è diventata definitiva, ma i ricorrenti sono stati anche condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione sull’inammissibilità ricorso

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui i giudici hanno giustificato l’inammissibilità del ricorso. La Corte ha osservato che i motivi presentati dagli imputati non erano ammessi dalla legge per un giudizio di legittimità. In particolare, si trattava di ‘mere doglianze riproduttive’, ovvero della semplice ripetizione di argomenti e critiche che erano già stati ampiamente esaminati e motivatamente respinti dal giudice di merito, la Corte d’Appello.

I giudici di legittimità hanno sottolineato che il ricorso per Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul fatto. La Corte non può rivalutare le prove o sostituire la propria valutazione a quella, logica e corretta, dei giudici dei gradi precedenti. Nel caso specifico, la sentenza impugnata aveva già fornito una motivazione ‘sufficiente e non illogica’ sia sulla responsabilità penale sia sulla pena inflitta, esaminando adeguatamente le argomentazioni difensive. Presentare le stesse identiche questioni, senza evidenziare vizi di legittimità (come una violazione di legge o un difetto di motivazione palese), rende il ricorso un tentativo inutile e, per l’appunto, inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale della procedura penale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su specifici vizi di legittimità della sentenza impugnata, non sulla semplice speranza di una nuova e più favorevole valutazione dei fatti. Tentare di riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio di spese. La decisione serve da monito: per accedere all’ultimo grado di giudizio, è necessario presentare censure nuove, pertinenti e fondate su reali vizi giuridici, dimostrando perché la decisione precedente sarebbe errata in diritto e non solo sgradita nel suo esito.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili?
La Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché i motivi presentati erano ‘mere doglianze riproduttive’, cioè ripetevano censure già adeguatamente esaminate e respinte con argomenti giuridici corretti dalla Corte d’Appello, e perché la sentenza impugnata era supportata da una motivazione sufficiente e non illogica.

Cosa significa che i motivi del ricorso erano ‘doglianze riproduttive’?
Significa che le argomentazioni presentate nel ricorso non introducevano nuovi profili di illegittimità, ma si limitavano a riproporre le stesse lamentele e critiche già avanzate e disattese nel precedente grado di giudizio.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti dopo la dichiarazione di inammissibilità?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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