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Inammissibilità ricorso: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro la sentenza di condanna della Corte d’Appello. La Corte ha ritenuto i motivi di ricorso generici, in particolare quelli relativi alla determinazione della pena e al diniego delle attenuanti generiche. La decisione sottolinea che le attenuanti non sono un diritto e richiedono la prova di elementi positivi, assenti nel caso di specie, data la recidiva e i precedenti dell’imputato. Di conseguenza, si è avuta la pronuncia di inammissibilità ricorso, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: la Cassazione ribadisce la necessità di motivi specifici

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi per Cassazione, in particolare quando si contestano la determinazione della pena e il diniego delle attenuanti generiche. La Suprema Corte ha confermato un principio fondamentale del nostro sistema processuale: per evitare una declaratoria di inammissibilità ricorso, è indispensabile che i motivi di impugnazione siano specifici, pertinenti e non si limitino a una generica doglianza. Questo caso evidenzia come la mancata specificazione delle censure renda l’appello sterile e destinato al rigetto, con conseguenze economiche per il ricorrente.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente contestava la decisione dei giudici di secondo grado principalmente per quanto riguarda la quantificazione del trattamento sanzionatorio. In particolare, le critiche si concentravano sulla ritenuta eccessività della pena, sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e sulla valutazione della recidiva. L’imputato, attraverso la sua difesa, chiedeva alla Corte di Cassazione di rivedere tali aspetti della sentenza impugnata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 05/05/2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare sulla validità dei motivi proposti. La decisione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità ricorso.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. I giudici di legittimità hanno qualificato i motivi di ricorso come “generici”. La sentenza impugnata, secondo la Corte, era già sorretta da una “sufficiente e non illogica motivazione” sia per quanto riguarda la valutazione della recidiva, sia per il diniego delle attenuanti generiche.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: le attenuanti generiche non costituiscono un diritto dell’imputato, ma la loro concessione è subordinata alla presenza di “elementi positivi non addotti”. In altre parole, spetta al ricorrente indicare specifici fatti o circostanze meritevoli di valutazione che possano giustificare una riduzione della pena. Nel caso di specie, tali elementi erano del tutto assenti, a fronte peraltro dei precedenti penali dell’imputato che deponevano in senso contrario.

La genericità dei motivi ha quindi impedito alla Corte di Cassazione di svolgere il proprio ruolo di giudice della legittimità, trasformando il ricorso in un tentativo, non consentito, di ottenere un nuovo giudizio di merito.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito per chi intende impugnare una sentenza di condanna. Non è sufficiente lamentare una pena ritenuta troppo severa. È necessario articolare censure specifiche, dettagliate e supportate da elementi concreti che mettano in luce vizi logici o violazioni di legge nella decisione del giudice di merito. In assenza di tali requisiti, il rischio di una declaratoria di inammissibilità ricorso è altissimo. Le conseguenze non sono solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio di spese per il ricorrente, che si trova a dover pagare sia i costi del procedimento sia una sanzione pecuniaria. Pertanto, la redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi tecnica approfondita e la capacità di individuare e argomentare vizi specifici, evitando contestazioni generiche e ripetitive.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati dall’imputato sono stati ritenuti generici. La Corte ha stabilito che la sentenza impugnata era già adeguatamente motivata riguardo alla recidiva e al diniego delle attenuanti generiche, e il ricorrente non ha fornito nuovi e specifici elementi per contestarla.

Le attenuanti generiche sono un diritto dell’imputato?
No, secondo quanto affermato nell’ordinanza, le attenuanti generiche non costituiscono un diritto. La loro concessione richiede la presenza di elementi positivi, che devono essere indicati e provati dalla difesa, e che non sono stati addotti nel caso specifico, tenuto anche conto dei precedenti dell’imputato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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