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Inammissibilità ricorso per genericità: Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di tre ricorsi a causa della loro assoluta genericità. La decisione sottolinea come la mancanza di motivi specifici, in fatto e in diritto, a sostegno dell’impugnazione violi l’art. 581, lett. c), c.p.p., portando alla sanzione dell’inammissibilità del ricorso per genericità. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso per Genericità: la Cassazione Ribadisce i Requisiti di Specificità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione Penale ha riaffermato un principio cardine del diritto processuale: l’inammissibilità del ricorso per genericità. Questo concetto, cruciale per avvocati e cittadini, stabilisce che un’impugnazione, per essere valida, deve contenere critiche specifiche e dettagliate contro la sentenza che si contesta. Un ricorso vago, che si limita a chiedere l’annullamento della decisione senza argomentare puntualmente, è destinato a fallire prima ancora di essere esaminato nel merito. Analizziamo insieme questa pronuncia per comprenderne la portata e le conseguenze pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dai ricorsi presentati da tre individui avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze. I ricorrenti avevano impugnato la decisione di secondo grado, la quale aveva già dichiarato inammissibili i loro precedenti atti di appello contro la sentenza del tribunale. La questione è dunque giunta dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, chiamata a valutare la legittimità dei ricorsi proposti.

L’Inammissibilità del Ricorso per Genericità secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili in modo netto e inequivocabile. La ragione risiede nella violazione dell’articolo 581, lettera c), del codice di procedura penale. Tale norma impone a chi impugna una sentenza di indicare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che giustificano la richiesta.

Nel caso di specie, i ricorsi erano affetti da una “assoluta genericità dei motivi”. I ricorrenti si erano limitati a invocare l’annullamento della sentenza impugnata senza fornire alcun supporto argomentativo alle loro tesi. Non avevano individuato né analizzato profili di censura specifici contro l’apparato motivazionale della Corte d’Appello, limitandosi ad affermazioni apodittiche e generiche.

L’Onere della Specificità nell’Impugnazione

La Corte ha sottolineato che non è sufficiente chiedere una riforma della decisione, ma è necessario spiegare perché quella decisione sarebbe sbagliata, indicando con precisione i punti critici e le norme violate. Questa mancanza di specificità rende l’atto d’impugnazione non idoneo a introdurre un valido giudizio di secondo grado. L’inosservanza di questo requisito è sanzionata espressamente dall’articolo 591, lettera c), del codice di procedura penale, che prevede, appunto, l’inammissibilità del ricorso per genericità.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità

A norma dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità comporta non solo il rigetto del ricorso, ma anche precise conseguenze economiche per i ricorrenti. Essi sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei requisiti minimi di legge.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di garantire l’efficienza del sistema giudiziario e il rispetto delle regole processuali. Un ricorso generico non consente al giudice dell’impugnazione di comprendere le doglianze della parte e, di conseguenza, di esercitare il proprio potere di controllo sulla decisione impugnata. L’obbligo di specificità dei motivi serve a delimitare l’oggetto del giudizio d’appello o di cassazione, evitando richieste esplorative o meramente dilatorie. La decisione ribadisce che il diritto di impugnazione non è incondizionato, ma deve essere esercitato attraverso atti che rispettino precise forme e contenuti, a pena di inammissibilità del ricorso per genericità.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità degli Atti Giudiziari

Questa ordinanza della Cassazione è un monito fondamentale per la pratica legale. Evidenzia come la preparazione di un atto di impugnazione richieda un’analisi approfondita e critica della sentenza da contestare. Le affermazioni generiche e le richieste di annullamento non supportate da argomenti specifici in fatto e in diritto sono destinate all’insuccesso e comportano sanzioni economiche. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a professionisti competenti in grado di redigere atti processuali efficaci e conformi alla legge, evitando così di incorrere in una declaratoria di inammissibilità che preclude ogni ulteriore esame della propria posizione.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile, come nel caso di specie, quando manca dei requisiti essenziali previsti dalla legge, in particolare quando i motivi sono generici e non specificano le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno dell’impugnazione, come richiesto dall’art. 581, lett. c), c.p.p.

Cosa significa che i motivi di un ricorso sono ‘generici’?
Significa che il ricorso si limita a chiedere l’annullamento della sentenza senza indicare in modo specifico e dettagliato quali parti della motivazione della decisione precedente sono errate e perché. Si tratta di affermazioni vaghe e non supportate da un’analisi critica della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
In base all’art. 616 c.p.p., la parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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