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Inammissibilità ricorso per cassazione: requisiti

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso per manifesta infondatezza e genericità. Il primo motivo, relativo a una violazione di legge (art. 546 c.p.p.), viene ricondotto a un semplice errore materiale correggibile dal giudice di merito. Il secondo motivo, sulla mancata declaratoria di non punibilità (art. 129 c.p.p.), è ritenuto generico e privo dei requisiti specifici dell’art. 581 c.p.p., portando alla condanna del ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria. Questo caso sottolinea l’importanza della specificità nell’impugnazione, fondamentale per evitare una pronuncia di inammissibilità ricorso per cassazione.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso per Cassazione: Quando i Motivi sono Generici o Infondati

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione, Sezione Penale, offre un chiaro esempio pratico dei motivi che conducono a una dichiarazione di inammissibilità ricorso per cassazione. La decisione sottolinea due principi fondamentali della procedura penale: la distinzione tra errore materiale e vizio di nullità della sentenza, e il requisito di specificità dei motivi di impugnazione. Comprendere queste dinamiche è cruciale per chiunque si approcci a un giudizio di legittimità.

Il Caso in Analisi: un Ricorso con Due Motivi di Impugnazione

Il ricorrente aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello, sollevando due questioni principali dinanzi alla Corte di Cassazione.

Il Primo Motivo: Errore Materiale o Violazione di Legge?

La prima censura riguardava un presunto vizio di violazione di legge ai sensi dell’art. 546 del codice di procedura penale. Il ricorrente sosteneva che tale vizio avrebbe dovuto determinare la nullità della sentenza impugnata. Tuttavia, la Corte ha rapidamente liquidato la questione, qualificando il difetto lamentato come un mero errore materiale.

Il Secondo Motivo sull’inammissibilità ricorso per cassazione: La Genericità della Censura

Il secondo motivo contestava la correttezza della motivazione della sentenza di secondo grado, in particolare per non aver dichiarato l’esistenza di cause di non punibilità secondo l’art. 129 c.p.p. Anche questo motivo, però, è stato ritenuto inidoneo a superare il vaglio di ammissibilità della Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su un’analisi precisa e rigorosa di entrambi i motivi proposti.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il primo motivo era manifestamente infondato. Il vizio indicato dal ricorrente, infatti, non rientrava tra le cause di nullità tassativamente previste dall’art. 130, comma 1, c.p.p. Si trattava, invece, di un semplice errore materiale, ovvero una svista che non intacca la validità logico-giuridica del provvedimento e che può essere corretta dallo stesso giudice che lo ha emesso, senza bisogno di un’impugnazione.

Per quanto riguarda il secondo motivo, i giudici di legittimità ne hanno evidenziato la genericità e l’indeterminatezza. Il ricorso era privo dei requisiti essenziali prescritti dall’art. 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Il ricorrente, a fronte di una motivazione della sentenza d’appello ritenuta logicamente corretta dalla Cassazione, non ha specificato gli elementi concreti a sostegno della sua censura. In altre parole, non ha fornito alla Corte gli strumenti necessari per individuare i rilievi mossi e per esercitare il proprio sindacato. Questa mancanza di specificità rende il motivo inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce l’importanza del rigore formale e sostanziale nella redazione di un ricorso per cassazione. La Corte non può supplire alle carenze dell’atto di impugnazione. Un motivo di ricorso, per essere ammissibile, deve essere specifico, pertinente e non manifestamente infondato. Confondere un errore materiale con un vizio di nullità o presentare censure generiche che non si confrontano criticamente con la motivazione del provvedimento impugnato porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità ricorso per cassazione, con le conseguenti sanzioni economiche a carico del ricorrente.

Cosa accade se un ricorso contesta un mero errore materiale in una sentenza?
La Corte di Cassazione lo ritiene manifestamente infondato. Un errore materiale non determina la nullità della sentenza, ma può essere corretto con una procedura semplificata dallo stesso giudice che ha emesso il provvedimento, senza necessità di impugnazione.

Perché il secondo motivo di ricorso è stato considerato generico?
È stato ritenuto generico perché non indicava gli elementi specifici a sostegno della censura, violando i requisiti dell’art. 581, comma 1, lett. c) c.p.p. Non ha permesso al giudice di individuare i rilievi mossi alla sentenza impugnata e di esercitare il proprio controllo.

Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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