Inammissibilità Ricorso per Cassazione: Quando i Motivi sono Generici
L’inammissibilità del ricorso per cassazione è una sanzione processuale severa che impedisce alla Suprema Corte di esaminare nel merito le ragioni dell’imputato. Una recente ordinanza chiarisce, ancora una volta, i requisiti di specificità che un ricorso deve possedere per superare questo primo, fondamentale vaglio. Vediamo nel dettaglio perché un ricorso è stato giudicato inammissibile e quali lezioni pratiche se ne possono trarre.
Il Caso in Esame: Un Appello Respinto in Partenza
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. I motivi del ricorso contestavano diversi punti della decisione: la valutazione della prova sulla sua responsabilità penale, la mancata esclusione della recidiva e la qualificazione giuridica del reato. Tuttavia, prima ancora di entrare nel merito di tali questioni, la Corte di Cassazione si è fermata a un esame preliminare, con un esito netto: l’inammissibilità.
La Decisione della Corte e le Conseguenze dell’Inammissibilità del Ricorso per Cassazione
Con l’ordinanza in commento, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha comportato due conseguenze negative per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile.
In sostanza, non solo il ricorrente non ha ottenuto una revisione della sua condanna, ma ha anche subito un ulteriore pregiudizio economico a causa della modalità con cui è stato redatto il suo atto di impugnazione.
Le Motivazioni: Perché la Specificità è un Requisito Fondamentale
La Corte ha basato la sua decisione su una serie di principi consolidati in materia di impugnazioni, riconducibili tutti al concetto di mancanza di specificità dei motivi, come richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale. Analizziamo i punti chiave del ragionamento dei giudici.
Mancanza di Correlazione e Analisi Critica
Il primo vizio riscontrato è stata la genericità e l’indeterminatezza dei motivi. La Corte ha spiegato che un ricorso non può limitarsi a enunciazioni astratte, ma deve instaurare un dialogo critico con la sentenza impugnata. È necessario che le argomentazioni difensive si confrontino punto per punto con la motivazione del giudice d’appello, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche. In questo caso, il ricorso ignorava completamente le spiegazioni fornite dalla Corte d’Appello, mancando così di quella correlazione essenziale tra la decisione criticata e i motivi di critica.
Il Divieto di Rivalutazione dei Fatti
Un altro aspetto cruciale è il ruolo della Corte di Cassazione. Essa è un giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che il suo compito non è rivalutare le prove (ad esempio, le testimonianze o i documenti) o ricostruire diversamente i fatti, ma solo verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Le doglianze del ricorrente, invece, tendevano proprio a proporre una lettura alternativa delle prove, un’operazione preclusa in sede di legittimità.
Mera Ripetizione dei Motivi d’Appello
Infine, la Corte ha rilevato che i motivi presentati nel ricorso per cassazione erano una semplice riproposizione delle stesse questioni già sollevate e respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso efficace deve attaccare la ratio decidendi della sentenza di secondo grado, spiegando perché il ragionamento di quei giudici è errato. Limitarsi a ripetere argomenti già disattesi, senza criticare specificamente le ragioni del rigetto, rende il ricorso inevitabilmente inammissibile.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: la redazione del ricorso richiede un’attenzione e una precisione estreme. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza di condanna; è indispensabile strutturare un’impugnazione che sia un’analisi tecnica e puntuale della decisione appellata. Un ricorso generico, ripetitivo o che chieda un inammissibile riesame del merito è destinato non solo a fallire, ma anche a comportare costi aggiuntivi per l’imputato. La specificità non è un mero formalismo, ma la sostanza stessa del diritto di impugnazione davanti alla Suprema Corte.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando è privo dei requisiti di specificità richiesti dalla legge, ad esempio se i motivi sono generici, non si confrontano criticamente con la sentenza impugnata o mirano a ottenere un inammissibile riesame dei fatti già valutati dai giudici di merito.
Cosa significa che i motivi di ricorso mancano di ‘specificità’?
Significa che le contestazioni sono vaghe, indeterminate e non contengono un’analisi critica delle argomentazioni della sentenza che si intende impugnare. In pratica, l’atto non spiega perché il ragionamento del giudice precedente sarebbe errato, limitandosi a riproporre le proprie tesi difensive.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali, il ricorrente viene condannato a versare una somma di denaro alla Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22424 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22424 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 16/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a SAN SEVERO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/03/2021 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
ritenuto che tutti i motivi di ricorso, con i quali si contesta la prova della penale responsabilità, la mancata esclusione della recidiva e la qualificazione giuridica del fatto, sono privi dei requisiti di specificità previsti, a pen inammissibilità, dall’art. 581 cod. proc. pen. in quanto non scandito dalla necessaria analisi critica delle argomentazioni poste alla base della sentenza impugnata;
che, invero, la mancanza di specificità del motivo deve essere apprezzata non solo per la sua genericità, come indeterminatezza, ma anche per l’assenza di correlazione tra la complessità delle ragioni argomentate nella decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione, queste non potendo ignorare le esplicitazioni del giudice censurato, senza cadere nel vizio di mancanza di specificità;
che, inoltre, le doglianze difensive in punto di responsabilità e qualificazione giuridica tendono a prefigurare una rivalutazione delle fonti probatorie e/o un’alternativa ricostruzione dei fatti mediante criteri di valutazione diversi da quelli adottati dal giudice del merito, estranee al sindacato di legittimità e avulse da pertinente individuazione di specifici travisamenti di emergenze processuali valorizzate dai giudicanti;
che, nella specie, i giudici del merito hanno ampiamente vagliato e disatteso, con corretti argomenti logici e giuridici, le doglianze difensive dell’appello, meramente riproposte in questa sede (si veda, in particolare, pagg. 4 e 5);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 16 aprile 2024.