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Inammissibilità ricorso per cassazione: i motivi

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i requisiti per un valido ricorso. Il caso riguarda un automobilista condannato per una violazione reiterata del Codice della Strada. La Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso per cassazione perché i motivi presentati erano una mera ripetizione di quelli già respinti in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. La decisione sottolinea che un ricorso deve essere una critica argomentata e non un semplice riproporre di doglianze.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso per Cassazione: Quando i Motivi sono Generici

L’inammissibilità del ricorso per cassazione rappresenta uno degli ostacoli più comuni nel percorso processuale, spesso derivante da un’errata impostazione dell’atto di impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare un principio fondamentale: un ricorso non può essere una semplice riproposizione delle difese già svolte, ma deve costituire una critica puntuale e argomentata della sentenza che si intende contestare. Vediamo insieme perché.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna alla Cassazione

Il caso in esame ha origine dalla condanna di un automobilista alla pena di due mesi di arresto per un reato previsto dal Codice della Strada. Nello specifico, la contestazione riguardava una violazione commessa per la seconda volta nell’arco di due anni (la cosiddetta “recidiva nel biennio”), una circostanza che trasformava l’illecito da amministrativo a penale.

La condanna, emessa in primo grado dal Tribunale, veniva confermata dalla Corte di Appello. L’imputato, non rassegnato, decideva di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo che la recidiva non fosse stata correttamente accertata, poiché basata su un’ordinanza prefettizia di cui non era stata dimostrata la definitività.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità per Genericità

Il nodo centrale della questione non risiede tanto nel merito della difesa dell’imputato, quanto nella forma con cui essa è stata presentata in Cassazione. La Corte Suprema ha infatti dichiarato l’inammissibilità del ricorso per cassazione non perché l’argomento fosse infondato, ma perché i motivi addotti erano una mera e semplice ripetizione di quelli già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello.

Secondo gli Ermellini, l’atto di impugnazione si limitava a riproporre le medesime critiche, senza confrontarsi in modo specifico e critico con le argomentazioni contenute nella sentenza di secondo grado. In pratica, il ricorso ignorava la motivazione della Corte d’Appello, fallendo così nella sua funzione essenziale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: la funzione tipica dell’impugnazione è quella di una “critica argomentata” avverso il provvedimento che si contesta. Questo significa che l’atto di appello o di ricorso deve contenere:

1. Specificità dei motivi: Devono essere indicate con precisione le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta di riforma della sentenza.
2. Confronto puntuale: È indispensabile un confronto diretto e specifico con le argomentazioni del provvedimento impugnato, evidenziando le ragioni del dissenso.

Quando un ricorso, come nel caso di specie, si limita a reiterare le stesse doglianze già respinte nel grado precedente senza attaccare la logica e le motivazioni della nuova decisione, esso perde la sua funzione. Diventa un atto sterile che non permette alla Corte di Cassazione di svolgere il proprio compito di giudice di legittimità. La conseguenza inevitabile, prevista dagli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale, è la declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: L’Importanza della Specificità nell’Atto di Impugnazione

La decisione in commento è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. La redazione di un ricorso per cassazione richiede un’analisi approfondita non solo del caso, ma soprattutto della sentenza che si intende impugnare. Non è sufficiente avere delle buone ragioni; è fondamentale saperle esporre in modo che demoliscono, punto per punto, il ragionamento del giudice precedente. Un ricorso “fotocopia” di un precedente atto di appello è destinato, quasi certamente, all’inammissibilità, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché riproduceva e reiterava gli stessi motivi già presentati con l’atto di appello e motivatamente respinti in secondo grado, senza confrontarsi criticamente con gli argomenti della sentenza impugnata.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione secondo la Corte?
La funzione essenziale è quella della “critica argomentata” avverso il provvedimento cui si riferisce. L’atto deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono la richiesta, confrontandosi puntualmente con le argomentazioni della decisione contestata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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