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Inammissibilità ricorso: motivi generici e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo risiede nella genericità delle doglianze presentate dal ricorrente, che non ha specificato profili di illegalità nella pena concordata. Questa decisione ha comportato la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione, evidenziando l’importanza della specificità nell’impugnazione.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Genericità Costa Cara

L’inammissibilità ricorso è una delle questioni procedurali più rilevanti nel diritto penale, rappresentando un ostacolo insormontabile per chi intende contestare una sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare un caso emblematico: un ricorso respinto perché fondato su motivi vaghi e non specifici. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: per accedere al giudizio di legittimità, non basta lamentare una presunta ingiustizia, ma è necessario articolare critiche precise e pertinenti. Vediamo insieme i dettagli del caso e le lezioni che possiamo trarne.

I Fatti del Procedimento

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’oggetto della contestazione era la pena concordata in un precedente grado di giudizio. Il ricorrente, tuttavia, non ha sollevato specifiche questioni di illegalità della pena, ma si è limitato a denunciare in modo del tutto generico la violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale, che riguarda l’obbligo del giudice di dichiarare d’ufficio determinate cause di non punibilità. In sostanza, il ricorso mancava di argomentazioni concrete e puntuali che potessero giustificare un riesame da parte della Suprema Corte.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità Ricorso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto che la critica mossa alla sentenza impugnata fosse del tutto generica e, pertanto, non idonea a superare il vaglio preliminare di ammissibilità. La mancanza di profili di illegalità concretamente denunciati ha reso l’impugnazione sterile e priva dei requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere discussa nel merito.

Le motivazioni della Corte

Le motivazioni alla base della decisione sono chiare e si fondano su principi consolidati della procedura penale. La Corte ha spiegato che un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere motivi specifici che indichino con precisione le parti del provvedimento impugnato e le ragioni di diritto e di fatto che ne giustificano la critica. Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a una lamentela vaga, senza attaccare in modo circostanziato la legalità della pena concordata.

La Suprema Corte ha richiamato l’articolo 616 del codice di procedura penale, il quale stabilisce che, in caso di declaratoria di inammissibilità ricorso, il proponente deve essere condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la Corte ha stabilito il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, ritenendo che l’inammissibilità fosse ascrivibile a colpa del ricorrente, come previsto dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000). Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati, che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

La decisione in commento ribadisce un principio cruciale: l’accesso alla giustizia, e in particolare al giudizio di Cassazione, non è incondizionato, ma richiede il rispetto di precise regole procedurali. Chi intende impugnare una sentenza deve farlo con serietà e competenza, formulando censure specifiche, pertinenti e legalmente fondate. Un’impugnazione basata su affermazioni generiche e non supportate da argomentazioni concrete è destinata all’inammissibilità ricorso, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Questa ordinanza funge da monito, sottolineando l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica qualificata che sappia strutturare un ricorso in modo efficace, evitando esiti procedurali negativi e i relativi oneri economici.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano del tutto generici. Il ricorrente ha lamentato la violazione di una norma di legge senza sollevare specifici profili di illegalità riguardo alla pena concordata, rendendo l’impugnazione non idonea a un esame di merito.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, se l’inammissibilità è dovuta a sua colpa, al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in tremila euro.

È sufficiente citare un articolo di legge per motivare un ricorso in Cassazione?
No, non è sufficiente. La semplice menzione di una norma di legge, senza spiegare in modo specifico e dettagliato come e perché essa sia stata violata nel provvedimento impugnato, costituisce un motivo generico che conduce all’inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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