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Inammissibilità ricorso: le conseguenze economiche

Con l’ordinanza 30701/2025, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro la decisione della Corte d’Appello. La Corte ha ritenuto che, avendo l’imputato già usufruito della sospensione condizionale della pena e mancando un’occupazione lavorativa, la prognosi di futura astensione da reati fosse negativa. L’inammissibilità del ricorso, attribuita a colpa del ricorrente, ha comportato la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze Economiche della Colpa del Ricorrente

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro monito sulle conseguenze di un’impugnazione presentata senza validi presupposti. La pronuncia di inammissibilità ricorso non è una mera formalità, ma un provvedimento che può comportare significative sanzioni economiche a carico di chi agisce in giudizio con colpa. In questo caso, la Suprema Corte ha non solo respinto il ricorso, ma ha anche condannato l’imputato al pagamento delle spese e di una cospicua somma a favore della Cassa delle ammende.

Il Contesto del Ricorso e i Motivi di Appello

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. L’imputato lamentava, tra le altre cose, il mancato riconoscimento di un beneficio di legge. La difesa contestava la decisione del giudice di merito, ritenendola ingiusta e immotivata. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha valutato i motivi del ricorso in modo molto critico, aprendo la strada a una decisione netta.

La Valutazione della Corte sull’Inammissibilità Ricorso

I giudici di legittimità hanno ritenuto il ricorso manifestamente infondato. In particolare, per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha sottolineato come la decisione del giudice d’appello fosse basata su una motivazione logica e coerente. Il ricorrente aveva già beneficiato in passato della sospensione condizionale della pena e, ciononostante, non aveva dimostrato un cambiamento nel proprio stile di vita, essendo privo di una lecita occupazione lavorativa. Questi elementi hanno portato il giudice a formulare una prognosi negativa sulla sua futura condotta, ritenendo probabile la commissione di nuovi reati e negando, di conseguenza, ulteriori benefici.

Le Motivazioni: la Colpa del Ricorrente e l’Art. 616 c.p.p.

La chiave della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. La Corte ha stabilito che l’inammissibilità del ricorso era direttamente attribuibile a una “colpa” del ricorrente. Questo concetto, come chiarito anche da una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), si configura quando l’impugnazione è proposta senza la normale diligenza, basandosi su motivi palesemente inconsistenti o generici. La colpa del ricorrente fa scattare automaticamente due sanzioni economiche:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente deve farsi carico di tutti i costi sostenuti dallo Stato per il procedimento davanti alla Cassazione.
2. Il versamento di una somma alla Cassa delle ammende: la Corte ha condannato il ricorrente a versare la somma di tremila euro. Questo importo non è un risarcimento, ma una sanzione volta a scoraggiare ricorsi dilatori o infondati, e i fondi raccolti sono destinati al miglioramento del sistema penitenziario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso in Cassazione non è un atto privo di conseguenze. Se l’impugnazione si rivela temeraria o priva di seri argomenti giuridici, il ricorrente non solo vedrà la sua richiesta respinta, ma si esporrà a sanzioni pecuniarie rilevanti. La decisione serve quindi da deterrente contro l’abuso dello strumento processuale, sottolineando che la valutazione sull’opportunità di un ricorso deve essere ponderata attentamente, per evitare di incorrere in costi aggiuntivi oltre a quelli legati alla condanna principale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il giudice ha ritenuto corretta e logicamente motivata la decisione di non concedere ulteriori benefici di legge all’imputato, il quale aveva già usufruito della sospensione condizionale della pena e non aveva un’occupazione lavorativa, elementi che hanno portato a una prognosi negativa sulla sua futura condotta.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità per colpa del ricorrente?
Quando l’inammissibilità è attribuibile a colpa del ricorrente, come in questo caso, la legge (art. 616 c.p.p.) prevede due conseguenze economiche: la condanna al pagamento delle spese del procedimento e il versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria e perché è stata imposta?
La sanzione pecuniaria è stata fissata in tremila euro. È stata imposta perché la presentazione di un ricorso inammissibile per colpa costituisce un onere per il sistema giudiziario. La somma, stabilita equitativamente dalla Corte, ha lo scopo di sanzionare l’uso improprio dello strumento processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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