Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 30701 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 30701 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 11/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 25/03/2005
avverso la sentenza del 10/10/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso
alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NOME COGNOME ricorre per cassazione avverso sentenza di condanna per il reato di cui all’art comma 5 d.P.R.309/1990, deducendo, con il primo motivo di ricorso, vizio della motivazione in
ordine al diniego di concessione delle attenuanti generiche e, con il secondo motivo, diniego d benefici di legge.
Si osserva che il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente motivato dal giudice con l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo,
maggior ragione dopo la riforma dell’art. 62-bis, disposta con il d.l. 23 maggio 2008, n.
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, per effetto della quale, della concessione della diminuente, non è più sufficiente il solo stato di incensurat
dell’imputato (Sez. 4, n. 32872 del 08/06/2022, Rv. 283489). Né è necessario che il giudi prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o r
dagli atti, essendo sufficiente il riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti la valutazione di tale rilevanza tenga conto, a pena di illegittimità della motivazione
specifiche considerazioni mosse sul punto dall’interessato (Sez.3, n. 2233 del 17/06/2021
Rv. 28269). Nel caso in disamina, il giudice ha fatto riferimento al precedente penale speci da cui è gravato il ricorrente, nonché alle modalità del fatto.
Quanto al secondo motivo, con motivazione congrua ed esente da vizi logici, il giudice ha ritenuto di non dover concedere alcun beneficio di legge avendo il ricorrente già goduto una vol del beneficio della sospensione condizionale della pena e pertanto ha formulato una prognosi negativa di futura astensione dalla commissione di ulteriori reati, evidenziando peraltro ricorrente è privo di una lecita occupazione lavorativa.
Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile e a norma dell’art. 616 cod. pr pen., alla declaratoria di inammissibilità – non potendosi escludere che essa sia ascrivibil colpa del ricorrente (Corte Cost. 7 -13 giugno 2000, n. 186) – segue l’onere delle spese d procedimento, nonché quello del versamento, in favore della Cassa delle ammende, della somma, equitativamente fissata in ragione dei motivi dedotti, di euro tremila
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 11 aprile 2025
Il Consigliere estensore
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Il Presidente