Inammissibilità Ricorso: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un appello che non rispetta i criteri di legge. Comprendere i motivi che portano a una dichiarazione di inammissibilità ricorso è fondamentale per chiunque si avvicini al sistema giudiziario. Questo provvedimento della Corte di Cassazione, pur nella sua sinteticità, ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia di grado superiore è subordinato al rigoroso rispetto delle norme procedurali.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 29 ottobre 2024. Il ricorrente ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel sistema penale italiano, al fine di ottenerne la revisione. Il procedimento è giunto all’udienza del 21 marzo 2025, durante la quale la Corte ha esaminato l’atto di impugnazione.
La Decisione della Corte di Cassazione
Con una breve ma incisiva ordinanza, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. I giudici supremi hanno dichiarato il ricorso ‘inammissibile’. Questa decisione non entra nel merito della questione, ovvero non valuta se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. Si ferma, invece, a un livello preliminare, constatando la mancanza dei requisiti necessari perché l’impugnazione potesse essere validamente esaminata.
Le Motivazioni dell’Inammissibilità del Ricorso
L’ordinanza non esplicita i motivi specifici dell’inammissibilità, come spesso accade in provvedimenti di questo tipo. Tuttavia, la dichiarazione di inammissibilità ricorso può derivare da diverse cause previste dal codice di procedura penale. Tra le più comuni vi sono:
* Mancanza di specificità dei motivi: il ricorso non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione che si intendono contestare.
* Proposizione fuori termine: l’impugnazione è stata presentata oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Assenza di interesse: il ricorrente non ha un interesse concreto e attuale a ottenere la riforma del provvedimento impugnato.
* Ricorso contro provvedimenti non impugnabili: la decisione della Corte d’Appello non era, per sua natura, suscettibile di ricorso in Cassazione.
La decisione della Corte implica che l’appello presentato rientrava in una di queste categorie o in altre simili, risultando manifestamente infondato o privo dei presupposti essenziali.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
Le conseguenze di tale declaratoria sono state significative per il ricorrente. La Corte non si è limitata a respingere l’appello, ma ha condannato l’individuo al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. Questo caso, quindi, serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti competenti che possano valutare attentamente la sussistenza dei presupposti per un’impugnazione, formulando un atto che rispetti tutti i requisiti formali e sostanziali richiesti dalla legge, al fine di evitare non solo la delusione di una pronuncia sfavorevole, ma anche un significativo esborso economico.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione, ovvero non valuta se le ragioni del ricorrente siano giuste o sbagliate, perché il ricorso stesso presenta dei vizi formali o sostanziali che ne impediscono la valutazione.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo sanzionatorio, alla Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000 euro.
Una volta dichiarato inammissibile il ricorso, la sentenza di secondo grado diventa definitiva?
Sì. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso per Cassazione comporta che la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello, passi in giudicato e diventi quindi definitiva ed esecutiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13697 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13697 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a VILLARICCA il 26/01/1993
avverso la sentenza del 29/10/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
Ritenuto che tutti i motivi risultano mere riproduzioni di censure adeguatamente confutate
dalla Corte di appello che, quanto a sussistenza dello stato di necessità, ha escluso che vi fosse validi motivi di salute per allontanarsi dal domicilio, quanto al mancato riconoscimento d
causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis cod. pen. e delle circostanze attenuanti gener ha rilevato come il fatto di reato si presentasse non tenue e che non sussistessero element
favorevolmente apprezzabili in assenza di una resipiscenza in ordine alla condotta posta i essere;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 21/03/2025.