Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza
L’accesso alla Corte di Cassazione, ultimo grado del giudizio penale, è un percorso rigorosamente disciplinato dalla legge. Non tutte le impugnazioni vengono esaminate nel merito; molte si arrestano di fronte a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo esito, apparentemente solo procedurale, comporta conseguenze pratiche e finanziarie significative per chi lo subisce. Un’ordinanza emessa di recente offre lo spunto per analizzare questo istituto e le sue implicazioni.
Il Contesto del Caso
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 05/04/2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze dinanzi ai giudici di legittimità. Il procedimento è giunto all’udienza del 10 gennaio 2025, durante la quale il collegio ha valutato la sussistenza dei presupposti per un esame nel merito dell’impugnazione.
La Decisione della Suprema Corte e l’Inammissibilità del Ricorso
All’esito della camera di consiglio, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione impedisce che il caso venga discusso nel merito, rendendo definitiva la sentenza della Corte d’Appello precedentemente impugnata.
L’ordinanza non si limita a questa declaratoria, ma stabilisce anche precise conseguenze economiche a carico del ricorrente.
Le Motivazioni
Il testo del provvedimento è estremamente sintetico e non esplicita le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, in via generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, riconducibili a vizi formali o sostanziali. Tra le più comuni vi sono: la presentazione fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dal codice di procedura penale (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità) o la carenza di interesse ad agire. La decisione della Corte implica che l’atto di impugnazione non superava questo vaglio preliminare, necessario per accedere all’esame di merito.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La principale conseguenza della declaratoria di inammissibilità è la condanna del ricorrente a due tipi di pagamenti. In primo luogo, il pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento. In secondo luogo, il versamento di una somma, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima è una sanzione pecuniaria processuale volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. Dal punto di vista sostanziale, la sentenza impugnata diventa irrevocabile, con tutte le conseguenze giuridiche che ne derivano. Questa ordinanza ribadisce l’importanza di una redazione tecnicamente impeccabile del ricorso per Cassazione, evidenziando come un errore procedurale possa precludere la tutela dei propri diritti e comportare costi significativi.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione, ma respinge l’impugnazione perché non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte senza valido motivo. In questo caso, la somma è stata fissata a 3.000 euro.
La decisione di inammissibilità è definitiva?
Sì, l’ordinanza che dichiara l’inammissibilità di un ricorso per Cassazione è un provvedimento definitivo. Con questa decisione, il procedimento giudiziario si conclude e la sentenza oggetto del ricorso diventa irrevocabile e non più impugnabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18280 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18280 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a REGGIO EMILIA il 09/09/1988
avverso la sentenza del 05/04/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 28977/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per i reati previsti dagli art 582- 337
pen.- 186 Cod. Strada );
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al mancato riconoscimento delle circostanze attenu generiche;
Ritenuti i motivi inammissibili perché, da una parte, meramente riproduttivi di censure adeguatamente valutate dai Giudici di merito, e, dall’altra, obiettivamente generici rispetto
motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confrontano (pag. 3 sentenza impugnata );
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 10 gennaio 2025.