Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze di un Appello Infondato
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione mette in luce un aspetto cruciale del processo penale: l’inammissibilità ricorso. Questo provvedimento, sebbene sintetico, è emblematico delle conseguenze a cui va incontro chi propone un’impugnazione senza i requisiti di legge. Analizziamo insieme la decisione per comprendere meglio i meccanismi procedurali e i rischi economici connessi.
I Fatti del Caso in Esame
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Brescia nel luglio 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di portare la questione davanti alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il procedimento è giunto all’udienza del maggio 2025, dove i giudici ermellini hanno esaminato la fondatezza dei motivi di impugnazione.
La Decisione della Suprema Corte e l’Inammissibilità del Ricorso
Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con la quale ha dichiarato l’inammissibilità ricorso. Questa pronuncia non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, ovvero alla verifica della corretta impostazione dell’atto di impugnazione.
La conseguenza diretta di tale decisione è stata duplice:
1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
Questa sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo dedurle dai principi generali della procedura penale. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, tra cui la mancanza di motivi specifici, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (e non la violazione di legge, unico ambito di competenza della Cassazione) o il mancato rispetto dei termini per la presentazione.
La condanna alla Cassa delle ammende è una conseguenza quasi automatica prevista dalla legge in caso di inammissibilità ricorso. La Corte presume, infatti, che la presentazione di un ricorso inammissibile sia riconducibile a una colpa del ricorrente, che ha attivato il complesso meccanismo della giustizia di ultima istanza senza un valido fondamento giuridico. La quantificazione della somma, in questo caso fissata in quattromila euro, è discrezionale e tiene conto della gravità della colpa nell’aver proposto l’impugnazione.
Conclusioni: Cosa Imparare da questa Ordinanza
Questo provvedimento, per quanto breve, offre un insegnamento fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, riservato a censure di legittimità precise e ben argomentate. Un’impugnazione superficiale o finalizzata a riesaminare i fatti già valutati nei gradi di merito non solo è destinata al fallimento, ma comporta anche significative conseguenze economiche. La decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a un difensore esperto che possa valutare attentamente le reali possibilità di successo di un ricorso, evitando di esporre il proprio assistito a condanne pecuniarie che si aggiungono a quelle della sentenza impugnata.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché l’atto di impugnazione mancava dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge, ad esempio perché i motivi non erano specifici o vertevano su questioni di fatto.
Quali sono le conseguenze economiche dell’inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro, stabilita discrezionalmente dal giudice, in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione infondata.
A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
In questo caso, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20800 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20800 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a ALZANO LOMBARDO il 16/02/1977
avverso la sentenza del 03/07/2024 della CORTE APPELLO di BRESCIA
dato avviso alle parti; –
irdirrra relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza emessa nei suoi confronti dalla Corte di appello di Brescia in accoglimento della richiesta di
concordato ai sensi dell’art. 599-bis cod. proc. pen. per il reato di bancarotta fraudolenta documentale;
Considerato che l’unico motivo proposto – che contesta la qualificazione giuridica del fatto e l’esclusione di cause di non punibilità- è generico poiché non
indica quale sarebbe in ipotesi la qualificazione giuridica corretta, né quale, tra la cause di cui all’art. 129 cod. proc. pen., dovrebbe operare nel caso di specie;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile senza formalità di procedura, ai sensi dell’art. 610 comma 5-bis cod. proc. pen., e che il
ricorrente deve essere condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 14/05/2025