Inammissibilità Ricorso: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi
L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il rigoroso rispetto delle regole procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza: la cruciale importanza della specificità dei motivi di ricorso. Un’impugnazione generica o poco chiara rischia di arenarsi prima ancora di essere discussa, portando a una declaratoria di inammissibilità ricorso, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche di tale principio.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente riguardava la mancata disapplicazione della recidiva, una circostanza aggravante che era stata riconosciuta dal giudice di primo grado e confermata in appello. L’imputato, attraverso il suo difensore, lamentava che la Corte territoriale non avesse adeguatamente motivato la sua decisione di non escludere tale aggravante.
La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. La Corte non è entrata nel merito della questione (cioè se la recidiva fosse stata applicata correttamente o meno), ma si è fermata a un livello preliminare, quello dei requisiti formali dell’atto di impugnazione. Secondo i giudici supremi, il ricorso non rispettava il requisito della specificità dei motivi, come imposto dall’articolo 581 del Codice di Procedura Penale.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della decisione risiede nella valutazione del motivo di ricorso presentato. La Cassazione ha osservato che la motivazione della Corte d’Appello, seppur sintetica, non presentava criticità o vizi logici manifesti. Il ricorso, invece di evidenziare un errore specifico o una contraddizione palese nel ragionamento del giudice di secondo grado, si limitava a denunciare un generico ‘difetto di motivazione’ che, a un’analisi più attenta, si è rivelato insussistente.
In pratica, il ricorrente ha criticato una decisione che era stata giustificata, anche se in modo conciso. Per la Cassazione, un’impugnazione non può basarsi su una semplice discordanza con la sintesi del giudice, ma deve individuare un errore giuridico o un vizio logico concreto e dimostrabile. La mancanza di questa specificità rende il motivo di ricorso generico e, di conseguenza, l’intero ricorso inammissibile.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per la pratica legale: la redazione di un atto di impugnazione è un’operazione che richiede la massima precisione. Non è sufficiente esprimere un dissenso generico rispetto alla sentenza impugnata. È indispensabile:
1. Individuare con esattezza i punti della motivazione che si ritengono errati.
2. Argomentare in diritto spiegando perché tali punti costituiscono una violazione di legge o un vizio logico.
3. Evitare censure generiche che si traducono in una richiesta di rivalutazione dei fatti, compito precluso alla Corte di Cassazione.
Il mancato rispetto di questi canoni procedurali non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma comporta anche conseguenze economiche negative per il cliente, condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende. La chiarezza e la specificità, quindi, non sono solo virtù stilistiche, ma requisiti essenziali per la validità stessa dell’impugnazione.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il suo unico motivo era privo dei requisiti di specificità previsti dall’art. 581 del codice di procedura penale.
Cosa significa che un motivo di ricorso è privo di specificità?
Significa che la critica mossa alla sentenza impugnata è generica e non individua in modo chiaro e preciso un errore di diritto o un vizio logico manifesto nella motivazione del giudice, finendo per denunciare un difetto di motivazione in realtà inesistente.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 110 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 110 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a GENOVA il 09/08/1983
avverso la sentenza del 22/03/2023 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
considerato che l’unico motivo di ricorso, con il quale si lamenta la mancata disapplicazione della recidiva riconosciuta dal primo giudice, è privo dei requisiti di specificità previsti, a pena di inammissibilità, dall’art. 581 cod. proc. pen. quanto, a fronte di una motivazione che, pur sintetica, è tuttavia esente da criticità giustificative manifeste (si veda, in particolare, pag. 2), finendo perciò per denunziare un difetto di motivazione in realtà insussistente;
rilevato, dunque, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processua[i e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M,.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 21 novembre 2023.