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Inammissibilità ricorso: la decisione de plano

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione evidenzia come, in certi contesti, l’impugnazione non possa essere esaminata nel merito, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Questo caso sottolinea i precisi limiti entro cui è possibile contestare una pronuncia giudiziaria, specialmente quando derivante da procedure concordate.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Cassazione Decide de Plano

L’inammissibilità del ricorso rappresenta uno degli esiti più netti e definitivi nel processo penale. Significa che l’impugnazione presentata non supera il vaglio preliminare della Corte di Cassazione e, di conseguenza, non viene neppure esaminata nel merito. Una recente ordinanza della Suprema Corte offre un chiaro esempio di questa procedura, delineando i confini entro cui un ricorso può essere considerato valido e le conseguenze di una sua presentazione al di fuori di tali limiti.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Il caso in esame origina dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Lecce. L’imputato ha tentato di portare la sua causa davanti alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Tuttavia, la Suprema Corte ha optato per una procedura accelerata, nota come ‘de plano’, per dichiarare l’inammissibilità del ricorso stesso.

L’Inammissibilità del Ricorso e la Procedura de Plano

La Corte ha applicato l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma consente ai giudici di dichiarare inammissibile un ricorso senza la necessità di un’udienza formale, basando la propria decisione unicamente sugli atti depositati. Questa procedura semplificata è riservata ai casi in cui l’inammissibilità appare manifesta.

La decisione si fonda su un principio consolidato, richiamando una precedente sentenza (Cass. n. 7333/2019): quando la sentenza impugnata è il risultato di un accordo tra le parti (come nel caso di un patteggiamento o di un concordato in appello), le possibilità di ricorso sono estremamente limitate. Non è possibile, ad esempio, contestare il consenso dato dal pubblico ministero o la congruità della pena concordata, a meno che questa non sia illegale, ovvero diversa da quella prevista dalla legge o al di fuori dei limiti edittali.

Le Motivazioni della Decisione

Nel dettaglio, la Corte ha specificato che le doglianze mosse dal ricorrente erano inammissibili per diverse ragioni. In primo luogo, riguardavano motivi a cui l’imputato aveva implicitamente rinunciato aderendo all’accordo processuale. In secondo luogo, le critiche relative alla mancata valutazione delle condizioni per un proscioglimento immediato (ex art. 129 c.p.p.) e ai vizi nella determinazione della pena sono state respinte. La Corte ha chiarito che tali vizi possono essere fatti valere solo se si traducono in una ‘illegalità’ della sanzione, cosa che non è avvenuta nel caso di specie. Poiché il ricorso non presentava motivi validi per essere discusso, è stato dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La conclusione della Corte è stata netta: l’inammissibilità del ricorso comporta non solo la fine del procedimento, ma anche conseguenze economiche per il ricorrente. Quest’ultimo è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha inoltre sottolineato che non vi erano elementi per ritenere che il ricorso fosse stato presentato senza colpa, confermando così la piena responsabilità del ricorrente per aver intrapreso un’azione legale priva di fondamento. Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di una valutazione attenta dei presupposti di un ricorso in Cassazione, al fine di evitare esiti sfavorevoli e sanzioni pecuniarie.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. La decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso in questo caso è stato giudicato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché le doglianze sollevate riguardavano aspetti non contestabili in Cassazione, come motivi rinunciati e vizi nella determinazione della pena che non si traducevano in una sanzione illegale. La sentenza impugnata derivava da un accordo processuale, che limita fortemente i motivi di impugnazione.

Cosa significa che la Corte ha deciso ‘de plano’?
Significa che la Corte ha preso la sua decisione in camera di consiglio, senza una pubblica udienza, basandosi esclusivamente sugli atti scritti. Questa procedura semplificata, prevista dall’art. 610, comma 5-bis c.p.p., viene utilizzata quando l’inammissibilità del ricorso è evidente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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