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Inammissibilità ricorso: la condanna alle spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 08/05/2025, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza di una Corte d’Appello. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questo caso evidenzia le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando l’Impugnazione si Ferma e Costa Caro

L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione l’8 maggio 2025 offre uno spunto fondamentale per comprendere il concetto di inammissibilità ricorso e le sue severe conseguenze economiche e procedurali. Questo provvedimento, pur nella sua concisione, delinea un esito molto comune nei gradi più alti di giudizio, dove i requisiti formali e sostanziali di un’impugnazione sono vagliati con estremo rigore. Analizzeremo come una decisione di questo tipo non solo ponga fine al percorso giudiziario, ma comporti anche l’obbligo di sostenere costi significativi.

I Fatti alla Base del Provvedimento

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di una grande città del Sud Italia in data 19 novembre 2024. Il ricorrente, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha scelto di adire la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giurisdizione del nostro ordinamento, per far valere le proprie ragioni.

La Decisione della Suprema Corte sull’Inammissibilità Ricorso

Dopo aver ricevuto il ricorso e dato avviso alle parti, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha tenuto udienza l’8 maggio 2025. All’esito della camera di consiglio, la Corte ha emesso un’ordinanza con cui ha risolto la questione in via puramente processuale. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi entrare nel merito delle questioni sollevate dall’appellante.

La decisione ha comportato due importanti conseguenze per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute.
2. La condanna al versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità, come spesso accade per questo tipo di provvedimenti sintetici. Tuttavia, una decisione di inammissibilità ricorso si fonda su vizi che impediscono al giudice di esaminare la fondatezza dell’impugnazione. Le cause più comuni includono:

* Vizi di forma: Il ricorso potrebbe non rispettare i requisiti formali prescritti dal codice di procedura, come la specifica indicazione dei motivi o la corretta sottoscrizione.
* Carenza di interesse: Il ricorrente potrebbe non avere un interesse concreto e attuale a impugnare la decisione.
* Proposizione fuori termine: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Motivi non consentiti: Spesso, in Cassazione, vengono proposti motivi che attengono a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità, il cui compito è limitato alla verifica della corretta applicazione del diritto.

La condanna alla Cassa delle ammende, inoltre, non è una sanzione accessoria casuale, ma una misura prevista per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che contribuiscono a congestionare il sistema giudiziario.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, l’ordinanza della Cassazione ribadisce un principio cardine del diritto processuale: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma il suo esercizio deve avvenire nel rispetto delle regole procedurali. Un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per il ricorrente, ma si trasforma in un costo economico certo e in una conferma definitiva della sentenza impugnata. La decisione della Corte d’Appello, a seguito di questa ordinanza, diventa infatti irrevocabile. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti esperti per valutare attentamente i presupposti di un’impugnazione prima di avviarla, al fine di evitare esiti procedurali sfavorevoli e onerose conseguenze economiche.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non può esaminare il merito della questione perché il ricorso presenta vizi formali o sostanziali, come la presentazione fuori termine o la mancanza dei motivi richiesti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche dirette per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso specifico ammonta a 3.000 euro.

Cosa accade alla sentenza impugnata dopo la dichiarazione di inammissibilità?
La sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e non può più essere contestata. L’esito del grado di giudizio precedente viene quindi confermato in modo irrevocabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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