LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso: la Cassazione e le spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La decisione sottolinea le rigide regole procedurali per l’accesso al giudizio di legittimità. A seguito della dichiarazione di inammissibilità ricorso, il proponente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, confermando l’importanza di una corretta formulazione dei motivi di impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: la Cassazione conferma la condanna alle spese

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato, confermando una decisione della Corte d’Appello. Questo caso, seppur sintetico nella sua forma, offre uno spunto fondamentale per comprendere i rigidi requisiti di accesso al giudizio di legittimità e le pesanti conseguenze economiche derivanti da un’impugnazione non correttamente formulata.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 11 ottobre 2024. L’imputato, tramite il suo difensore, ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il collegio della Settima Sezione Penale, dopo aver ricevuto il ricorso e sentito la relazione del Consigliere, ha proceduto alla decisione in camera di consiglio.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto: la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questo significa che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, fermandosi a una valutazione preliminare che ha evidenziato vizi insanabili nell’atto di impugnazione. Tale decisione ha comportato due importanti conseguenze per il ricorrente.

Le Conseguenze Economiche della Pronuncia

La declaratoria di inammissibilità ha prodotto effetti economici diretti e significativi:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato condannato a pagare tutte le spese sostenute dallo Stato per la gestione del procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: Oltre alle spese, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Si tratta di una sanzione pecuniaria prevista dalla legge proprio per i casi di ricorso inammissibile, volta a scoraggiare impugnazioni presentate con leggerezza o per scopi meramente dilatori.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno portato alla decisione, è possibile delineare le motivazioni tipiche che sorreggono una pronuncia di inammissibilità del ricorso in Cassazione. Generalmente, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando presenta difetti che ne impediscono l’esame nel merito. Tra le cause più comuni vi sono:
* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di censure di fatto: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Suprema Corte è infatti giudice di legittimità, non di merito.
* Tardività del ricorso: L’atto viene depositato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Mancanza di interesse ad agire: Il ricorrente non ha un interesse concreto e attuale all’annullamento della sentenza.

La decisione in esame, quindi, si fonda sul mancato superamento di questo vaglio preliminare, essenziale per accedere al giudizio di legittimità.

Conclusioni

La pronuncia della Corte di Cassazione ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione è uno strumento straordinario, soggetto a requisiti di forma e sostanza estremamente rigorosi. Un’impugnazione non adeguatamente preparata, che non rispetti i canoni stabiliti dal codice di procedura penale, è destinata a essere dichiarata inammissibile. Le conseguenze non sono solo la mancata revisione della sentenza impugnata, ma anche onerose sanzioni economiche che gravano sulla parte che ha agito in giudizio senza le dovute cautele. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica specializzata per affrontare il complesso giudizio di legittimità.

Cosa significa quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione, ovvero non valuta se le ragioni del ricorrente siano fondate o meno, perché l’atto di ricorso presenta dei vizi formali o procedurali previsti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito nell’ordinanza, la persona che ha presentato il ricorso è condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La decisione di inammissibilità della Cassazione può essere impugnata a sua volta?
No, le decisioni della Corte di Cassazione, incluse le ordinanze che dichiarano l’inammissibilità di un ricorso, sono definitive e non possono essere ulteriormente impugnate nell’ambito della giustizia ordinaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati