Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze di una Sconfitta Procedurale
Recentemente, la Corte di Cassazione si è pronunciata con un’ordinanza che sottolinea un aspetto cruciale del processo penale: l’inammissibilità ricorso. Questo provvedimento, pur essendo molto conciso, offre spunti importanti sulle conseguenze che derivano dal non rispettare i requisiti formali e sostanziali per impugnare una sentenza. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni pratiche per chi si rivolge al giudice di ultima istanza.
Il Contesto Processuale
Il caso origina dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Milano in data 8 ottobre 2024. L’imputato, nel tentativo di contestare la decisione del giudice di merito, ha adito la Suprema Corte di Cassazione. Il procedimento è giunto all’udienza del 14 aprile 2025, dove i giudici hanno valutato la ricevibilità dell’atto di impugnazione.
La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità Ricorso
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 17640 del 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle ragioni dell’appellante, ovvero non valuta se la sentenza del Tribunale fosse giusta o sbagliata. Si tratta, invece, di una statuizione di carattere puramente procedurale.
La Corte ha inoltre condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il rimborso delle spese processuali sostenute.
2. Il versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Questa condanna economica rappresenta una sanzione per aver adito la Corte con un ricorso che non possedeva i requisiti minimi per essere esaminato.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno condotto alla dichiarazione di inammissibilità. Tuttavia, nel diritto processuale penale, le cause di inammissibilità di un ricorso per cassazione sono ben definite. Esse possono includere, a titolo esemplificativo, la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici di impugnazione, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in Cassazione), o la carenza di legittimazione da parte del ricorrente. La decisione della Corte implica che il ricorso proposto rientrasse in una di queste casistiche, impedendo ai giudici di procedere con l’analisi del suo contenuto.
Le Conclusioni
La pronuncia evidenzia un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, e in particolare al giudizio di Cassazione, è subordinato al rispetto di regole procedurali rigorose. Un’impugnazione non correttamente formulata non solo è destinata a fallire, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il proponente. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare ricorsi presentati senza un adeguato fondamento giuridico o formale. Questa ordinanza serve quindi da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che possa valutare attentamente i presupposti per un’efficace impugnazione, evitando così una declaratoria di inammissibilità ricorso e i costi ad essa associati.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La decisione impugnata diventa quindi definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base a questa ordinanza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver intrapreso un’azione giudiziaria priva dei presupposti necessari.
La Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza del Tribunale di Milano era corretta?
No. La declaratoria di inammissibilità è una decisione di natura puramente procedurale. La Corte non è entrata nel merito della vicenda, quindi non ha valutato se la sentenza del tribunale fosse giusta o sbagliata, ma si è limitata a constatare che il ricorso non poteva essere esaminato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17640 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17640 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il 23/09/1977
avverso la sentenza del 08/10/2024 del TRIBUNALE di MILANO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
i
esaminato il ricorso di NOME COGNOME ed motivi nuovi presentati dalla difesa con cui si insiste
nell’accoglimento dei motivi di ricorso.
OSSERVA
Ritenuto che il motivo con cui si censura la qualificazione assegnata alla condotta del
ex ricorrente
art. 377 cod. pen. di intralcio alla giustizia è manifestamente infondato e declinato in fatto avendo la Corte di appello evidenziato come l’imputato avesse minacciato NOME
affinché modificasse la versione già resa in precedenza; che detta conclusione, cui i Giudici di merito pervengono con adeguato e completo riferimento ai dati probatori, è oggetto di smentite
nel merito da parte della difesa che assegna alla condotta una differente valenza, operazione preclusa in sede di legittimità;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14/04/2025