Inammissibilità del Ricorso: Cosa Succede Quando la Cassazione Rigetta l’Appello
Quando un procedimento legale giunge all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, le aspettative sono alte. Tuttavia, non tutti i ricorsi superano il vaglio preliminare della Corte. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il tema dell’inammissibilità del ricorso e le sue pesanti conseguenze. Questo concetto è fondamentale per comprendere perché la Corte Suprema a volte non entra nemmeno nel merito di un caso, chiudendo di fatto la porta a ulteriori riesami.
Il Caso in Esame: Un Ricorso Contro una Sentenza d’Appello
I fatti processuali alla base della vicenda sono semplici nella loro esposizione. Un individuo, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 26 marzo 2024, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado che lo vedeva soccombente.
Il ricorso è stato quindi esaminato dalla Settima Sezione Penale della Suprema Corte in un’udienza tenutasi il 21 febbraio 2025.
La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto. Con un’ordinanza, la Corte ha posto fine al percorso legale del ricorrente. Sebbene il testo del provvedimento sia molto sintetico, il dispositivo finale è inequivocabile: il ricorrente è stato condannato al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo tipo di condanna è la conseguenza tipica e diretta di una declaratoria di inammissibilità del ricorso. In pratica, i giudici supremi non hanno analizzato il contenuto della difesa, ma si sono fermati a un gradino prima, rilevando un vizio che ha impedito l’esame nel merito.
Le Motivazioni
Anche se il documento non esplicita le ragioni specifiche, possiamo delineare i motivi generali per cui un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Il suo compito è assicurare che la legge sia stata applicata correttamente. Pertanto, un ricorso è inammissibile quando, ad esempio:
* Mancano i motivi specifici: Il ricorso è generico e non indica chiaramente quali norme di legge sarebbero state violate dalla corte precedente.
* Si propongono questioni di fatto: Il ricorrente cerca di ottenere una nuova valutazione delle prove (es. l’attendibilità di un testimone), compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.
* Vizi procedurali: L’atto di ricorso non rispetta i requisiti formali previsti dal codice di procedura penale.
* I motivi sono manifestamente infondati: Le argomentazioni sono palesemente prive di qualsiasi fondamento giuridico, al punto da non meritare un’analisi approfondita.
La decisione di dichiarare l’inammissibilità è quindi una sanzione processuale per aver adito la Corte Suprema con un atto non idoneo.
Le Conclusioni
Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello di Roma diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, il ricorrente subisce una conseguenza economica diretta: oltre al pagamento delle spese processuali, deve versare una sanzione pecuniaria di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare ricorsi avventati o puramente dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario. La vicenda sottolinea l’importanza cruciale di affidarsi a una difesa tecnica esperta che possa valutare attentamente i presupposti per un ricorso in Cassazione, evitando esiti negativi e costi aggiuntivi.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito del caso, ma lo ha respinto per ragioni procedurali, formali o perché i motivi presentati non erano consentiti in quella sede, come la richiesta di una nuova valutazione dei fatti.
Qual è la conseguenza principale di una declaratoria di inammissibilità?
La conseguenza principale è che la sentenza del grado precedente diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso per un importo di tremila euro.
A cosa serve la Cassa delle ammende?
La Cassa delle ammende è un ente pubblico che raccoglie le sanzioni pecuniarie comminate in ambito penale. I fondi raccolti sono destinati a finanziare programmi di reinserimento per i detenuti e a migliorare le strutture penitenziarie.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22142 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22142 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROMA il 27/02/1978
avverso la sentenza del 26/03/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 34738/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata, la memoria (condanna per il reato previsto dall’art bis cod. pen.);
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al giudizio di responsabilità, alla valutazione del dichiarativa, alla qualificazione giuridica dei fatti;
Ritenuti i motivi inammissibili perché, da una parte, meramente riproduttivi di censure adeguatamente valutate dai Giudici di merito e, dall’altra, obiettivamente generici rispetto
motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confrontano;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 21 febbraio 2025.