Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico
L’inammissibilità del ricorso rappresenta uno degli esiti più comuni e al tempo stesso più severi nel giudizio di Cassazione. Significa che l’atto di impugnazione non supera il vaglio preliminare della Corte, che quindi non arriva a discutere il merito della questione. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare le conseguenze di tale pronuncia.
I Fatti alla Base della Decisione
Il caso in esame trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso un’ordinanza emessa in data 20 settembre 2024 dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Messina. La parte ricorrente ha deciso di portare la questione di fronte alla Corte di Cassazione, massimo organo della giurisdizione italiana, al fine di ottenere l’annullamento del provvedimento ritenuto pregiudizievole.
La Pronuncia della Suprema Corte e l’Inammissibilità del Ricorso
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, all’udienza del 28 marzo 2025, ha esaminato il ricorso e ha emesso una decisione netta e definitiva. Con una sintetica ordinanza, i Giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso.
Questa declaratoria non è priva di conseguenze. La Corte ha infatti contestualmente condannato la parte ricorrente a sostenere due oneri economici:
1. Il pagamento delle spese processuali relative al giudizio di legittimità.
2. Il versamento di una somma di cinquecento euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in commento, per sua natura, non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare l’inammissibilità. Tuttavia, possiamo delineare le cause più frequenti che conducono a un simile esito nel processo penale. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per una varietà di vizi, che possono essere di natura formale o sostanziale. Tra le cause più comuni vi sono:
* Mancanza di specificità dei motivi: quando il ricorso non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione che si imputano al provvedimento impugnato.
* Proposizione di censure di merito: la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. I ricorsi che tentano di ottenere una nuova valutazione delle prove vengono sistematicamente dichiarati inammissibili.
* Vizi procedurali: come la presentazione del ricorso fuori termine o la mancanza di un interesse concreto e attuale all’impugnazione.
La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una chiara funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie, che appesantiscono il carico di lavoro della Suprema Corte.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
La pronuncia in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso al giudizio di Cassazione è soggetto a rigorosi requisiti di ammissibilità. La dichiarazione di inammissibilità comporta la cristallizzazione del provvedimento impugnato, che diventa così definitivo e non più contestabile. Inoltre, le conseguenze economiche (spese processuali e sanzione) rappresentano un monito per chi intende adire la Suprema Corte, sottolineando la necessità di una valutazione attenta e professionale sulla fondatezza dei motivi di ricorso prima di intraprendere questa strada.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non possiede i requisiti richiesti dalla legge per essere esaminato nel merito. Di conseguenza, la Corte non valuta se la decisione impugnata sia giusta o sbagliata, e il provvedimento originale diventa definitivo.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Come stabilito nel provvedimento analizzato, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di cinquecento euro, in favore della Cassa delle ammende.
La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione?
No. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione di natura prettamente processuale che impedisce alla Corte di entrare nel merito e valutare i fatti o la fondatezza delle argomentazioni della parte ricorrente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19749 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19749 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 28/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a SIRACUSA il 18/05/1965
avverso l’ordinanza del 20/09/2024 del GIP TRIBUNALE di MESSINA
[dato avviso alle par ,g
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Rilevato che
COGNOME Angela, ha presentato, in data 21 ottobre 2024,
ricorso in cassazione avverso l’ordinanza del G.i.p. presso il Tribunale di Messina, con la quale il G.i.p., non accogliendo la richiesta di archiviazione, ha ordinato al
P.M. di formulare l’imputazione, denunciandone l’abnormità;
Osservato che, in data 29 novembre 2024, è stato presentato atto di rinuncia all’impugnazione, tramesso dalla cancelleria del G.i.p. del Tribunale di Messina il 3
dicembre 2024, sottoscritto dagli Avv. COGNOME e COGNOME difensori di fiducia della ricorrente, e muniti di apposita procura speciale allegata in calce all’atto di
rinuncia;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro 500 in favore della Cassa delle Ammende, sussistendo profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro cinquecento in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 28 marzo 2025.